Edilizia | Salubrità

L’offerta formativa dei geometri per tecnici esperti in risanamento da gas radon

Nuovi professionisti si aggiungono a quelli già operativi sul territorio per liberare gli edifici dal gas radon, che è la seconda causa di morte per il cancro del polmone dopo il fumo. Un ulteriore percorso formativo è stato organizzato dal Consiglio nazionale dei geometri e geometri laureati in collaborazione con l’Associazione nazionale donne geometra, che da anni tratta i temi ambientali, per incentivare nuove competenze, favorendo l’ingresso alla professione anche dei giovani.

Gli effetti del gas radon sulla salute dell’uomo sono conosciuti da molto tempo, ma solo l’emanazione del decreto legislativo n. 101/2020 ha disciplinato le misurazioni, il monitoraggio e gli interventi all’interno degli edifici sia pubblici, che privati, demandando ai tecnici dell’edilizia (geometri, architetti, ingegneri) le attività di mitigazione attraverso la progettazione e tecniche specifiche.

È questa nuova attività che sta vedendo nascere nuovi tecnici, che per poter operare hanno l’obbligo di formarsi in modo adeguato, attraverso un corso specifico di almeno 60 ore e poi aggiornarsi periodicamente.

E così un ulteriore percorso formativo è stato organizzato dal Consiglio Nazionale dei geometri e Geometri Laureati in collaborazione con l’Associazione Nazionale Donne Geometra, che da anni tratta i temi ambientali, per incentivare nuove competenze, favorendo l’ingresso alla professione anche dei giovani.

Secondo la normativa vigente, tutti i datori di lavoro devono esaminare il potenziale pericolo di radon nei locali dove i lavoratori svolgono l’attività. Se le misurazioni sul luogo di lavoro mostrano livelli medi annui di radon inferiori a 300 Bq/m3, l’unica ulteriore azione necessaria è ripetere la valutazione dei rischi dopo otto anni, diversamente è necessario individuare l’intervento di risanamento più efficace. Questi principi valgono anche per le abitazioni, secondo quanto previsto dal legislatore.

Da destra, Maurizio Savoncelli presidente Cngegl, Paola Allegri presidente Associazione Nazionale Donne Geometra, Pietro Lucchesi consigliere Cngegl e i nuovi esperti in interventi gas radon.

Maurizio Savoncelli | Presidente Consiglio Nazionale Geometri

«Siamo orgogliosi di contribuire ad azzerare le morti sul lavoro, che feriscono la società e la coscienza di ciascuno di noi, la sicurezza del lavoro, di ogni lavoratore, riguarda il valore che attribuiamo alla vita, ma anche rendere le case più sicure, valutando la salubrità in genere e ogni fattore di rischio come il gas radon è una competenza, che non intendiamo sottovalutare; formare professionisti, che tutelano la salute è innanzitutto una risposta etica e sociale, che come categoria professionale non vogliamo far mancare alla popolazione».

Pietro Lucchesi | Consigliere nazionale Cngegl con delega alla salubrità in edilizia

«Assicurare la salubrità nelle costruzioni è un obbligo e una responsabilità per ogni professionista e noi lavoriamo affinché le tematiche ambientali legate alle malattie associate agli ambienti indoor s’inseriscano nel bagaglio di ogni tecnico dell’edilizia per tutelare la salute delle persone».

Paola Allegri | Presidente Associazione Nazionale Donne Geometra

«Il gas radon in Italia rappresenta la seconda causa di cancro ai polmoni con oltre 4000 tumori mortali all’anno. Tuttavia, la riduzione del pericolo all’interno degli edifici è spesso semplice ed economica e va analizzata ogni qualvolta si eseguono lavori di efficientamento energetico o anche lavori  di ordinaria manutenzione, che possono mutare la ventilazione naturale, diminuendo i ricambi di aria necessari per limitare le concentrazioni del gas radon provenienti da suolo, acqua, i materiali da costruzione che impattano sul certificato di agibilità di cui all’art. 24 del Testo Unico dell’Edilizia. Noi da anni ci dedichiamo ai progetti ambientali, interfacciandoci con il comparto medico per poi tramutare le evidenze scientifiche in competenze tecniche qualificate per contrastare l’inquinamento indoor, tra cui il gas radon, che ogni anno sono responsabili di un numero impressionante di malattie e decessi».

Come proteggere gli edifici

Il radon entra in un edificio principalmente attraverso il flusso d’aria dal terreno sottostante. Le misure di protezione per ridurre i livelli all’interno dei luoghi di lavoro variano a seconda della gravità del problema e del tipo di costruzione dell’edificio; l’efficientamento energetico con le sigillature estreme secondo alcuni studi raddoppia addirittura i livelli di radon, per questo l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda in ogni progetto di ristrutturazione o di nuova costruzione una valutazione globale della qualità dell’aria indoor, non escludendo nessuna fonte inquinante.

Particolare di un intervento di mitigazione gas radon | ©diritti riservati

I nuovi edifici possono essere protetti durante la costruzione installando una barriera/membrana “a prova di radon” all’interno della struttura del pavimento e, nelle aree con un potenziale di radon maggiore, fornendo un vuoto ventilato del sottofondo o un “pozzetto del radon”.

Federico Bruziches  | Geometra esperto in interventi di risanamento

Federico Bruziches  | Geometra esperto in interventi di risanamento.

«Un pozzetto di radon è una piccola cavità che si realizza sotto il pavimento dove viene inserita una ventola che aspira aria. Ciò riduce la normale pressione del pavimento rispetto al radon presente nel terreno e lo scarica all’esterno dell’edificio dove si dissipa rapidamente. È inoltre necessario sigillare ogni fessura, ventilare adeguatamente i locali, fare attenzione a ogni apertura, come botole di scale, canne fumarie, ascensori, montacarichi, che possono favorire la risalita del radon per l’effetto camino. La manutenzione regolare dei controlli tecnici, supportata da misurazioni occasionali (ad esempio annuali) garantirà che il sistema rimanga efficace».

L’importanza della prevenzione

La misura del livello di radon indoor è espressa in Bq/m3 (Bequerel per m3). Ad esempio, una concentrazione di 100 Bq/m3 significa che 100 atomi di radon si disintegrano ogni secondo in 1 m3 di materiale o aria in questione.

Per ottenere una misura significativa del livello di radon medio cui si è esposti all’interno di una scuola, luoghi di lavoro, uffici e abitazioni, è necessario tener conto che la concentrazione di questo gas varia, oltre che da zona a zona del territorio, anche nel tempo a causa dell’influenza di numerosi fattori meteoclimatici e abitativi.

La presenza del radon in un ambiente chiuso muta continuamente sia nell’arco della giornata (generalmente di notte si raggiungono i livelli più alti) sia stagionalmente (di norma in inverno si hanno concentrazioni maggiori che in estate). Pertanto, è importante che la misura con appositi dosimetri si protragga per tempi lunghi, generalmente un anno. Solo dopo aver accertato tramite i laboratori certificati elevate concentrazioni, si interviene con azioni edili di rimedio, accuratamente progettate.

La maggior parte del gas radon respirato viene immediatamente espirato e presenta pochi rischi radiologici. Tuttavia, i prodotti di decadimento del radon possono attaccarsi alla polvere atmosferica e alle goccioline d’acqua e se respirati all’interno dei luoghi chiusi, vengono depositati nei polmoni e nelle vie respiratorie. Sono questi prodotti di decadimento che emettono radiazioni particolarmente pericolose chiamate particelle alfa, che causano danni significativi alle cellule sensibili del polmone.

Tutti i tipi di luoghi di lavoro al chiuso, tra cui fabbriche, magazzini, uffici, negozi, scuole, hotel, case di cura, case di cura residenziali e centri sanitari possono avere alti livelli di radon. Occorre quindi fare prevenzione, isolando gli edifici con apposite tecniche, da valutare caso per caso, secondo la tipologia del fabbricato, il clima, i venti, ecc.

Si procede dapprima con delle misurazioni e laddove le concentrazioni superano i 300 Bq/m3 è indispensabile fare opere di risanamento. Tutti i luoghi di lavoro e le unità immobiliari destinate al commercio vanno monitorate periodicamente, come previsto dall’art.17 del dlgs 101/2020. Per i nuovi fabbricati dal 1.1.2025 le concentrazioni previste da legge scenderanno a 200 Bq/m3.

Per valutare la presenza del gas radon occorre rivolgersi a un tecnico esperto in interventi di risanamento, munito di idoneo attestato di qualifica. Per mettersi in contatto con un esperto vicino alla propria zona cliccare qui

Per diventare un esperto in interventi di risanamento del gas radon, bisogna essere un tecnico iscritto all’albo (ingegneri, architetti, geometri) e aver conseguito un attestato a seguito di un corso universitario dedicato di almeno 60 ore.

Per partecipare al corso scrivere a: info@tecnicieprofessione.it

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