Edilizia privata | I maggiori Player

L’edilizia privata fa crescere le imprese

Il primo dato che balza all’occhio è la forte crescita di fatturato che ha generalmente interessato le imprese del privato dopo un esercizio 2020 caratterizzato da temporanee chiusure dei cantieri per l’emergenza covid: sono infatti solo tre a ridurre il giro d’affari totale nel 2021 e cinque se si analizza solo l’attività nell’edilizia privata.

La raccolta dei dati in preparazione del quarto “Rapporto Classifiche 2022 – Le Prime 50 Imprese dell’Edilizia Privata”, edito dalla società Guamari, che sarà pubblicato il prossimo novembre, già oggi fornisce utili indicazioni sull’andamento dei maggiori player del settore potendo contare sui questionari compilati già da 28 società che hanno i numeri per entrare in classifica.

Il comparto è di particolare interesse e attualità perché, soprattutto nel caso delle imprese meno favorite dai grandi committenti istituzionali, nel 2021 ha potuto beneficiare della fase di avvio della politica dei superbonus prima di alcune “inversioni di rotta” che attualmente stanno creando discontinuità.

Il primo dato che balza all’occhio è la forte crescita di fatturato che ha generalmente interessato le imprese del privato dopo un esercizio 2020 caratterizzato da temporanee chiusure dei cantieri per l’emergenza covid: sono infatti solo tre a ridurre il giro d’affari totale nel 2021 e cinque se si analizza solo l’attività nell’edilizia privata.

Viceversa sono quattro (tutte attive esclusivamente nel privato) le realtà che più che raddoppiano la produzione nell’ultimo anno: GSE Italia, filiale dell’omonimo gruppo francese (a sua volta controllato dal tedesco Goldbeck) specializzata in edilizia logistica/industriale; CDS Costruzioni, che dopo il forte calo del 2020 torna a crescere grazie al grande progetto di rigenerazione urbana del Waterfront di Levante a Genova (sviluppato dal proprio gruppo); oltre a due imprese con una forte vocazione immobiliare quali Devero Costruzioni e Guffanti A. (gruppo Ginvest).

Se l’attuale tasso di inflazione (pur diversamente distribuito nei diversi settori della filiera) fa temere un 2022 di crescenti difficoltà (soprattutto in un mercato privato nel quale gli adeguamenti dei prezzi non sono affatto scontati) quanto emerge nel 2021 dalla redditività del campione di aziende in esame è un quadro ancora roseo, soprattutto se confrontato col problematico esercizio precedente.

Ebitda, ebit e risultato netto delle 28 grandi imprese mostrano un netto miglioramento: la sola Rizzani de Eccher (che ha raggiunto un fatturato di 270 milioni nella sola edilizia privata e di 510 in totale) chiude il bilancio in perdita, pur ridotta del 37 percento, in attesa di risultati migliori per la sua scelta di puntare sull’Europa.

Calcolando un indice significativo come l’ebitda margin (margine operativo lordo su fatturato) brillano due società diversificate nell’immobiliare come Giambelli (26,8 percento) e Guffanti A. (25,2 percento) oltre a Vitali (12,9 percento) che sceglie le migliori opportunità tra edilizia e infrastrutture, mentre per net margin (utile netto su fatturato) alle prime due si affianca l’impresa CEV che, attiva esclusivamente nel privato, nel 2021 ha concentrato la propria attività nell’edilizia residenziale e ricettiva.

Anche l’indebitamento finanziario netto delle 27 imprese che a oggi hanno fornito il dato risulta migliorato (cioè si è ridotto del 5 percento) e otto imprese (sette nel 2020) vantano un’ambita posizione attiva, tra queste spiccano: Colombo Costruzioni (27,8 milioni), GKSD Edile (15,6 milioni), impresa in-house del gruppo sanitario San Donato e Borio Mangiarotti (9,8 milioni).

Anche il portafoglio ordini nella sola edilizia privata aumenta rispetto al 2020 del 10,7 percento (ma solo 20 imprese hanno fornito il dato) e i dipendenti dell’intero lotto crescono dell’11 percento (superando le 5 mila unità).

di Aldo Norsa e Stefano Vecchiarino 

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