Acimall | Pre-consuntivi 2014 - previsioni 2015

Macchine e tecnologie del comparto legno: situazione ancora difficile

Dai dati rilevati incoraggiante la crescita del mercato interno e il lieve aumento della produzione: le esportazioni rimangono il punto di forza nonostante il calo del 2%, mentre le importazioni segnano un -17% rispetto al 2013.

logo ACIMALLIl comparto delle tecnologie per il legno e i suoi derivati è ancora in una situazione difficile: questo è il messaggio che emerge da Acimall >>, l’associazione confindustriale che raccoglie le più importanti imprese nazionali del settore. La situazione rimane certamente difficile in Italia rispetto a molti Paesi stranieri, anche se non ci sono aree del mondo che presentino ottime performance. Questo non toglie che sia proprio l’esportazione ad essere la valvola di sfogo della produzione nazionale, che non può certo contare su un mercato domestico «attento».

Pre-consuntivi 2014. I dati pre-consuntivo sull’andamento nel 2014 delle tecnologie italiane per il legno e i suoi derivati, elaborati dall’Ufficio studi di Acimall, ribadiscono come il settore abbia perso il 30 per cento del proprio fatturato negli ultimi sette anni di crisi.

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Esportazioni in lieve perdita. La produzione si è assestata a quota 1.545 milioni di euro, con una leggera crescita rispetto all’anno precedente.
Le esportazioni, per quanto punto di forza della nostra industria, perdono il 2 per cento: dato che risulta comunque confortante se pensiamo al meno 3,6 del consuntivo 2013 o al meno 8 per cento del 2012.
Le importazioni, che rappresentano poco meno di un quarto del mercato italiano, si fermano a 118 milioni di euro, il 17,5 per cento in meno rispetto al 2013.
Rimane ferma, per quanto a livelli decisamente importanti, la bilancia commerciale, che l’Ufficio studi di Acimall prevede attestata allo stesso valore del 2013.
Incoraggiante il 9,1 per cento di crescita delle vendite sul mercato interno (2,9 per cento nel 2013), sommatoria degli incentivi governativi agli investimenti (Legge Sabatini in primis) e dell’impossibilità di congelare qualsiasi spesa per troppo tempo, se si vuole mantenere efficiente il proprio parco macchine. Il dato, in controtendenza rispetto al calo dell’import, sembra indicare come il mercato nel 2014 abbia privilegiato le tecnologie «made in Italy».

Dario Corbetta | Direttore Acimall
Dario Corbetta | Direttore Acimall

Dario Corbetta | Direttore Acimall
«La storia, specialmente la più recente, ci ha insegnato che ci sono moltissimi fattori che possono improvvisamente mutare un dato o un trend che si riteneva certo. Le nostre analisi partono da alcuni punti fermi e dall’approfondita conoscenza del settore e dei mercati internazionali, ma vi sono incognite di carattere sociale, politico ed economico che possono determinare la chiusura o l’apertura di un mercato nel volgere di un pugno di giorni.
Possiamo azzardare che, secondo i dati in nostro possesso e le previsioni sull’andamento dei mercati più rilevanti per il «made in Italy», le esportazioni italiane nel 2015 potranno aumentare di qualche punto percentuale.
Non nascondiamo che ci sono elementi che inducono a guardare ai prossimi dodici mesi come un periodo nel quale molti indicatori potrebbero mostrare una propensione al rialzo, ma non si potrà parlare di una vera, risolutiva inversione di tendenza».

Previsioni 2015. Saranno determinanti gli andamenti nelle diverse aree geografiche: gli analisti di Acimall ritengono che la situazione sarà stazionaria nell’Unione Europea, in Africa e in Cina.
Più difficili le sorti delle tecnologie italiane per il legno in Sud America e in Russia (a causa delle note vicende politiche).
Previsioni più ottimistiche per il mercato italiano, dopo tanti anni di stagnazione, per il Nord America e per l’Asia in generale.

Delineata la «consistenza» del settore delle macchine e degli utensili per la lavorazione del legno: si tratta di 270 aziende (di cui 180 associate ad Acimall) che rappresentano il 18 per cento della produzione mondiale, forti di 9mila addetti per 1,53 miliardi di euro di fatturato, di cui l’80 per cento venduto all’estero.

Confronto fra Pil. A fronte dei 1.560 miliardi di euro del Pil nazionale, la quota della meccanica strumentale «made in Italy» è pari a 35 miliardi, quella del sistema legno-arredo a 27,4. La meccanica per la lavorazione del legno si ferma a quota 1,6 miliardi, in pratica un millesimo del Pil italiano.
Ma basta porre attenzione alla bilancia commerciale e i rapporti in campo si trasformano: la bilancia commerciale nazionale, infatti, vale 20,5 miliardi, quella della meccanica strumentale ben 19,3, quella del macrosistema legno-arredo 8,2 e il mondo delle tecnologie del legno esprime un ottimo 1,04 miliardi.
Insomma siamo di fronte ad un settore che non si può definire un colosso, ma che garantisce un fondamentale contributo al nostro avanzo commerciale nei confronti del mondo.

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