Produzione | Katoimer

Produzione italiana per l’Europa: visita allo stabilimento KatoImer di San Gimignano

Siamo andati a trovare Igino Elefante, direttore commerciale e marketing di KatoImer, a San Gimignano, nella provincia senese, dove ci ha accompagnato in una visita dello storico stabilimento produttivo di Imer Group in cui vede la luce l’intera gamma di mezzi di movimento terra dell’azienda toscana.

In una mattina dei primi di agosto, nel bel mezzo del fervore produttivo tipico degli ultimi giorni di apertura prima della pausa estiva, siamo accolti negli uffici direzionali da Iginio Elefante che ci illustra subito con un certo orgoglio come quello in cui siamo entrati sia «uno stabilimento storico di Imer, in cui fino agli anni Ottanta si producevano centrali di betonaggio, successivamente decentrate in territorio friulano, e in cui dai primi anni Novanta è iniziata la produzione dei miniescavatori in collaborazione con IHI Construction Machinery, sotto quel nome Ihimer che ha operato con successo per molti anni sul mercato italiano e internazionale».

Vista aerea dello stabilimento di San Gimignano.

L’ingresso di Kato Works è avvenuto nel solco della più totale continuità: il gruppo nipponico ha infatti acquisito interamente stabilimenti e personale di IHI Construction Machinery, mantenendo stabili prodotti ed interlocutori tecnici, permettendo così in maniera molto graduale l’inizio di una trasformazione che si rivelerà importante nei prossimi anni.

La nuova joint-venture KatoImer, in cui il board direzionale è espressione al 51% delle volontà nipponiche ed al restante 49% di quelle italiane, si esprime in una presidenza giapponese e in una vicepresidenza locale ed è nata dalla volontà di Kato di entrare nel mercato europeo completando la propria gamma con quella serie di miniescavatori, skid e minidumper che a oggi mancavano nel proprio catalogo.

KatoImer.

Dal canto suo lo staff di Imer ha visto in maniera estremamente positiva l’ingresso di questo nuovo soggetto storicamente specializzato nel campo del Construction Machinery, in quanto foriero di un rinnovato slancio commerciale e industriale che negli ultimi anni era un po’ venuto meno con IHI, realtà multinazionale dalle dimensioni enormi e dalle mille sfaccettature industriali in cui il movimento terra rappresentava un ramo marginale a livello di fatturato.

L’arrivo di Kato porterà nuovi investimenti e un know-how molto più specifico, proveniente da decenni di storia produttiva nel movimento terra e interesserà e anche lo stabilimento di San Gimignano (Si), a oggi unico centro produttivo in Europa del marchio KatoImer.

Igino Elefante | Direttore commerciale e marketing KatoImer

Igino Elefante | Direttore commerciale e marketing KatoImer.

«Il nostro principale obbiettivo per l’anno in corso è l’Italia. Gli anni di crisi hanno messo a dura prova tutto il settore e noi non siamo stati da meno. La tendenza ora si è però invertita e i volumi stanno aumentando: vogliamo ritornare ai nostri livelli abituali di vendita e riconsolidare il marchio a livello nazionale. Per questo la rete dei dealer in Italia è rimasta volutamente stabile, con il mantenimento di rapporti storici che aiuteranno l’azienda in questa fase delicata di passaggio, senza che la propria identità ne venga snaturata presso la clientela. Gli aspetti che caratterizzano oggi in maniera principale il mercato italiano del movimento terra sono le alte quote di noleggio (buona parte dei dealer storici oggi sono diventati grandi noleggiatori) e la richiesta di macchine sempre più accessoriate. A livello internazionale, invece il brand è in una fase dinamica, con acquisizione di nuovi dealer in Paesi finora poco battuti (Israele, Nuova Zelanda, Islanda) e la forte crescita in mercati europei che avevano subìto forti contrazioni di vendita negli ultimi anni, come Spagna, Germania e in parte Francia. Particolari soddisfazioni nell’ultimo anno sta regalando il mercato UK, grazie all’accordo con un nuovo distributore che ha già portato il brand a volumi di vendita mai raggiunti nella propria storia. Bauma 2019 rappresenterà un ulteriore punto di svolta, in cui la volontà di Kato Works è quella di presentarsi in grande stile sul mercato europeo con tutta la propria gamma di mezzi (sia movimento terra sia city cranes) per finalmente aggredire uno scenario economico che mostra segni di ripresa nel settore. Il fatto che lo stabilimento di San Gimignano sia oggi l’unico centro produttivo della galassia Kato al di fuori dell’Asia fa ben sperare per il suo sviluppo nei prossimi anni e ci rende orgogliosi di come possano ancora esistere realtà industriali di rilievo in grado di trasmettere un know-how ultradecennale nel nostro Paese, anche in un contesto ormai globalizzato».

San Gimignano: reparto di verniciatura.

Lo stabilimento di San Gimignano

A San Gimignano si svolgono principalmente attività di assemblaggio e verniciatura, arrivando al prodotto finito pronto per la spedizione ai dealer nazionali e internazionali e in cui trovano occupazione circa una settantina di persone.

Oltre alla palazzina uffici, sede delle attività commerciali e amministrative, il corpo principale è rappresentato dall’edificio di produzione, vero cuore pulsante dell’intero stabilimento. In esso vengono consegnati quotidianamente tutti i semilavorati: gli elementi di carpenteria metallica sono per gran parte a kilometro zero, prodotti da aziende locali, dimostrazione di come esista un importante indotto per il territorio generato dall’attività.

Il primo settore cardine dello stabilimento produttivo che visitiamo è la verniciatura: un impianto in cui i semilavorati di carpenteria metallica vengono sottoposti prima a sabbiatura e poi a un processo di verniciatura bicomponente di stampo automobilistico, garanzia di durabilità.

Proprio il colore è stato uno dei cambiamenti più importanti a livello visivo con l’arrivo di Kato: si è passati dal caratteristico verde Ihimer al giallo. La trasformazione è ormai quasi completata sull’intera gamma (solo gli skid presentano ancora la vecchia colorazione) ed è stato un passaggio in taluni casi anche difficoltoso per quella parte di clientela ancora affezionata alla vecchia livrea.

San Gimignano: linee di assemblaggio.

Le linee di produzione che trovano posto a San Gimignano sono tre: i miniescavatori a partire dai 9 q fino ai 35 q, i minidumper da 400 kg a 1100 kg, gli skid-loaders.

La grande novità degli ultimi mesi, figlia già delle ultime scelte strategiche operate con IHI, è stata il trasferimento della produzione dei 30 e 35 q nello stabilimento italiano sulle linee di assemblaggio dei miniscavatori, che ha comportato un ampliamento della gamma per il mercato europeo prodotto in Italia.

I minidumper

Sempre più importante è la produzione dei minidumper, prodotto in controtendenza nell’ultimo decennio che ha visto un costante incremento di mercato di cui oggi KatoImer è tra i principali produttori in Italia.

La varietà di gamma che essa è in grado di offrire è praticamente ineguagliabile a livello internazionale, in quanto unendo le produzioni italiana e giapponese si va dai più piccoli 400 kg fino ai grandi dumper da 11 tons.

Le stime per il 2018 sono di circa 560 minidumper prodotti a San Gimignano, che rappresentano un record storico, a cui sia affiancheranno circa 1200 miniescavatori ed ulteriori skid.

Reparto prodotti finiti.

Area test, customizzazioni e spedizione

Dalle linee di produzione ci spostiamo all’Area Test: qui, come ci viene sottolineato, tutti i mezzi assemblati vengono sottoposti a circa un’ora e mezza di prove di funzionamento e verifiche di qualità (messa in pressione impianti idraulici, controllo emissioni, prove di trazione) per poi ricevere l’autorizzazione all’immissione sul mercato.

Non si tratta di scelte a campione: ogni singolo mezzo viene provato e analizzato. Dopo i controlli si giunge all’area customizzazioni, dove i mezzi vengono dotati degli optional richiesti dal mercato di appartenenza o dal singolo cliente: si va dalle etichettature di sicurezza nelle varie lingue dei Paesi di destinazione all’installazione di specifici dispositivi (rollbar, apparecchiature elettroniche…).

Aerea esterna dello stabilimento.

Infine arriviamo all’area spedizioni, in cui ci rendiamo conto di come l’azienda negli anni abbia raggiunto una propria dimensione internazionale: sono infatti presenti mezzi pronti per la consegna a dealer di mezzo mondo: dalla Gran Bretagna a Israele, dalla Danimarca alla Nuova Zelanda il marchio KatoImer possiede una distribuzione capillare in alcuni casi puntuale, in altri più estesa a seconda dei singoli mercati.

La nostra camminata termina con la visita dello stabile in cui ha sede il magazzino ricambi e alla palazzina in cui opera lo staff tecnico e di progettazione. Quest’ultimo non è una vera sede di Research & Development, in quanto la stessa Kato ha un proprio staff di sviluppo prodotto in Giappone che opera su tutta la gamma, ma è un ufficio di revisione e manutenzione di progetti speciali o di specifiche parti di prodotto.

L’auspicio è che questa sezione possa ricoprire un ruolo maggiore nei prossimi anni, magari anche aprendo le porte a quella customizzazione di prodotto che storicamente la mentalità industriale giapponese fatica un po’ a digerire quando si tratta di richieste di nicchia e non di elementi tecnici da poter spendere a livello worldwide.

di Matteo Cazzaniga

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