Rete Imprese Italia | Jobs Act

Jobs Act discusso presso la Commissione Lavoro

«La riforma del lavoro va attuata senza gravare ulteriormente sulle imprese con incrementi di costo e salvaguardando le buone pratiche in materia di sostegno al reddito»: questa è la base che i rappresentanti di Rete Imprese Italia hanno indicato durante l'audizione sul Jobs Act avvenuta presso la Commissione Lavoro della Camera.

«La riforma del mercato del lavoro è un provvedimento ambizioso che va attuato con il contributo delle parti sociali, non deve in alcun modo provocare incrementi di costo per le imprese e deve salvaguardare le buone pratiche in materia di sostegno al reddito. Inoltre, deve essere assolutamente coerente con le finalità del ddl Stabilità laddove mira a restituire competitività al sistema produttivo italiano riducendo il costo del lavoro, evitando una sorta di compensazione punitiva in cambio di snellimenti normativi».
Queste sono le indicazioni espresse dai rappresentanti di Rete Imprese Italia durante l’audizione sul Jobs Act presso la Commissione Lavoro della Camera.lavoro-jobs-act

Secondo Rete Imprese Italia, gli interventi in materia di ammortizzatori sociali, oltre ad assicurare l’invarianza di oneri per le imprese ed evitare interventi di «taglia» sproporzionata per le pmi o aumenti di costi che non considerano le specificità dei diversi settori, dovranno preservare le esperienze positive, come ad esempio il fondo di solidarietà bilaterale nell’artigianato, che garantisce il sostegno al reddito in caso di crisi aziendali.

Semplificare gli adempimenti. Il Jobs Act deve rappresentare l’occasione per semplificare gli adempimenti in materia di lavoro, snellire il sistema di vigilanza e ispezione eliminando duplicazioni e sovrapposizioni, riordinare il sistema sanzionatorio.
Rete Imprese Italia chiede di salvaguardare la pluralità di forme contrattuali, anche flessibili, che offrono risposta alle specifiche esigenze organizzative delle imprese. Giudizio sospeso in attesa di maggiore chiarezza sul contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, che, ad ogni modo, non dovrà comportare l’introduzione di nuovi costi per le imprese fino a 15 dipendenti.
Vanno inoltre riorganizzate le politiche attive per il lavoro, innovando le modalità con cui vengono gestiti i servizi di collocamento e reimpiego e collegando strettamente gli interventi di sostegno al reddito con le misure di reinserimento nel mercato del lavoro.

Principio di condizionalità. In particolare, secondo Rete Imprese Italia, è necessario introdurre il principio di condizionalità, in base al quale il diritto a percepire trattamenti di sostegno al reddito è condizionato, appunto, all’obbligo di partecipare a iniziative di reimpiego. E i servizi per il lavoro, pubblici e privati, devono rappresentare lo snodo fondamentale con cui concordare e attivare questo nuovo percorso di politiche attive per l’occupazione.
A questo proposito, viene sollecitato il coordinamento e l’uniformità delle norme in tutte le regioni e un miglioramento generalizzato della qualità delle prestazioni. Un obiettivo che si può raggiungere creando un’Agenzia nazionale per l’occupazione, composta da Stato, regioni e province autonome, alla quale attribuire competenze in materia di servizi per il lavoro per riuscire a coordinare questo tipo di servizi, pubblici e privati, realizzando così l’integrazione tra politiche attive e passive.

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