L'intervista | Vanessa Pesenti, Presidente Ance Bergamo

Le nostre imprese fondamentali per l’utilizzo delle risorse del Pnrr

Vanessa Pesenti, presidente di Ance Bergamo, "I dati confermano nel breve e medio periodo un trend di crescita, che non deve farci tuttavia dimenticare la necessità di avere una risposta rapida e certa alle criticità che continuiamo a denunciare. Le nostre imprese sono fondamentali per l’utilizzo delle risorse del Pnrr, ma devono essere messe in grado di poter lavorare correttamente, vedendosi riconosciuto il giusto compenso e liberandoci una volta per tutte dalla burocrazia inutile". 

Il rapporto Unioncamere sull’edilizia in Lombardia nel terzo trimestre 2021 indica la continuazione di una consistente crescita del volume d’affari delle imprese lombarde delle costruzioni. Con i presidenti delle territoriali lombarde di Ance vediamo la situazione nelle diverse province, e con il presidente di Ance Lombardia, Tiziano Pavoni, tratteggiamo il quadro regionale. L’intervista all’ing. Vanessa Pesenti, presidente di Ance Bergamo

Vanessa Pesenti | Presidente di Ance Bergamo.

Presidente Pesenti, i dati bergamaschi in termini di crescita del volume d’affari rispecchiano le indicazioni generali della regione lombarda presentate da Unioncamere nel suo recente Rapporto?

Anche per Bergamo confermo l’andamento positivo; secondo Cassa Edile Bergamo, nel periodo che va da ottobre 2020 a settembre 2021 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (ottobre 2019 – settembre 2020), la massa salari è cresciuta del +24%, le ore lavorate del +23% e i lavoratori di circa il 10%.

Dati che ovviamente devono tener conto dell’emergenza sanitaria. Ma l’andamento è stato positivo anche in riferimento al corrispondente periodo del 2019 (ottobre 2018 – settembre 2019), con un aumento della massa salari del 14%. Il trend è stabile anche negli ultimi tre mesi dell’anno appena passato (ottobre, novembre e dicembre 2021) con un incremento di 3,4% della massa salari, di + 4,1% delle ore lavorate e di + 4 % dei lavoratori rispetto al 2020. 

Qual è lo stato dell’arte in questa fase dell’edilizia bergamasca?

I dati di settore – ribadisco – confermano il buon andamento dell’edilizia, sostenuta non solo dalla misura del superbonus ma anche dall’andamento positivo del mercato immobiliare e dalle risorse pubbliche, a cui presto si aggiungeranno i fondi del PNRR. L’emergenza sanitaria ci ha lasciato almeno un’eredità di cui dobbiamo fare tesoro: abbiamo capito che siamo interdipendenti e che serve la collaborazione di tutti per affrontare e risolvere i problemi. Questo ci aiuta a guardare al futuro con un pizzico in più di ottimismo.

Bergamo quali peculiarità territoriali presenta rispetto al resto della Lombardia?

Il territorio bergamasco è estremamente dinamico e caratterizzato da una storica vocazione imprenditoriale che costituisce l’asse portante di un sistema economico di grande valore, avvantaggiato dal fatto di trovarsi in una posizione favorevole rispetto alle regioni europee più importanti, collegate non solo attraverso l’aeroporto Il Caravaggio, terzo in Italia per numero di passeggeri, ma anche da una rete infrastrutturale che grazie alle risorse del Pnrr potrà essere ulteriormente potenziata. Nei prossimi mesi avremo inoltre modo di beneficiare delle iniziative attivate nell’ambito del progetto Bergamo Brescia Capitale italiana della Cultura, che darà un’importante spinta allo sviluppo della nostra provincia e anche del nostro settore.

Anche per la spinta del Superbonus, in questi mesi è cresciuto il numero di imprese del settore?

La misura del Superbonus ha sicuramente contribuito alla crescita del numero di imprese del settore, tanto che il 2021 si è chiuso con un aumento di imprese iscritte a Cassa Edile del 4,8%. Ma, il proliferare, in questi mesi – e proprio per le agevolazioni fiscali e anche per gli investimenti del Pnrr – di imprese edili è un aspetto che ci preoccupa parecchio (sebbene nella nostra provincia il fenomeno sembrerebbe non così evidente) e che stiamo monitorando attentamente. Non ci si può – e non ci si deve – improvvisare imprenditori, a maggior ragione se poi non si hanno neppure competenze specifiche. E la prima discriminante dovrebbero essere proprio le competenze. Oggi per avviare un’impresa edile è sufficiente aprire una partita Iva e registrarsi in Camera di commercio. Per questo siamo perfettamente in linea con la proposta del sistema Ance che prevede che anche in ambito privato – nel caso di interventi che beneficiano di incentivi o fondi pubblici – venga applicato lo stesso meccanismo che vale per il pubblico e cioè che l’azienda sia dotata della certificazione Soa (ma in alternativa ci si potrebbe affidare anche ad altri sistemi di qualificazione). Si tratta di un attestato che comprova la capacità economica e tecnica dell’impresa, quindi bilancio adeguato, referenze bancarie, attrezzature e personale qualificato. Come siamo favorevoli alla richiesta indirizzata al Governo di subordinare la concessione dei bonus fiscali al rispetto del contratto collettivo nazionale dell’edilizia. In questo modo sarebbe possibile garantire che gli sforzi messi in campo per la ripartenza economica e sostenibile del Paese, a cominciare dai bonus edilizi, siano rivolti esclusivamente a operatori qualificati, che rispettano tutti le stesse regole e che davvero pongono al primo posto la salute e la sicurezza dei lavoratori. E, in questo senso, l’appartenenza di un’impresa ad Ance Bergamo è una sorta di ulteriore garanzia che i cittadini possono verificare presso la nostra struttura.

E quelle del sistema Ance?

Grazie anche a un importante lavoro di marketing, numerose imprese si sono avvicinate alla nostra associazione, principalmente per necessità di assistenza e consulenza nei vari settori. In questo momento c’è un interesse particolare sia per la consulenza sul Superbonus, materia particolarmente complessa per via delle continue modifiche alle regole, sia per il supporto in tema di criticità del caro materiali e le possibili misure di compensazione. Tante imprese hanno chiesto di aderire ad Ance Bergamo riconoscendo il valore dell’attività associativa, testimoniata dai risultati raggiunti, con tanto impegno e fatica, in questi mesi.

Sul tema manodopera, quali sono i principali problemi, considerando sia i dipendenti diretti, sia l’apporto di professionisti esterni, immaginando che le attività spinte dal Superbonus, anche per la loro temporaneità, non sempre consentano di assumere, tanto meno a tempo indeterminato, figure tecniche e professionali?

La maggiore criticità (al di là delle problematiche relative alle procedure di assunzione) direi che è rappresentata essenzialmente dalla carenza di figure professionali, dovuta anche al fatto che dal 2008, quando è cominciato uno dei periodi più bui per l’edilizia, abbiamo continuato a perdere lavoratori. Oggi, al contrario e per fortuna, la domanda di lavoro è in crescita grazie alla prospettiva degli investimenti del Pnrr, delle agevolazioni fiscali e della ripresa del mercato immobiliare. Siamo dunque al lavoro per promuovere l’attrattività del nostro settore e lo sviluppo di percorsi formativi adeguati (per quest’ultimo aspetto la Scuola Edile ne è un esempio). Allo stesso modo siamo impegnati per promuovere il ricambio generazionale all’interno delle nostre aziende e abbassare l’età media dei nostri lavoratori, per dare continuità al nostro patrimonio di competenze e professionalità. Attraverso il gruppo dei Giovani imprenditori edili stiamo sviluppando progetti e nuove forme di collaborazione con Istituti superiori della provincia e con l’Università. L’evoluzione tecnologica che l’edilizia sta attraversando può essere volano di recupero di attrattività verso nuove generazioni di edili, da coniugare con il recupero di una manualità che rischia altrimenti di essere dispersa. Dobbiamo quindi continuare a lavorare sull’appeal della professione, smantellando i luoghi comuni sull’edilizia. Molti genitori fanno ancora fatica a immaginare per il proprio figlio un futuro da muratore. Ma il nostro settore è uno sbocco sicuro, che può portare anche a una carriera imprenditoriale.

Presidente, in generale quali sono le principali criticità che emergono dalle imprese in questo periodo?

In primis il caro materiali a cui si sta sommando pesantemente anche il caro energia e, appunto, la difficoltà nel reperire manodopera. Senza dimenticare la criticità “storica” delle complicazioni burocratiche e normative e della necessità di semplificazione.

E quali, invece, le specifiche opportunità?

In questo momento il mondo delle costruzioni è in grado di fare da traino per tutta l’economia e di garantire un importante effetto moltiplicatore delle risorse investite. Negli ultimi due anni abbiamo dato l’ennesima dimostrazione di resilienza e dinamicità – basti pensare alla riattivazione in tempi rapidi dei cantieri fermati nelle settimane del lockdown più duro – continuando con un’importante crescita, ancora prima della spinta del Superbonus. Il nostro settore poi è determinante per il raggiungimento degli obiettivi europei di riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2030, grazie alla possibilità di attivare concretamente i principi dello sviluppo sostenibile, che rispetti l’ambiente e garantisca la crescita economica e della società. E questo significa non solo riqualificare il patrimonio edilizio esistente (obsoleto, energivoro e spesso degradato), ma anche intervenire per lo sviluppo e la rigenerazione del territorio. Il fatto di avere dimostrato, dopo tanti anni di crisi e di fuga dal settore, quanto sia centrale il nostro ruolo è forse la nostra più grande opportunità.

Cosa vede in prospettiva per il settore nel breve e nel medio periodo?

I dati confermano nel breve e medio periodo un trend di crescita, che non deve farci tuttavia dimenticare la necessità di avere una risposta rapida e certa alle criticità che continuiamo a denunciare. Le nostre imprese sono fondamentali per l’utilizzo delle risorse del Pnrr, ma devono essere messe in grado di poter lavorare correttamente, vedendosi riconosciuto il giusto compenso e liberandoci una volta per tutte dalla burocrazia inutile.

di Adriano Baffelli

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