L’obiettivo del progetto europeo Surebridge, finanziato con 875mila euro e avviato nell’ottobre 2015 con conclusione prevista nel marzo 2018, è di mettere in sicurezza i ponti stradali e fornire una soluzione innovativa ed ecocompatibile per il loro adeguamento strutturale.
Al progetto partecipano il Dipartimento d’Ingegneria Civile e Industriale dell’Università di Pisa, la Chalmers University of Technology di Göteborg (Svezia) e, come partner aziendali, la FiberCore Europe di Rotterdam e la Aice Consulting di San Giuliano Terme (Pisa).
Paolo Sebastiano Valvo | Università di Pisa
«L’adeguamento strutturale dei ponti stradali esistenti è un problema di fondamentale importanza per la sicurezza pubblica, come dimostrato anche da recenti fatti di cronaca riguardanti crolli di viadotti autostradali. Non meno importante è la necessità di trovare una soluzione che sia non solo efficace ma anche sostenibile da un punto di vista ambientale, tutti obiettivi che intendiamo perseguire con il nostro progetto».
La tecnica Surebridge
Surebridge rappresenta un’alternativa agli interventi di recupero tradizionali che di solito prevedono lunghe opere di demolizione e ricostruzione con disagi per gli automobilisti, costi elevati e ingenti quantità di scarti di lavorazione e inquinamento acustico e ambientale.
La tecnica proposta da Surebridge sfrutta le elevate prestazioni dei materiali compositi fibro-rinforzati per ridurre al minimo le demolizioni e velocizzare le operazioni di cantiere: in pratica la tecnica consiste nell’applicazione di pannelli di fibra di vetro all’impalcato esistente, cioè alle strutture di sostegno del piano stradale, e di laminati di fibra di carbonio nella parte inferiore del ponte.
Il ponte a San Miniato
Questo tipo d’intervento consente, inoltre, di allargare la sede stradale dove necessario, ad esempio aggiungendo marciapiedi e piste ciclabili. Per fare una prima verifica sulle potenzialità della soluzione proposta il team dell’Università di Pisa ha selezionato come caso studio un ponte a San Miniato, in provincia di Pisa ed Erika Davini, collaboratrice Unipi, ha descritto che «abbiamo sottoposto ad analisi strutturale il ponte per stabilirne la capacità portante attuale e formulare una proposta di ampliamento e rinforzo».
Dopo aver svolto delle prime analisi strutturali, i ricercatori dell’Unipi hanno anche simulato, mediante complessi modelli agli elementi finiti, il comportamento di travi prototipo da testare in laboratorio e hanno quindi sviluppato un apposito software per consentire agli ingegneri professionisti di valutare rapidamente la capacità portante dei ponti rinforzati.
L’Università di Pisa ha ospitato, lo scorso settembre, un incontro plenario di tutti i partner coinvolti nel progetto: nell’occasione sono stati presentati i primi risultati della ricerca nell’ambito di un seminario pubblico, svoltosi presso la Scuola di Ingegneria, intitolato «Un utilizzo innovativo dei materiali compositi per il recupero sostenibile dei ponti stradali esistenti».