Eventi | Mosaico Italia: raccontare il futuro

L’evoluzione dell’abitare sociale alla Rassegna urbanistica dell’Inu

La Run dell’Inu, a Riva del Garda dal 3 al 6 aprile 2019, sarà un’opportunità per approfondire il tema dell'abitare sociale, visti gli evidenti mutamenti che stanno caratterizzando il settore. L’Inu vi lavora attraverso la Community “Politiche e servizi per l’abitare sociale”, coordinata da Laura Pogliani, che individua in questo campo un cambiamento radicale.

«Mosaico Italia: raccontare il futuro», la settima Rassegna urbanistica nazionale dell’Istituto Nazionale di Urbanistica si terrà a Riva del Garda dal 3 al 6 aprile 2019.

Sarà un’opportunità decisiva per fotografare, attraverso l’esposizione e gli incontri di approfondimento, lo stato dell’arte della pianificazione e del governo del territorio, e attraverso le progettualità tracciarne le prospettive di cambiamento ed evoluzione.

Tra i temi l’abitare sociale

Tra i temi che saranno al centro dell’evento non poteva mancare l’abitare sociale, visti gli evidenti mutamenti che stanno caratterizzando il settore. L’Inu vi lavora attraverso la Community “Politiche e servizi per l’abitare sociale”, coordinata da Laura Pogliani, che individua nel campo dell’abitare sociale un cambiamento radicale.

Laura Pogliani | Coordinatrice Politiche e servizi per l’abitare sociale Inu,

Laura Pogliani | Domanda e offerta sono cambiate

«Innanzitutto sul fronte della domanda, che in questi anni si è molto articolata e frammentata. Oramai non esiste solo la domanda dei soggetti più fragili ma anche delle fasce di popolazione che un tempo non avevano un bisogno così evidente di un accesso più favorevole alla casa. Per esempio i giovani, le famiglie che sono aumentate e si sono frammentate: la domanda cresce e si è diversificata, richiede un’attenzione verso più condizioni ed esigenze. Il cambiamento si avverte anche sul versante dell’offerta: è scomparsa quella di case di tipo economico popolare, che avevano caratterizzato l’edilizia pubblica fino agli anni Ottanta del secolo scorso, e nello stesso tempo sulla base della legislazione nazionale e regionale è cresciuto un tipo di offerta che può coprire una fascia intermedia. Sono le esperienze di social housing che hanno il limite di avere una dimensione quantitativa molto contenuta se comparata con la produzione di edilizia pubblica nei decenni scorsi, che ha portato a realizzare nel nostro Paese un totale di circa 900mila alloggi.  I numeri del social housing, sebbene in crescita, non sono comparabili, con le poche migliaia di unità per giunta concentrate in alcune città del Nord. D’altro canto queste proposte presentano un contenuto innovativo interessante, cercano di incrociare una domanda più articolata e complessa e portano innovazione nei quartieri, ad esempio attraverso la figura del gestore sociale, un modo attraverso cui si costruisce socialità in questi nuovi complessi di housing sociale. Aspetto comunque molto importante, perché è fondamentale che non si parli solo di quantità ma di un sistema di servizi. Sono state avviate sperimentazioni interessanti, ad esempio quartieri di housing sociale a Milano dove sono previsti piccoli negozi, il sostegno a laboratori artigianali, spazi di comunità, oppure la presenza di orti comunitari dove vengono sviluppate attività di servizio che rendono più vivibili quegli spazi».

Nel campo dell’abitare sociale si assiste a un grande fermento e ad esperienze ad alto tasso d’innovazione, non ancora in grado tuttavia, di “mettere in campo” numeri che reggano una domanda imponente.

È una questione di attenzione delle politiche pubbliche verso un problema che si cita ma non si vuole affrontare, richiede attenzione e continuità, anche se vi sono eccezioni virtuose.  Altri nodi si sovrappongono: l’abusivismo, i problemi di gestione degli alloggi e di sottoutilizzo degli spazi.

Occorre dedicare la giusta attenzione a questo tema e cominciare a considerarlo un tema fondamentale dell’agenda politica, e fatto ciò ragionare sulle diverse forme, pensare a ciascuna delle soluzioni, agli investimenti necessari.

Potrebbero essere create, ad esempio, delle vere e proprie agenzie metropolitane che si pongano come facilitatrici dell’incontro tra domanda e offerta, magari dei modi migliori di coinvolgere l’edilizia privata. E’ un campo che va esplorato, a partire dal punto di vista conoscitivo.

La Community “Politiche e servizi per l’abitare sociale” dell’Inu, assieme al Laboratorio Maud del Dipartimento Architettura e Studi urbani del Politecnico di Milano, ha avviato per questo una prima ricerca sui vari tipo di affitto in Italia, analizzandoli non solo dal punto di vista della mera quantità ma anche della distribuzione geografica.

La Run dell’Inu, a Riva del Garda dal 3 al 6 aprile 2019, sarà un’opportunità per approfondire i temi.

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