Legge di stabilità 2015 | I provvedimenti alla Camera dei Deputati

Legge di stabilità: le misure approvate alla Camera passano ora al vaglio del Senato

Entro questo mese le misure dovranno essere approvate dal Senato. Per le imprese deliberati i provvedimenti per potenziare il credito d’imposta sulla ricerca, nuovo forfait per le partite Iva e 400 milioni in più per l’attuazione del Jobs Act.

Ora si andrà al vaglio del Senato: il Governo intanto ha raggiunto il primo nullaosta al ddl di stabilità. L’Esecutivo si è allineato alle osservazioni espresse dall’Ue al ddl e ha introdotto, durante l’esame in Commissione Bilancio, misure aggiuntive per 4,5 miliardi, riducendo dal 2,9% al 2,6% l’indebitamento netto per il 2015.Bonus edilizia

Si tratta di una manovra di 32 miliardi, che produrrà misure espansive con un peggioramento dei saldi per 5,9 miliardi e occorre segnalare che, a garanzia dei tagli attesi sulle spese dei comuni, dei Ministeri e delle regioni, il Governo ha posto una clausola di salvaguardia, con aumenti dell’Iva in grado di assicurare maggior gettito per 12,8 miliardi nel 2016 e per 19,2 miliardi nel 2017, oltre a 700 milioni di maggiori accise. Entriamo nel merito dei provvedimenti.

Bonus edilizia. Conferma del credito d’imposta per i lavori di riqualificazione e di efficientamento energetico ai livelli massimi del 50% e del 65%. La novità è la conferma dell’incentivo nel 2015 al livello del 65% anche per i lavori di prevenzione antisismica che già godevano del beneficio lo scorso anno ma erano stati riportati al livello del 50% dal disegno di Legge di stabilità.

Clausola di salvaguardia. Su imprese e famiglie incombono più di una clausola di salvaguardia che prevedono l’aumento fino a 2,5 punti dell’aliquota Iva ordinaria, che oggi è al 22%, e l’aumento di 2 punti di quella ridotta del 10%. Lo scopo è quello di avere un maggior gettito per 12,8 miliardi per il 2016 e 19,2 per il 2017. Inoltre, c’è la clausola da 700 milioni di euro con l’aumento delle accise su gasolio e benzina.
Il Governo ha comunque assicurato che le clausole non scatteranno, anche se a queste clausole si aggiunge quella da 1,7 miliardi di aumenti sulle accise già dal 30 giugno, se non arriverà il nullaosta della Eu al reverse charge per la grande distribuzione (728 milioni) e allo split payment (988 milioni).Ammortizzatori sociali

Ammortizzatori sociali. È stato costituito un apposito fondo per l’attuazione del Jobs Act. La dotazione del fondo è stata innalzata da 2 a 2,4 miliardi: i 400 milioni aggiuntivi, che saranno suddivisi in 200 per il 2015 e 200 per il 2016, andranno a copertura del riordino degli ammortizzatori sociali previsti dalla delega (oggetto di un dlgs entro gennaio).
Per quanto concerne l’Aspi, è prevista una parificazione della disciplina riguardante i trattamenti ordinari e i trattamenti brevi, rapportando la durata delle tutele alla storia contributiva del lavoratore.

Tfr. Deliberata l’anticipazione del Tfr in busta paga in forma sperimentale nel periodo 1° marzo 2015 – 30 giugno 2018 per i lavoratori del settore privato che ne fanno richiesta. Nodo della norma è il regime fiscale delle quote erogate: si prevede la tassazione ordinaria. Il Governo non sembra d’accordo a far scattare la tassazione separata prevista sulle liquidazioni erogate a fine carriera.
È stata innalzata dall’11,5% al 17% l’aliquota sulla rivalutazione del Trattamento di fine rapporto.Partite Iva

Partite Iva. La revisione dei regimi fiscali semplificati per le partite Iva è stata deliberata con la Legge di stabilità. Per i minimi che operano come lavoratori autonomi o professionisti è prevista un’imposta sostitutiva del 15%. Con soglie di compensi e ricavi diverse a seconda del tipo di attività esercitata (con variazioni per le attività professionali e per il commercio e con specifici coefficienti di redditività). È stata ipotizzata anche una riduzione dei minimali contributivi.
Tra le possibili modifiche per favorire l’ingresso dei professionisti la soglia dei compensi di 15mila euro verrà elevata a 20mila euro.

Compensazione debiti-crediti. Inserita la possibilità per le imprese in credito con la pa di compensare i debiti fiscali coi crediti commerciali. Il Governo ha concesso solamente una proroga di quanto già previsto per il 2014. Anche nel 2015 saranno compensabili i debiti fiscali coi crediti non prescritti, certi, liquidi, esigibili, maturati dalle imprese nei confronti della pa per forniture, appalti, servizi professionali.
Per quanto concerne le regole attuative, si dovrà metter mano ad un nuovo decreto del Mef e del Ministero dello Sviluppo economico.Ricerca

Ricerca. È stato mutato il credito d’imposta per la ricerca, introdotto dal dl Destinazione Italia ma mai attuato. Il bonus passa dal 50% al 25%, salvo che per le spese relative al personale altamente qualificato, delle spese sostenute in più rispetto alla media degli stessi investimenti realizzati nei tre periodi di imposta precedenti. L’incentivo è rivolto agli investimenti incrementali ma penalizza le imprese che mantengono costante nel tempo la quota di fondi per la ricerca.
È stato introdotto un regime di tassazione agevolata, definito Patent box, che esclude dal reddito il 50% dei redditi derivanti dall’uso di beni immateriali quali brevetti e marchi.

Nuova Sabatini. Rifinanziata la cosiddetta Nuova Sabatini, che concede finanziamenti agevolati alle imprese che investono acquisendo nuovi macchinari. È salito da 2,5 a 5 miliardi il limite massimo della Cassa depositi e prestiti per la provvista agli istituti bancari per la concessione del credito e preventivate nuove risorse per i contributi statali. Nello specifico:

  • 12 milioni nel 2015
  • 31,6 milioni nel 2016
  • 46,6 milioni nel 2017
  • 46,6 milioni nel 2018
  • 39,1 milioni nel 2019
  • 31,3 milioni nel 2020
  • 9,9 milioni nel 2021.

Imu macchinari. Si sta deliberando l’introduzione di una disciplina transitoria sulla tassazione degli immobili strumentali secondo cui, se la rendita catastale dal prossimo 1° gennaio 2015 subisce una variazione in aumento a causa delle verifiche del Fisco in relazione alle componenti impiantistiche dei fabbricati stessi, la variazione in aumento non andrà ad incrementare la base imponibile dei tributi locali.

Coesione territoriale. Inserita la norma riguardante la riforma del Fondo sviluppo coesione (Fsc), l’ex-Fas, che riprende la delibera Cipe per la ripartizione delle risorse già prevista dalla Legge di stabilità 2014 per il 31 marzo 2014. Il nuovo termine è il 30 aprile del prossimo anno. Inoltre, è stata composta una cabina di regia che dovrà definire i piani operativi.
L’80% delle risorse dovrà andare al sud.

Comuni. Una serie di misure servirà ad alleggerire il patto di stabilità interno lasciando inalterato il contributo chiesto agli enti locali, che potranno ridurre le proprie spese anche attraverso il capitolo conto capitale (investimenti) e non solo quello corrente. Dal patto sono esclusi i comuni istituiti a seguito di fusione dal 2011 in poi per i cinque anni successivi alla fusione.
Esteso a 30 anni il periodo entro il quale ripianare il disavanzo di amministrazione accertato al 1° gennaio 2015. Prevista una durata trentennale per i mutui derivanti dalle nuove rinegoziazioni per il rimborso di passività connesse all’emissione di strumenti di obbligazioni da parte dell’ente locale.

Ministeri. L’intervento riguardante i tagli alla spesa pubblica previsto dalla Legge di stabilità resta quello indicato ad ottobre dalla relazione tecnica: ovvero 2,3 miliardi in termini di indebitamento netto. Risparmio che sale nel 2017 a 2,450 miliardi.

Regioni. Messo in moto un contributo aggiuntivo alla finanza pubblica relativo ad ognuno degli anni dal 2015 al 2018, pari a 4 miliardi di euro, ripartito tra le regioni a statuto ordinario e quelle a statuto speciale (e le province autonome).
Introdotta un’altra possibilità per le regioni che hanno ottenuto anticipazioni di liquidità per il pagamento dei debiti: di conseguenza per queste viene meno l’obbligo del pareggio di bilancio per la sottoscrizione dei nuovi mutui.Ricerca lavoro

Costo del lavoro. Costo del lavoro meno pesante per le nuove assunzioni a tempo determinato. Per i contratti con validità dal 1° gennaio 2015 e stipulati entro il corso del prossimo anno le imprese sono esonerate dal versamento dei contributi previdenziali a loro carico nel limite massimo di 8.060 euro annui per un periodo massimo di 36 mesi.
La norma ha previsto, per i datori di lavoro che fino al 31 dicembre 2012 hanno assunto lavoratori in mobilità licenziati da imprese con meno di 15 dipendenti, uno sgravio con l’applicazione dell’aliquota contributiva fissata per gli apprendisti al 10% per un periodo di 18 mesi per i contratti a tempo indeterminato e di 12 mesi per i contratti a termine.

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