Recupero | Restauro conservativo

La valorizzazione di un percorso turistico

Il territorio di Clanezzo e dei corsi fluviali del Brembo e dell’Imagna al centro dell’intervento di restauro curato dall’arch. Leonardo Angelini che ha consentito di riportare in vita un angolo di paesaggio che stava lentamente morendo ridando funzionalità alla zona.
Leonardo Angelini: «manutenzione e conservazione… come il contadino» «L’area ricade nel territorio di Ubiale Clanezzo sulla sponda destra del Brembo, delimitato a sud dalla confluenza dell’Imagna nel Brembo e a nord dal torrente Brembilla. L’abitato di Ubiale Clanezzo, isolato rispetto ai territori circostanti, ha avuto bisogno di sviluppare comode e veloci vie di comunicazione per soddisfare le esigenze della popolazione. Tra queste i collegamenti con la sponda sinistra del Brembo dove scorreva l’arteria commerciale della Valle Brembana.  La più netta sensazione trasmessa dai percorsi nell’atto delle prime valutazioni preliminari al progetto fu la loro capacità di autoconservarsi in relazione all’utilizzo nel processo storico che ne ha determinato la formazione e la progressiva trasformazione – spiega l’arch. Leonardo Angelini, progettista e direttore dei lavori considerando che – i monumenti sono spesso tacciati di sindrome di autoconservazione, nel senso che restano uguali a loro stessi e talvolta muti mentori di una storia che non c’è più. In questa accezione non si inserisce certo la vicenda del nostro monumento, per il quale autoconservarsi è stato piegarsi o adattarsi via via nel migliore dei modi alla funzione che doveva svolgere.
Leonardo Angelini: «manutenzione e conservazione… come il contadino»
«L’area ricade nel territorio di Ubiale Clanezzo sulla sponda destra del Brembo, delimitato a sud dalla confluenza dell’Imagna nel Brembo e a nord dal torrente Brembilla. L’abitato di Ubiale Clanezzo, isolato rispetto ai territori circostanti, ha avuto bisogno di sviluppare comode e veloci vie di comunicazione per soddisfare le esigenze della popolazione. Tra queste i collegamenti con la sponda sinistra del Brembo dove scorreva l’arteria commerciale della Valle Brembana.
La più netta sensazione trasmessa dai percorsi nell’atto delle prime valutazioni preliminari al progetto fu la loro capacità di autoconservarsi in relazione all’utilizzo nel processo storico che ne ha determinato la formazione e la progressiva trasformazione – spiega l’arch. Leonardo Angelini, progettista e direttore dei lavori considerando che – i monumenti sono spesso tacciati di sindrome di autoconservazione, nel senso che restano uguali a loro stessi e talvolta muti mentori di una storia che non c’è più. In questa accezione non si inserisce certo la vicenda del nostro monumento, per il quale autoconservarsi è stato piegarsi o adattarsi via via nel migliore dei modi alla funzione che doveva svolgere.

L’intervento di restauro è stato realizzato con lo scopo di valorizzare turisticamente i percorsi storici che collegano Clanezzo e Almenno San Salvatore a Villa d’Almé attraversando il fiume Brembo e il torrente Imagna.
I manufatti sui quali si è intervenuti per restituire al percorso la più completa lettura storica e insieme la piena e sicura percorribilità, e già tra loro collegati sia per le funzioni svolte sia per la collocazione lungo un tracciato unitario, sono:
1. Il ponte sul torrente Imagna, realizzato intorno al X secolo, in pietra a una campata, immerso in una ricchissima varietà di vegetazione, che conduce in territorio di Almeno San Salvatore.
2. Il ponte sospeso che collega le due sponde del fiume realizzato alla fine dell’ 800, costituito da una passerella di legno sorretta da esili cavi in acciaio tenuti in tensione da due contrafforti in pietra, all’interno del contrafforte sulla sponda di Clanezzo vi sono dei sistemi di tenditori delle funi.
3. Il porto fluviale dal quale partiva il traghetto sul fiume Brembo, esistente già nel 1614, che consentiva il collegamento con la sponda sinistra in territorio di Villa d’Almè. Il progetto ha previsto anche l’inserimento di locali con destinazione museale, che ospitano raccolte documentarie sulla storia della zona e le sue relazioni con i territori circostanti con un book-shop e un locale di ristoro per i visitatori, servizi igienici per i turisti oltre a sale per riunioni di piccoli gruppi, esposizioni temporanee e iniziative culturali e un alloggio per il custode e gestore del bar.

Prima dei lavori. I ponti e i percorsi storici che collegano i centri abitati attraversando il fiume Brembo e il torrente Imagna prima dell’intervento di restauro e di valorizzazione turistica.
Prima dei lavori. I ponti e i percorsi storici che collegano i centri abitati attraversando il fiume Brembo e il torrente Imagna prima dell’intervento di restauro e di valorizzazione turistica.

Metodologia degli interventi. La prima fase del lavoro è stata l’individuazione e l’esecuzione delle corrette campionature che dovevano adeguarsi alle tecniche costruttive originariamente impiegate nella costruzione o nell’ammodernamento dei vari elementi costitutivi del percorso, tenendo presente che si è dovuto operare su manufatti oggetto di numerosi interventi avvenuti nei secoli e per i quali si è proceduto in una rigorosa logica di restauro conservativo.
Si è così provveduto a distinguere tra gli interventi di «restauro» o manutenzione corretti, per i quali è stata adottata una campagna di consolidamento, e quelli impropri per tipologia o materiali impiegati, per i quali si è proceduto alla rimozione e a un successivo rifacimento.

Prima dei lavori. Per il ponte in muratura sono stati eseguiti interventi di consolidamento, per il ponte sospeso interventi di conservazione delle parti metalliche e delle tavole in legno con integrazioni e sostituzione delle tavole di calpestio gravemente danneggiate.
Prima dei lavori. Per il ponte in muratura sono stati eseguiti interventi di consolidamento, per il ponte sospeso interventi di conservazione delle parti metalliche e delle tavole in legno con integrazioni e sostituzione delle tavole di calpestio gravemente danneggiate.

A maggiore prova della necessità di intervenire con metodologie e impiego di materiali tradizionali sono evidenti, per esempio negativo, interventi manutentivi realizzati con materiali inidonei quali malte eccessivamente cementizie o calcestruzzi i quali, pur avendo in una primissima fase offerto una apparente durevolezza, sono oggi in precario stato di stabilità, avulsi dall’insieme del manufatto e perciò non solo inutili ma, in qualche misura, dannosi e onerosi nella loro sostituzione.
Nel procedere alle varie fasi d’intervento si è seguito una sequenza in parte cronologica, intervenendo prima sui manufatti più antichi (il ponte medievale e i tratti originari di pavimentazione) per proseguire in seguito al restauro degli elementi più recenti.
Successivamente è stata eseguita la sostituzione delle alzate mancanti o gravemente compromesse, l’integrazione delle porzioni di pavimentazione in ciottolato mancante e la messa in livello delle zone disconnesse.

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Molteplici sono state le campionature eseguite, a seconda dei casi, per gli interventi d’integrazione, realizzate per le parti più antiche del percorso secondo la metodologia consona originaria, con malte a base di calce e inerti di adeguata granulometria e cromia in analogia alle porzioni originarie e utilizzo di elementi lapidei di grandi dimensioni o, per interventi più recenti da restaurare, di leganti additivati con cemento e impiego di pietrame di pezzatura inferiore e di forma squadrata.
È stato analizzato lo stato di degrado degli elementi lignei del ponte sospeso ottocentesco e la campionatura degli elementi metallici che sono stati sostituiti nel corso del delicato intervento di rimessa in livello della passerella stessa. Di pari passo con una corretta metodologia di restauro va, per la longevità del restauro stesso, la successiva conseguente campagna di osservazione del degrado e della relativa costante opera di manutenzione da pianificare al termine dell’intervento.

Il ponteggio e gli interventi di consolidamento con elementi metallici e tiranti in acciaio.
Il ponteggio e gli interventi di consolidamento con elementi metallici e tiranti in acciaio.

Il restauro del tracciato viario.
1. Eliminazione di tutta vegetazione infestante mediante una estirpazione meccanica che non ha compromesso i materiali della muratura e del paramento viario e aspersione con biocida per impedire l’attacco sulla superficie.

2. Integrazione delle lacune del ciottolato e delle alzate con utilizzo di materiali del tutto simili per natura tipologica e tonalità cromatica. Il paramento di calpestio, dopo pulitura e rimozione del materiale incoerente, è stato integrato dei componenti in pietra calcinata mancanti o particolarmente degradati, mediante ricostruzione sottolivello delle pendenze originarie con malte prive di sali solubili adeguate cromaticamente.

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3. Eliminazione di tutte le superfetazioni e i rappezzi cementizi di recente realizzazione, sostituzione degli elementi incongrui e integrazione delle parti mancanti del parapetto e delle murature di contenimento. L’intervento ha comportato la completa rimozione delle strutture in calcestruzzo (copertine e muri) e il rifacimento con pietrame e borlanti di fiume come i tipi esistenti allettati con malta additivata da legante idraulico. Per la ricucitura dei paramenti murari che presentavano porzioni mancanti e segni evidenti di dilavamento dei letti di malta, previa accurata pulitura e rimozione del materiale incoerente, è stata necessaria l’integrazione con materiali consoni e simili agli esistenti con impiego di malte a base di legante idraulico. La stilatura finale delle superfici è stata eseguita con malta di calce priva di sali solubili e sabbia di granulometria e tonalità cromatica simili a quella delle malte esistenti.

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4. Ripristino della funzionalità dei fori di scolo esistenti nei parapetti, la cui efficienza consente di evitare i fenomeni di dissesto delle strutture causati dalle piogge torrenziali. L’intervento è consistito nell’accurata pulizia con rimozione degli accumuli terrosi e vegetativi e nel successivo ripristino delle pendenze necessarie con letti di malta cementizia opportunamente livellati.

5. Trattamenti finali con applicazione su tutti i manufatti di protettivo tipo «Akeocard Co» additivato con alghicida.

6. Taglio di arbusti di noccioli, carpini e faggi all’esterno dei parapetti murari.

Alcuni esempi d’integrazione delle lacune del ciottolato e delle alzate con uso di materiali simili a quelli originari e viste delle ricostruzioni delle componenti in pietra calcinata mancanti tramite malte prive di sali solubili adeguate cromaticamente.
Alcuni esempi d’integrazione delle lacune del ciottolato e delle alzate con uso di materiali simili a quelli originari e viste delle ricostruzioni delle componenti in pietra calcinata mancanti tramite malte prive di sali solubili adeguate cromaticamente.

Interventi strutturali. Le verifiche effettuate sulle strutture esistenti, in particolare sui ponti di attraversamento, hanno confermato la stabilità e la capacità di sopportare i carichi previsti. Per il ponte in muratura che collega Clanezzo ad Almenno San Salvatore è stato eseguito un intervento di consolidamento mediante inserimento di tiranti in acciaio. Per il ponte sospeso che collega Clanezzo a Villa d’Almè, è stata realizzata una serie organica di interventi per la conservazione in perfetta efficienza delle strutture esistenti: pulitura e verniciatura delle parti metalliche e delle tavole di legno, integrazioni delle parti mancanti nel parapetto e sostituzione delle tavole di calpestio gravemente danneggiate.

Rimozione delle strutture in calcestruzzo, copertine e muri e rifacimento con pietre e borlanti di fiume come i tipi esistenti allettati con malta additivata da legante idraulico.
Rimozione delle strutture in calcestruzzo, copertine e muri e rifacimento con pietre e borlanti di fiume come i tipi esistenti allettati con malta additivata da legante idraulico.

Passerella pedonale sospesa. A seguito delle indagini statiche, la passerella sul fiume Brembo è risultata non in grado di portare il carico imposto dalla normativa: si è consigliato quindi di limitare il carico da folla e degli effetti dinamici attraverso il posizionamento di apposita segnalazione. È risultata in buono stato di conservazione per quanto riguarda gli elementi strutturali quindi gli interventi sono stati tesi alla manutenzione e alla riqualificazione dell’opera attraverso:
la sostituzione delle assi usurate poste a funzione di «marcapiede»
un trattamento di recupero delle opere in ferro
la messa a norma del parapetto attraverso l’inserimento di una rete protettiva che ha ridotto la spaziatura dei fori.

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Ponticello ad Arco sul torrente Imagna. Il manufatto detto «Dell’Attone» che collega i comuni di Ubiale Clanezzo e Almenno San Salvatore è un ponte ad arco in pietrame a campata unica di luce netta pari a 22.80 m per una larghezza di 3.60 m e una freccia di 12 m. Il ponte è impostato su spalle di antica formazione ammorsate sulle pendici rocciose scavate dal torrente Imagna.
Sopra l’arco, spesso 60 cm, è stato effettuato un riempimento con materiale arido contenuto con murici laterali e su cui è stata realizzato il piano di calpestio in acciottolato.
Sebbene il ponticello risalga attorno all’anno 1000, la struttura è stata trovata ancora in ottimo stato di conservazione. È stato previsto quindi un intervento conservativo rispettoso della tipicità e antichità del ponte con inserimento di tiranti e chiavi a vista per equilibrare le spinte laterali.

Chi ha fatto Cosa
Luogo Comuni di Clanezzo Almenno San Salvatore Villa d’Almè
Denominazione Valorizzazione del tratto terminale del torrente Imagna
Committente Comune di Clanezzo (Bg)
Progetto e direzione dei lavori Arch. Leonardo Angelini, Bergamo Ing. Sebastiano Moioli, Nembro (Bg)
Progetto strutturale Ing. Sebastiano Moioli, Nembro (Bg)
Responsabile sicurezza Ing. Sebastiano Moioli, Nembro (Bg)
Impresa esecutrice Tecnocostruzioni srl, Roma

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