L'Intervista | Oliver Mantinger, Drees & Sommer Italia

Le nuove frontiere del project & construction management

"... Drees & Sommer ha creato un prodotto di consulenza che si chiama Blue modularity. Blue significa andare oltre il green, vale a dire sposare il green con l’economicità. Il nostro è un approccio olistico. Blue modularity significa concepire un edificio come un prodotto modulare. E la prefabbricazione si sposa inevitabilmente con la modularità sia spaziale che tecnologica".
Oliver Mantinger | Managing Director Drees & Sommer Italia.

Lui è Oliver Mantinger, architetto che vanta una lunga esperienza nel settore delle costruzioni. Entrato nel 2012 in Drees & Sommer come project partner, ha lavorato nel nostro Paese ai più importanti progetti della società internazionale: dagli headquarter di Siemens e Mercedes Benz a Milano e Roma all’ampliamento della sede Lamborghini di Sant’Agata Bolognese, fino al più recente smart district Milano4You. In pochi anni è arrivato a dirigere la struttura italiana della società. A lui Imprese Edili ha chiesto di illustrare l’approccio di Drees & Sommer in materia di edilizia off-site.

Sulla base della vostra pluriennale esperienza e della volontà d’innovare il processo produttivo edilizio, che valutazione date del livello d’innovazione esistente nel settore delle costruzioni in Italia?

Nel nostro campo, l’innovazione è storicamente piuttosto lenta, non solo in Italia, ma in generale. Le costruzioni non riescono a sostenere ritmi di innovazione tipici di altri settori industriali, come la meccanica. I cicli innovativi sono lenti e costruiamo ancora per tanti aspetti come cento anni fa. Purtroppo, non riusciamo a cogliere l’esigenza dell’aumento di produttività che contraddistingue altri settori. Certamente, di prefabbricazione e di innovazione del processo produttivo edilizio se ne parla tanto, colgo anche la volontà di procedere in questa direzione, però ci sono difficoltà concrete. In questo momento storico, in Italia, c’è voglia di innovare, di cambiare e di capire come procedere nella direzione dell’innovazione. E questa è già una buona base di partenza.

Rispetto alla filiera delle costruzioni, in quale segmento occorrerebbe intervenire prioritariamente per migliorare la qualità finale del prodotto edilizio?

Questo è un tema importante, che si collega a quello della prefabbricazione e dell’innovazione. Attualmente, nel processo di realizzazione del progetto, esiste una netta divisione tra progettazione e costruzione. Quello che stiamo registrando è che questo tipo di approccio è limitante, soprattutto quando parliamo di prefabbricazione e nuovi sistemi costruttivi. Servirà introdurre un sistema di partnering, in cui l’impresa di costruzioni e quelle produttrici di sistemi dovranno essere a bordo fin dal progetto preliminare. Una modalità nuova, che stiamo discutendo con diversi nostri partner e con quelle imprese che hanno voglia di maggior integrazione e presenza fin dai primi momenti del processo progettuale e costruttivo. È un cambiamento culturale, che verifichiamo dappertutto, non solo in Italia.

Secondo voi è preferibile lavorare con i progettisti incaricati o direttamente con la committenza?

Il nostro core business è il project & construction management e la consulenza nel Real
Estate. Il nostro cliente è la committenza. In un progetto noi siamo un’estensione del committente. Siamo indipendenti sia dai progettisti che dalle imprese, ciò per garantire
la nostra autonomia come consulenti di un developer o di una corporate.

In sintesi, qual è il principale punto di forza della vostra proposta tecnica?

Drees & Sommer ha creato un prodotto di consulenza che si chiama Blue modularity. Blue significa andare oltre il green, vale a dire sposare il green con l’economicità. Il nostro è un approccio olistico. Blue modularity significa concepire un edificio come un prodotto modulare. E la prefabbricazione si sposa inevitabilmente con la modularità sia spaziale che tecnologica. Per i nostri progetti noi preferiamo un approccio taylor made, non ripetitivo e operiamo attraverso una nostra griglia coordinata di progetto. Ad esempio, la sede Roche a Basilea, per conto della quale stiamo costruendo la seconda torre, è stata concepita secondo una logica di modularità spaziale, tecnologica e impiantistica, per cui i moduli impiantistici realizzati in stabilimento arrivano giá preassemblati in cantiere per essere semplicemente installati.

Drees & Sommer punta sull’edilizia off-site. Un giudizio sulla situazione italiana. Perché è così poco diffusa? Quali sono i punti critici e su quali leve occorre agire per industrializzare l’edilizia?

Credo che ci siano due elementi che possono spiegare tale differenza. Il primo dipende dal fatto che in Italia sono meno presenti materiali come il legno e l’acciaio, tipici della prefabbricazione. Nei Paesi nordici esiste invece una tradizione costruttiva che si basa proprio su questi materiali. In questi Paesi si sono sviluppati processi produttivi anche complessi, come il tridimensionale, che fondano la propria forza su materiali costruttivi differenti. In Italia esiste una tradizione costruttiva che si basa su laterizio e cemento armato. Vi è poi un diverso orientamento normativo. In Italia, le norme antincendio e antisismiche, ad esempio, hanno standard di compatibilità assai elevati, per cui i materiali differenti dal laterizio e dal cemento armato sono, in qualche modo, indirettamente penalizzati.

Intervista a cura di Pietro Mezzi

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