Crediti fiscali

L’allarme del sistema edilizio bresciano per il blocco della cessione dei crediti

(...) «Il rischio di un tracollo è imminente. La questione crediti a oggi ammonta a 15 miliardi, soldi che i fornitori non hanno ancora ricevuto e che le stesse imprese non vedranno mai a compenso dei lavori eseguiti. Le imprese sono al limite e, se chiudessero, le conseguenze ricadrebbero su migliaia di famiglie».

Il Sistema edile bresciano, rappresentato da Ance Brescia, Cape, Eseb insieme alle sigle sindacali Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, si unisce alle preoccupanti considerazioni generate dalla notizia del blocco dell’acquisto dei crediti fiscali legati ai lavori di ristrutturazioni da parte degli enti pubblici.

L’iniziativa avanzata da diverse Regioni, che si sono proposte di prendere in carico i crediti cosiddetti “incagliati” per salvare le imprese dal tracollo e far procedere i lavori di riqualificazione energetica essenziali per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità entro il 2050, è stata frenata dal Governo con un divieto operativo sin da subito.

Nell’apprendere la novità il Sistema edile bresciano espone le proprie rimostranze per segnalare la gravità della situazione e le rischiose conseguenze alle quali si andrà incontro con tale scelta.

«Conseguenze che frenano il percorso di crescita e sviluppo intrapreso» sottolineano i vertici bresciani di Ance, Cape, Eseb, Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil. «La cessione del credito e lo sconto in fattura sono stati la chiave di volta per l’accelerazione degli interventi di riqualificazione. Fino a luglio 2020 le agevolazioni c’erano, ma i lavori non si facevano. Eliminare la cessione significa vanificare quanto fatto negando alle famiglie meno abbienti la possibilità di vivere in un ambiente più pulito, sicuro e sostenibile».

La questione assume una rilevanza preponderante anche a seguito della nuova direttiva europea Epbd per l’efficientamento energetico degli edifici, la quale a seguito dell’ultima approvazione della Commissione Itre del Parlamento europeo prevede che le abitazioni residenziali raggiungano almeno la classe energetica “E” entro il 2030 e la “D” entro il 2033.

Secondo una recente ricerca del Cresme, nel 2022 gli investimenti asseverati in Superbonus, pari allo 2,5% del Pil, hanno generato il 22% della crescita dell’economia italiana e lasciato al 2023 14 miliardi di euro di contributo alla crescita.

Mentre uno lo studio del Censis ha certificato come i 55 miliardi di euro investiti dallo Stato per il Superbonus abbiano attivato un valore della produzione totale pari ad almeno 115 miliardi di euro, coinvolgendo 900 mila unità di lavoro tra comparto dell’edilizia e settori collegati.

«Il rischio di un tracollo è imminente. La questione crediti a oggi ammonta a 15 miliardi, soldi che i fornitori non hanno ancora ricevuto e che le stesse imprese non vedranno mai a compenso dei lavori eseguiti. Le imprese sono al limite e, se chiudessero, le conseguenze ricadrebbero su migliaia di famiglie.

Non bisogna dimenticare che in ballo c’è ben di più. Le imprese che ora sono in difficoltà sono le stesse chiamate a ricostruire l’Italia e che dovranno fare i conti con il Pnrr. Non possiamo stare in silenzio, qui si rischia una rivolta» concludono all’unanime i vertici bresciani rappresentanti delle imprese e dei sindacati.

Ance Brescia – Cassa Assistenziale Paritetica Edile – Ente Sistema Edilizia Brescia (Eseb) – Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil

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