Imprese | Consulenze

Business plan: come e perché realizzarlo secondo Marco Massari

Un buon business plan, documento che serve a presentare la validità di un progetto imprenditoriale, può rappresentare la carta vincente per avere accesso ai fidi bancari. Marco Massari, consulente aziendale e “braccio destro degli imprenditori” spiega perché è così importante e, attraverso un breve vademecum con 5 Faq, da indicazioni su come realizzarlo al meglio.
Marco Massari | Consulente aziendale e “braccio destro degli imprenditori”.

Tutti i titolari d’azienda sanno quanto sia difficile ottenere soldi dalle banche, soprattutto in un periodo storico come quello che viviamo oggi, ma c’è una carta vincente che possono giocare, per risultare più credibili e affidabili: il business plan.

Si tratta di un documento importantissimo che racconta l’idea imprenditoriale, evidenziandone la fattibilità, i potenziali guadagni e tutto ciò che può portare l’interlocutore a dire “Voglio scommettere su questo progetto e investirvi soldi“. Ovviamente, però, deve essere redatto in un certo modo, essere realistico ed esaustivo.

Cos’e’ un business plan?

È un documento in cui mettere per iscritto i progetti aziendali, traducendo in numeri e lettere le idee (che devono essere ben chiare). Il linguaggio da utilizzare è quello tipico dell’economia aziendale, con un’ottima padronanza della “partita doppia” e dell’analisi di bilancio.

Per questo motivo, è bene che venga scritto da qualcuno competente in materia, che sa come impostare l’intero documento. Presentare un business plan incompleto o inesatto è il peggior biglietto da visita, poiché dà un’idea di approssimazione, e certo non convince l’interlocutore investire soldi nel progetto.

A chi serve?

In primis all’imprenditore stesso, per decidere se attuare i progetti di investimento che ha in mente, valutandone la fattibilità e la redditività. In seguito, tornerà utile come strumento di valutazione, per monitorarne l’andamento ed effettuare tempestivamente le necessarie azioni correttive. In secondo luogo, serve a quei soggetti che, in qualche modo, devono decidere se intervenire nel progetto, per esempio finanziandolo o sostenendolo in altra maniera.

Come dev’essere composto?

Solitamente, un buon business plan presenta due parti, una descrittiva e una numerica. La prima racconta l’azienda e la sua stabilità, i progetti, i soci con le loro esperienze, l’organizzazione, la tecnologia utilizzata, il mercato di riferimento e le strategie di marketing per il futuro.

La seconda, invece, evidenzia gli equilibri aziendali sotto il punto di vista economico, finanziario e patrimoniale. Semplificando al massimo, bisogna dimostrare che l’azienda è e sarà in equilibrio, essendo dunque in grado di realizzare quel determinato progetto, dal quale otterrà un guadagno concreto, riuscendo a rimborsare tempestivamente i finanziamenti.

Deve essere lungo?

Assolutamente non è dal numero di pagine che si valuta la bontà del business plan. Scrivere lunghissime dissertazioni su “aria fritta” e tirarla per le lunghe, non farà apparire concreto il progetto. “Il tempo è denaro” e nessuno ha la possibilità di leggere un business plan di 60 pagine, a meno che ovviamente non si tratti di un progetto enorme e incredibilmente articolato.

Gli investitori privati, spesso, prendono decisioni dopo aver letto una decina di pagine, che, ovviamente, devono essere ben scritte ed estremamente convincenti. Secondo la mia esperienza, una ventina di pagine per le banche sono più che sufficienti, o anche meno, nel caso di progetti più piccoli.

Un unico business plan va bene per tutti?

Anche questa volta la risposta è “assolutamente no”. Certo, alcune parti possono essere semplicemente ampliate/riassunte o riadattate, ma ogni fruitore ha bisogno di un business plan che approfondisca gli aspetti legati al suo ruolo. L’imprenditore avrà, per esempio, necessità che le parti numeriche siano particolarmente dettagliate e suddivisibili mensilmente o trimestralmente, a fini di monitoraggio.

Le banche andranno a ricercare le informazioni che, normalmente, vengono richieste per istruire una pratica di affidamento, e, dunque, sarà opportuno commentare adeguatamente alcuni aspetti di loro particolare interesse, come gli indici di bilancio, gli equilibri, il cash flow per il rimborso dei debiti finanziari. L’abilità di un redattore di business plan non è da ricercare, dunque, nella “quantità” di pagine prodotte, ma nella loro efficacia, ovvero nella capacità di aiutare l’azienda a raggiungere il suo scopo.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here