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Le imprese italiane che stanno realizzando opere private sfidanti

Una decina di imprese italiane si distinguono per l’impegno nel realizzare opere edilizie private sfidanti (in prevalenza grattacieli) nell’attuale difficile contesto di mercato in cui il rincaro di molti fattori della produzione mette a rischio la redditività dei contratti. E in rari casi si giocano le loro competenze per tentare la sorte in altri Paesi, normalmente europei, dove la concorrenza locale è più equilibrata.

Una decina di imprese italiane si distinguono per l’impegno nel realizzare opere edilizie private sfidanti (in prevalenza grattacieli) nell’attuale difficile contesto di mercato in cui il rincaro di molti fattori della produzione mette a rischio la redditività dei contratti. E in rari casi si giocano le loro competenze per tentare la sorte in altri Paesi, normalmente europei, dove la concorrenza locale è più equilibrata.

In questo articolo aggiorniamo l’attività delle imprese che stanno realizzando o appunto grattacieli (ai quali convenzionalmente attribuiamo un’altezza superiore agli 80 metri e che attualmente sono tutti a Milano) o complessi edilizi non così alti ma sfidanti per la loro tipologia, tecnologia, importo dei lavori o anche opportunità di rigenerazione urbana.

Un caso particolare, non esaminato, è quello del leader nazionale Webuild che, specializzato in opere pubbliche, si limita nel mercato privato (italiano) alla nuova sede di Eni (per conto di DeA Capital Real Estate progettato dagli statunitensi di Morphosis) a San Donato Milanese, la cui consegna è in ritardo rispetto alle attese iniziali). Al contrario incuriosiscono nuove realtà imprenditoriali che si affacciano a questo mercato.

In particolare due “new entry”: una società, che nasce come general contractor dal gruppo immobiliare Varallo, committente della “Torre Calvino 11” (82 metri) progettata da Scandurra Studio Architettura e un’impresa molto giovane, Tekton, che si cimenta nella tecnologicamente innovativa Torre S2C (42 metri) concepita da GaS Studio.

Carron è di recente subentrata a Itinera (che si concentra sui lavori in house del gruppo Gavio oltre che rafforzarsi all’estero) nella realizzazione di “Pirelli 35”, profonda ristrutturazione di un complesso direzionale milanese anni ’60 per conto di Coima, firmata dalla norvegese Snøhetta e Park Associati. L’edificio alto 10 piani e di 26 mila mq di superficie, le cui demolizioni sono state attuate da Armofer, comporterà lavori per oltre 70 milioni e sarà completato nel 2024.

CMB, prima impresa cooperativa, forte di un’esperienza che nell’ultimo decennio la ha vista costruire a Milano le torri Diamante, Solaria (a Porta Nuova), Generali e PwC (a CityLife) e ristrutturare la torre GalFa, è impegnata nella realizzazione di altri due edifici alti: il nuovo headquarter milanese di UnipolSai, firmato MC A (125 metri) e CittàContemporanea, complesso residenziale progettato da ACPV Architects nel quartiere di Cascina Merlata (Milano) che comprende una torre di 83 metri.

Colombo Costruzioni non ha al momento cantieri di grattacieli, pur avendo all’attivo edifici iconici che hanno trasformato lo skyline milanese come le due che si contendono il primato di altezza (UniCredit Tower e Torre Allianz) nonché il Bosco Verticale e più recentemente Gioia 22. È oggi impegnata nel prestigioso progetto (da 152 milioni) del nuovo headquarter Enel a Roma, riqualificazione di un edificio anni ’60 su un’area di 80 mila mq riprogettato da ACPV Architects. La sua vivibilità è assicurata da ampi spazi per i servizi alla persona: palestra, asilo, zone ristoro oltre a un auditorium.

Devero Costruzioni sta realizzando a Milano per conto del gruppo immobiliare Bluestone le Park Towers, due torri residenziali alte rispettivamente 23 e 16 piani (altezza massima 80 metri) che si svilupperanno su un’area di 8 mila mq su progetto di Asti Architetti. Il complesso, che include anche un edificio in linea di quattro piani, prevede la realizzazione di 129 appartamenti, una palestra, un’area coworking, un locale delivery e un parco privato di 5 mila mq.

Ediltecno Restauri, per conto di Carfin 92, è impegnata nella costruzione del suo primo grattacielo, Skydrop, nel quartiere milanese di Famagosta a uso uffici alto 96 metri, il cui progetto architettonico è curato da PRP Architettura, che sarà terminato entro il 2024. L’edificio (del valore di 31 milioni) avrà una superficie di 39 mila mq, di cui 3,5 mila ospiteranno terrazze con giardini pensili, e all’ultimo (20°) piano ospiterà un’area lounge.

ICM, dopo aver terminato lo scorso settembre il corporate center milanese di Accenture, continua la collaborazione con Coima con i lavori per Gioia 20, doppio edificio direzionale firmato ACPV Architects la cui torre più alta (est) raggiungerà i 98 metri (20 piani) mentre la seconda (ovest) si fermerà a 64 metri (11 piani). Inoltre a Ginevra sta lavorando (in raggruppamento con Cimolai) al prestigioso CERN Science Gateway, nuovo centro visitatori progettato da RPBW formato da cinque edifici che ospiteranno laboratori, spazi espositivi e un auditorium.

Impresa Percassi, che con Grassi & Crespi ha concluso i lavori del Bocconi Urban Campus firmato dalla società giapponese SANAA (63 milioni), è la più impegnata in grandi interventi di rigenerazione urbana. Forte dell’esperienza dello smart district Chorus Life a Bergamo, la cui conclusione è attesa per il 2023, facendo leva sulla forza del gruppo pluridisciplinare Costim, sta esportando il format: a Pietra Ligure, sotto forma di waterfront polifunzionale ed è coinvolta nella realizzazione del nuovo stadio di Cagliari, opera del valore di 130 milioni concepita da Progetto CMR.

Nessi & Majocchi, per conto di OPM (Impresa Rusconi e StormIT) sta ultimando il suo primo grattacielo, Torre Milano, edificio residenziale progettato da Beretta Associati alto 80 metri (24 piani) per un valore di quasi 30 milioni. L’opera prevede la costruzione su una superficie di 10,5 mila mq di 105 appartamenti, una zona wellness, uno spazio coworking, uno per riunioni ed eventi, un’area gioco per bambini e uno spazioso belvedere.

Pizzarotti, conclusa l’infelice esperienza newyorkese, dove l’opera più importante realizzata è il Marriott AC Hotel (alto 100 metri con 270 camere), è impegnata a Belgrado nella costruzione della Kula Tower, del valore di 165 milioni e alto 168 metri firmato dalla statunitense SOM (con la consulenza in fase esecutiva di ATIproject) parte del progetto immobiliare “Belgrade Waterfront”. L’edificio (41 piani) su una superficie di 75 mila mq ospiterà appartamenti, un hotel, un ristorante e un belvedere panoramico.

Rizzani de Eccher, che in Italia ha firmato nel 2015 il grattacielo Intesa Sanpaolo su progetto di RPBW (166 metri), è attiva in due importanti interventi nei Paesi Bassi: a Rotterdam, la Post Tower, di 150 metri firmata dalla statunitense ODA (i cui lavori, da 103 milioni, sono in jv con il gruppo belga Besix e hanno la società tedesca Drees & Sommer come project manager) che includerà 305 appartamenti e ad Amsterdam le Y-Towers di 110 e 102 metri firmate da Team V Achitectuur: la prima ospiterà un hotel da 579 camere, la seconda 250 appartamenti per un importo totale di 245 milioni.

Quanto al prossimo futuro si attendono con interesse gli esiti di tre gare di particolare rilievo: per la realizzazione della Torre A2A progettata da ACPV Architects, dell’avveniristica CityWave (concepita dalla società danese BIG) che completerà il business district di CityLife e del complesso residenziale Syre firmato Studio Marco Piva.

La tematica, in continua evoluzione, sarà approfondita il 22 giugno 2022, nell’undicesimo convegno Tall Buildings ospitato a Milano dalla Triennale.

di Aldo Norsa e Stefano Vecchiarino 

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