Imprese edili | Edilizia privata

Le maggiori imprese italiane dell’edilizia privata e il futuro prossimo

Se molte imprese nel mercato privato sembrano aver vissuto il 2020 con meno problemi che nel pubblico (rinegoziando contratti e riorganizzando cantieri con più flessibilità in una logica win-win) il 2021 sarà l’anno di un’improcrastinabile selezione, nella quale le migliori avranno più opportunità perché nelle crisi vince chi investe.

Il mercato dell’edilizia privata è talmente diverso dal pubblico (e non include le infrastrutture) da meritare un’analisi ad hoc sulla struttura dell’offerta. Enucleando un apposito studio da quello condotto sulle maggiori imprese di costruzioni (cfr. articolo del 3 dicembre) è stato pubblicato il Rapporto Classifiche 2020 che contiene due pagine di schede per ognuna delle maggiori 50 imprese con fatturato 2019 superiore a 18 milioni nel privato. Scaricabile dal sito www.guamari.it.

In Italia non solo il peso del privato è tale da rappresentare ormai un 75 percento degli investimenti in costruzioni (di cui 45 nel nuovo e 30 nel rinnovo) totalizzando nel 2019 qualcosa come 97 miliardi. Ma il miglior stato di salute delle imprese che vi operano rispetto a molte invischiate negli appalti pubblici ha spinto l’Ance a organizzare un webinar lo scorso 1° ottobre per mettere a fuoco le strategie.

La buona salute dell’offerta

Se il 2019 per tutte le 50 imprese in classifica è decisamente positivo, con fatturato (3,7 miliardi) e utile totale (95 milioni) in crescita del 15,5 e del 62,9 percento, ancora migliori sono i risultati delle 25 società davvero specializzate in edilizia privata (per oltre 85 percento), sia in conto terzi che con attività in proprio.

Queste fatturano 1,6 miliardi (più 30,1 percento) e aumentano gli utili del 76,4 percento ma restano ancorate al mercato domestico: esportano infatti solo 2 percento (a differenza delle poche imprese generali).

La crescita porta benefici anche alla redditività delle top 25 con miglioramenti dell’ebitda del 34 percento e dell’ebit del 47,5 percento, e allo stato patrimoniale che vede ridursi l’indebitamento del 31,7 percento e aumentare il patrimonio netto dell’11,9 percento.

Anche il portafoglio ordini (delle 15 imprese su 25 che lo comunicano) migliora del 32 percento mentre l’organico cresce del solo 3,9 percento.

Le migliori prestazioni

La classifica delle 25 imprese più specializzate è guidata da Techbau, seguita da Colombo Costruzioni e Impresa Percassi. La prima e la terza si segnalano inoltre per aver raddoppiato la cifra d’affari, superate solo da Grassi & Crespi, i cui ricavi salgono del 147,2 percento.

A livello reddituale si distinguono gli ebitda margin (margine operativo lordo su fatturato) di due imprese dalla spiccata vocazione immobiliare quali Giambelli (55,4 percento) e Guffanti A. (19 percento) e del leader del retail real estate Cds Costruzioni (44 percento). Le stesse tre imprese vantano i migliori ebit margin (margine operativo netto su fatturato), mentre Sa-Fer s’inserisce terza dopo Cds e Giambelli per il net margin (utile netto su fatturato).

Infine, delle nove società che vantano una posizione finanziaria netta attiva, i migliori risultati sono quelli di Sa-Fer (140,2 milioni), Tiemme Costruzioni Edili (52,3 milioni) e Techbau (44,4 milioni).

Quanto al posizionamento di mercato le imprese più attive nell’edilizia residenziale sono Building, Giambelli,  Ars Aedificandi, Borio Mangiarotti e Mangiavacchi Pedercini, fresca di fusione con Impresa Percassi, mentre il non residenziale ha come leader: Cds Costruzioni, attiva nel retail, Edile, nuova realtà del gruppo italo-americano Bizzi, Techbau, rilanciata dopo un passaggio nel gruppo Techint tra il 2010 e il 2013, Sa-Fer, forte di una collaborazione di lunga data con Esselunga e Setten Genesio, con portafoglio  lavori diversificato.

Se invece analizziamo chi predilige le opere ex-novo spiccano Edile, due imprese che operano in conto proprio quali Guffanti A. e Giambelli e due leader dell’industriale logistico Techbau e Cospe. Al contrario, le realtà che fanno del rinnovo il loro core business sono: Ediltecno Restauri, Cds Costruzioni, Ricci, Setten Genesio e Nessi & Majocchi.

Le “generali” in classifica

La classifica è arricchita da “big” delle costruzioni che pur non concentrandosi nell’edilizia privata hanno dimensioni tali da essere player di riferimento anche in questo campo. Nella top 10 spiccano, nell’ordine, nomi quali Pizzarotti, la cui attività nel privato è soprattutto all’estero (89,5 percento), Rizzani de Eccher, che con Codest International presidia il mercato ex-sovietico, Cmb, che realizza grattacieli in concorrenza con Colombo, Itinera, che negli ultimi due anni ha quasi decuplicato questo specifico fatturato, Carron, che si afferma nell’edilizia terziaria per grandi committenti, … non vi è invece stranamente interesse al mercato privato da parte di Webuild (né si attendono novità dopo la fusione con Astaldi).

Il futuro prossimo

Se molte imprese nel mercato privato sembrano aver vissuto il 2020 con meno problemi che nel pubblico (rinegoziando contratti e riorganizzando cantieri con più flessibilità in una logica win-win) il 2021 sarà l’anno di un’improcrastinabile selezione, nella quale le migliori avranno più opportunità perché nelle crisi vince chi investe. Soprattutto per agganciare una ripresa che il Cresme per l’anno prossimo stima nel 3,2 e 1,5 percento nel nuovo (residenziale e non residenziale) e nel 14 e 4 percento nel rinnovo (residenziale e non residenziale): non certo sufficiente a recuperare decrementi nel 2020 tutti superiori al dieci per cento.

a cura di Aldo Norsa 

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