L'Intervista | Maurizio Savoncelli, Presidente Consiglio Nazionale Geometri

La Camera approva il disegno di legge Manfredi sulle lauree abilitanti, la soddisfazione dei geometri

Il parere del presidente del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati Maurizio Savoncelli: «la proposta di legge che assegna valore abilitante ad alcune lauree magistrali è percorso solido, maturato negli anni anche grazie al contributo dei Geometri, che per primi – in ambito tecnico - hanno configurato un corso di laurea triennale professionalizzante e abilitante».

La Camera ha approvato la proposta di legge Manfredi AC 2751, che assegna valore abilitante ad alcune lauree magistrali, rispettivamente per le professioni di odontoiatra, farmacista, veterinario e psicologo, nonché alle lauree professionalizzanti per l’esercizio delle professioni tecniche di geometra laureato, agrotecnico laureato, perito agrario laureato e perito industriale laureato.

Il testo si articola su due caposaldi: la presenza del tirocinio pratico-valutativo all’interno dei corsi di studio; la concomitanza tra esame di laurea (con il quale si conseguirà il titolo accademico) ed esame di Stato (con il quale si conseguirà il titolo di abilitazione, previo superamento della prova pratica dinanzi a una commissione composta in maniera paritetica da docenti universitari e professionisti esperti, designati da Ordini e Collegi di riferimento).

Un impianto che ricorda molto da vicino la riforma del percorso di accesso alla professione presentata nel 2014 dalla categoria dei geometri, alla quale non si può non riconoscere la primogenitura di un’iniziativa che, nelle parole della ministra dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa, «è un segnale davvero importante: Governo e Parlamento stanno puntando realmente sui giovani, sulla loro formazione, sul futuro del Paese».

Su questi (ed altri) aspetti facciamo il punto con il presidente del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati Maurizio Savoncelli, che da tempo sostiene la necessità di configurare anche in Italia un modello di istruzione terziaria professionalizzante sull’esempio (vincente) della Germania e della Francia, oggi indicato dal Governo Draghi come una delle riforme portanti della “Missione 4: Istruzione e ricerca” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).

Maurizio Savoncelli | Presidente Consiglio Nazionale Geometri.

Presidente Savoncelli, la Camera ha dato il via libera al disegno di legge sui titoli universitari abilitanti: è soddisfatto?

Assolutamente si, e non potrebbe essere altrimenti: dubito che mi si possa accusare di presunzione se sottolineo la continuità tra il provvedimento approvato alla Camera (peraltro con 330 voti favorevoli e un solo contrario) e la riforma del percorso di accesso alla professione presentata nel 2014, la cui ratio è stata di seguito accolta sia nel disegno di legge “Disciplina della professione di geometra e norme per l’adeguamento delle disposizioni concernenti le relative competenze professionali” (incardinato in Commissione al Senato), sia nella classe di laurea LP01 “Professioni tecniche per l’edilizia e il territorio”, che identifica in maniera inequivocabile l’impianto di un percorso professionalizzante che, nella fattispecie, dà accesso alla professione di geometra laureato, evitando sovrapposizioni prevalentemente con le classi L7 Ingegneria Civile e Ambientale ed L23 Scienze e Tecniche dell’Edilizia, quindi con la L17 Scienze dell’architettura e la L21 Scienze della Pianificazione territoriale, urbanistica, paesaggistica e ambientale.

Il testo passa ora al Senato per la conversione in legge definitiva: prevede la stessa velocità e compattezza di approvazione registrate alla Camera?

Lo auspico fortemente, i segnali in questa direzione ci sono tutti, e non mi riferisco solo alla legittima ambizione di varare la prima riforma prevista dal Pnrr a poche settimane dalla sua approvazione, ufficializzata lo scorso 22 giugno dalla presidente del Consiglio Europeo Ursula von der Leyen. Ciò che si percepisce è soprattutto la convinzione, da parte della politica, della bontà di un progetto – quello delle lauree professionalizzanti abilitanti – che si è consolidato nel tempo grazie a una serie di passaggi condivisi negli ultimi sette anni: oltre alle iniziative in capo alla categoria dei geometri, ricordo il documento (ancora oggi attualissimo) sviluppato dalla “Cabina di regia per il coordinamento del sistema di istruzione tecnica superiore e lauree professionalizzanti” coordinata dall’ex Sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi;  il decreto Giannini 987/2016, il decreto Fedeli 935/2017, il decreto Bussetti 6/2018 e, infine, il decreto Manfredi 446/2020, che  mette fine alla sperimentazione definendo le nuove classi di laurea. Senza dimenticare il precedente più illustre: per fronteggiare la fase più acuta della pandemia da Covid–19, è stata resa abilitante la laurea in medicina e chirurgia.

In quel caso, una rivoluzione nel settore sanitario dettata dall’emergenza epidemiologica. Nel caso della rivoluzione nel settore delle professioni tecniche, a quale emergenza si fa riferimento?

Su tutte, a quella del lavoro giovanile: ridurre i tempi d’ingresso nel mondo del lavoro significa arginare la disoccupazione (passata dal 31,9% del 2019 al 33% del 2020, nella fascia 15-24 anni: peggio dell’Italia – in area Ocse – solo la Spagna), colmare il disallineamento tra percorsi di studio ed esigenze del mercato del lavoro (il cosiddetto skill mismatch), frenare il dilagante fenomeno dei NEET (Not in education, employment or training), passato dal 22,1% del 2019 al 23,3% nel 2020, nella fascia 15-29 anni: la percentuale più alta in Europa.

È questa la via per rendere finalmente l’Italia un paese per giovani?

È un passo importante per renderli protagonisti del rilancio del Paese: ho fiducia nella loro capacità di realizzare ciò che immaginano, mettendo a frutto il bagaglio di conoscenze e competenze che potranno acquisire in ambito accademico: pur rimandando a contesti lavorativi considerati tradizionali, le lauree professionalizzanti abilitanti interessate dalla riforma – tra le quali la LP01  “Professioni tecniche per l’edilizia e il territorio”, che abilita alla professione di geometra laureato – sono fortemente orientate al digitale e alla sostenibilità. Del resto, per assegnare concretezza alla visione dell’Italia disegnata nel Pnrr non serve creare nuove professioni, ma aggiornare quelle già esistenti con nuove discipline, ad elevato tasso di specializzazione e innovazione.

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