Construction Cost Index 2022

Studio Arcadis: impennata dei costi di costruzione e aumento dell’incertezza nei mercati occidentali

Arcadis ha pubblicato l'International Construction Cost Index 2022 in cui mostra tutte le nuove difficoltà dell'industria delle costruzioni. Londra torna ad essere la città con i costi di costruzione più alti al mondo. Milano e Roma perdono 6 posizioni nonostante una crescita del 10%. Ma nel 2021 l’edilizia in Italia si è ripresa molto meglio che in Francia e Germania, ripresa trainata dai bonus casa.
Arcadis | International Construction Cost Index 2022.

Lo studio di Arcadis ha pubblicato, prima della guerra in Ucraina, l’International Construction Cost Index 2022 sulla base di un’analisi comparativa dei costi di costruzione globali.

Londra è prima di 100 città, seguita da Ginevra e OsloMilano e Roma restano a metà classifica perdendo 6 posizioni ciascuna ma rivelando un aumento dei costi di costruzione pari al 10% nell’ultimo anno.

La discesa in classifica significa dunque che l’incremento dei costi è stato meno veloce e meno forte rispetto a quello registrato da molte delle città americane, ad esempio, che hanno scalato la classifica aiutate anche dall’apprezzamento del dollaro (che è cresciuto in media del 5% in più rispetto alla maggior parte delle valute).

Tendenze al rialzo anche in Uk e Germania.  Le ultime posizioni sono occupate da città asiatiche e indiane. Lo studio di Arcadis mostra dunque, come i mercati occidentali registrino aumenti dei costi di costruzione a doppia cifra.

In generale, le cause vanno ricercate in una combinazione di fattori – tra cui l’aumento dei costi dell’energia, la carenza di materiali e la disponibilità di manodopera – insieme all’elevata domanda settoriale, in particolare residenziale e industriale.

In Italia proprio il divario tra domanda e offerta ha trainato la ripresa, superando quella francese e tedesca, complici, se non principali responsabili, i vari bonus per le ristrutturazioni.

Report Arcadis | Edilizia in Italia.

In Asia il quadro è misto, con costi che sono rimasti in gran parte stabili – eccezione fatta per Singapore, dove le difficoltà di accesso al lavoro hanno generato alti livelli di inflazione. In Australia e nel Medio Oriente, d’altra parte, la domanda non è stata all’altezza delle aspettative, il mercato è diventato più competitivo e una parte significativa dei costi è stata assorbita dalla catena di approvvigionamento. Questo ha fatto sì che località come Melbourne e Sydney scendessero di ben 10 posizioni nella classifica 2022.

Di fronte alle continue carenze di materiali, l’efficienza e la produttività rimangono un must e dal report di Arcadis emerge esattamente come prodotti e soluzioni digitali siano fondamentali per affrontare la scarsità di risorse e ridurre gli sprechi, così come lo è l’attenzione all’intero ciclo di vita di un progetto rispetto al costo dei ritorni a breve termine.

A questo proposito, nel settore edile sarà il design che più probabilmente subirà un processo di efficientamento e guiderà i prossimi investimenti in soluzioni innovative.

Nel rapporto, redatto prima dello scoppio del conflitto in Ucraina, è compresa anche una Guida Pratica per supportare i clienti nell’affrontare le sfide attuali e future. La guida illustra come un processo decisionale flessibile e pragmatico consenta alle aziende di adattarsi a condizioni fluttuanti e imprevedibili e di mettersi in una posizione di leader di mercato per approfittare di un periodo di crescita, sfruttando i processi digitali per efficientare i costi e soddisfare gli obiettivi di sostenibilità essenziali.

Massimiliano Pulice | Amministratore delegato Arcadis Italia

Massimiliano Pulice | Amministratore delegato Arcadis Italia.

«L’analisi di Arcadis è stata condotta prima dell’inizio della guerra in Ucraina, che continuerà a impattare su carenze di materiali e idrocarburi, portando ripercussioni significative sui mercati globali delle materie prime e dell’energia, e una maggiore incertezza globale. Questo rapporto esamina l’edilizia di tutto il mondo rivelando come strategie governative sul Covid-19 diverse, siano correlate a ritmi diversi di recupero e l’Italia ben si posizione in questa cornice, mostrando un buon tasso di recupero e un mercato dell’edilizia che è tornato a crescere in modo sano e sostenibile, anche grazie ai piani del Governo. La sostenibilità, inoltre resta in cima all’agenda, le aziende devono adottare un approccio all’uso dei materiali basato sul concetto del “less is more” ponendo maggiore attenzione agli aspetti economici della progettazione e ai principi dell’economia circolare che contribuiranno a ridurre i costi e facilitare il conseguimento di obiettivi di sostenibilità sul più lungo periodo. Seppur le condizioni di mercato incombenti non siano sfavorevoli, crediamo che queste sfide presentino più che mai al nostro settore una grande opportunità per portare avanti l’innovazione e consolidare la convinzione di poter fare di più con meno, riducendo così il nostro impatto e la dipendenza dalle risorse e dall’ambiente».

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