Formazione | Politecnico di Milano

La rivoluzione delle innovazioni digitali secondo Umberto Bertelé

Affollatissima «lectio magistralis» al Politecnico di Milano, con la quale Bertelé ha illustrato la rivoluzione che l'ultima ondata di innovazioni digitali sta provocando nel sistema delle imprese, i cambiamenti che essa induce nei nostri modi di vita, le sue pesanti ricadute sull'occupazione e sulla distribuzione del reddito.

È il motore del capitalismo, distruggere per rinnovare. Come nel caso dell’innovazione digitale degli ultimi anni. Con formidabili conseguenze per la società, l’occupazione, le imprese. Prendiamo il caso dello smartphone: non è solo un telefono mobile avanzato, ma è anche orologio, navigatore, tv, cinema, libro e quotidiano su carta, macchina fotografica e quant’altro. Produzioni e settori più o meno pesantemente colpiti.

Umberto Bertelé | Ordinario di Strategia e sistemi di pianificazione al Politecnico di Milano
Umberto Bertelé | Ordinario di Strategia e sistemi di pianificazione al Politecnico di Milano

Umberto Bertelé, veronese di origine e milanese di adozione, ordinario di Strategia e sistemi di pianificazione al Politecnico di Milano, ove si è laureato in ingegneria nel 1967 e ove è stato più di vent’anni fa tra i fondatori della Laurea in Ingegneria gestionale, ex-presidente della School of Management del Politecnico stesso, ne ha parlato in una affollatissima «lectio magistralis» dal titolo «Disruptive innovation». Luogo, il Politecnico, ovviamente. L’occasione, i 70 anni di età (del relatore), magnificamente portati.

Il tema, molto sentito a livello internazionale, ma entrato da poco nel dibattito del nostro Paese, affronta la rivoluzione che l’ultima ondata di innovazioni digitali sta provocando nel sistema delle imprese con la crescita vorticosa di alcuni soggetti e la caduta precipitosa di altri, i cambiamenti che essa induce nei nostri modi di vita, le sue pesanti ricadute sull’occupazione e sulla distribuzione del reddito, che rimettono potenzialmente in discussione gli stessi assetti socio-politici.
La riduzione dei consumi causata dalla recessione ha accentuato le conseguenze della rivoluzione. I lettori dei quotidiani italiani di carta, ad esempio, sono scesi in pochi decenni da 6 milioni a 4 milioni, ha chiuso un terzo delle edicole milanesi; regge il libro stampato dopo un calo consistente dovuto all’e-book, ma problemi avanzano, con le app, ad esempio per i tassisti (caso Uber). Saltando da un settore all’altro, impossibile soffermarsi su tutti, vediamo che anche le banche soffrono per la concorrenza dei pagamenti on line, così come i centri commerciali e i negozi a causa delle vendite su internet. Il 40% del prezzo delle auto sarà costituito dalla componente elettronica. Qualche azienda riscopre il vintage per acquirenti selezionati (e danarosi): la famosa Leica ha messo sul mercato un modello digitale di macchina fotografica uguale ad un modello del 1954, costo 15mila euro.
A fronte i colossi di internet (Apple, Google, la new entry cinese Alibaba ed altri) moltiplicano i guadagni in pochi anni, centinaia di miliardi di dollari.

Bertelé, che il rettore del Politecnico Giovanni Azzone ha ringraziato per l’apporto scientifico e per la capacità divulgativa, per l’occasione ha ricevuto un gradito regalo: i suoi colleghi, a cominciare dal rettore, Giuseppe Catalano, Vittorio Chiesa, Cristina Masella, Marco Giorgino, Giuliano Noci, Stefano Preda, Andrea Rangone gli hanno donato «Scritti in onore di Umberto Bertelé», un libro (Brioschi editore) che riassume le sue lezioni, i suoi articoli, le tappe della sua brillante carriera.

Benito Sicchiero

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