Punti di Vista | Pasquale Salvatore, Consiglio Nazioanale Geometri

«La metodologia Bim può e deve essere messa al servizio della sicurezza anti-sismica»

La metodologia Bim può e deve essere messa al servizio degli utenti anche in chiave di sicurezza anti-sismica, utilizzandola per documentare lo stato di conservazione del patrimonio edilizio e valutarne il grado di vulnerabilità. Tuttavia i vantaggi del Bim difficilmente potranno essere colti senza una presa d’atto della sua complessità, che deve partire dalla valutazione delle criticità applicative.
Pasquale Salvatore | Consiglio Nazionale Geometri. «Una delle criticità nell’applicazione del Bim è di natura economica: la prospettiva certa di una riduzione futura dei costi di gestione e manutenzione delle opere non deve indurre all’errore di sottovalutare l’entità degli investimenti in formazione e adeguamento tecnologico, prevalentemente a carico delle amministrazioni pubbliche».

«Lo scorso aprile è entrato in vigore il nuovo Codice appalti (dlgs 50/2016) che riscrive la disciplina dei contratti pubblici sul territorio italiano.

Tra le novità la progressiva introduzione di metodi e strumenti elettronici specifici quali quelli di modellazione per l’edilizia e le infrastrutture, nel cui ambito rientra il Bim. Sul tema il Consiglio Nazionale Geometri è molto attivo: dopo le indicazioni fornite in audizione presso la Commissione Bim costituita in seno al ministero delle infrastrutture e presieduta dal Provveditore alle Opere Pubbliche di Lombardia ed Emilia Romagna, Pietro Baratono, è impegnato a fornire nuovi elementi alla discussione nel corso dei dibattiti tecnici sul territorio.

La metodologia Bim può e deve essere messa al servizio degli utenti anche in chiave di sicurezza anti-sismica, utilizzandola per documentare lo stato di conservazione del patrimonio edilizio e valutarne il grado di vulnerabilità. Tuttavia i vantaggi del Bim difficilmente potranno essere colti senza una presa d’atto della sua complessità, che deve partire dalla valutazione delle criticità applicative.

La prima criticità è di ordine culturale e riguarda tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione delle opere. È indispensabile istituire momenti formativi, differenziati per livello e profilo tecnico, attivando sinergie tra il mondo dell’università, delle professioni, dell’industria, della normazione, delle imprese e della committenza, in particolare quella pubblica.

La seconda criticità è correlata alla gestione degli aspetti tecnici, in primis la necessità di uniformare il linguaggio dal punto di vista informatico. Un valore aggiunto del Bim è l’interoperabilità, ossia la capacità di far dialogare attività e oggetti, produttori e operatori, organizzazioni strutturate per le sole procedure interne o autonome con soggetti esterni al contesto aziendale: un processo complesso, che reca con sé implicazioni di carattere tecnico-industriale e normativo, con ricadute di tipo civilistico. Una sfida che può essere vinta con il concorso attivo dei professionisti di area tecnica, che quotidianamente utilizzano strumenti informatici.

E ancora, due assist per tutti i soggetti che condividono con il Consiglio Nazionale Geometri l’impegno a diffondere e ottimizzare l’utilizzo del Bim:
1. l’opportunità di studiare in che modo la sua applicazione possa essere estesa anche alle opere esistenti (e non solo alle fasi di progettazione o costruzione di quelle nuove) e in quello dei beni culturali;
2. la necessità di favorire la logica della multidisciplinarietà: il Bim non potrà trovare applicazione senza la convergenza metodologica da parte di tutti i soggetti coinvolti nella filiera. In altre parole: occorre puntare al gioco di squadra».

Pasquale Salvatore,
consigliere nazionale
Consiglio Nazionale Geometri

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