Cna | Misura delle detrazioni fiscali

Lavori edili: detrazioni fiscali che diventano crediti d’imposta

Secondo quanto asserito dalla Cna sarebbe necessario trasformare la natura delle detrazioni fiscali legate ai lavori di ristrutturazione e riqualificazione energetica in credito d’imposta cedibile, con le stesse percentuali, stessi limiti e disciplina.

Da un’analisi della Cna >>, che specifica come esista una stretta relazione tra la spesa per interventi tesi alla ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica degli edifici effettuata da famiglie e imprese con la misura delle detrazioni fiscali concesse, è emerso che nei primi 8 mesi dell’anno le spese sostenute dalle famiglie sono in linea con quelle sostenute nei mesi dello scorso anno, avendo già raggiunto la cifra di 15 miliardi di euro.
Ristrutturazione edileCome lo scorso anno. Nello specifico, considerando gli investimenti effettuati fino ad agosto di quest’anno, la riduzione rispetto agli stessi mesi del 2014 è pari a soli 214 milioni di euro, l’1,37% in meno rispetto a quelli registrati nei primi 8 mesi dello scorso anno. Dalla ricerca risulta che la combinazione tra la misura del 50% applicata sulle spese per la ristrutturazione delle abitazioni e del 65% per la riqualificazione energetica rappresenta un equilibrio che, secondo la Cna, deve essere «assolutamente mantenuto» a meno di ripercussioni notevoli dei servizi edili.
Credito d’imposta cedibile. Per la confederazione occorrerebbe trasformare la natura delle detrazioni fiscali legate ai lavori edili in «credito di imposta cedibile con le stesse percentuali e con la stessa disciplina e limiti»: cessione che deve essere effettuata dalla famiglia che provvede all’investimento direttamente all’istituto di credito. La cessione del credito al settore bancario di una rendita certa e garantita dallo Stato (per due lustri) permette alle famiglie e alle imprese di ottenere una somma immediata utile a finanziare l’investimento. Secondo quanto comunicato dalla Cna, per una spesa di 40mila euro a seguito della cessione del credito, l’istituto bancario potrebbe riconoscere 17 mila euro immediati prelevando dal conto corrente solamente la parte rimanente di 23 mila euro.

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