Punti di Vista | Maurizio Savoncelli, Presidente Consiglio Nazionale Geometri

In Europa dobbiamo contare di più valorizzando il nostro Paese

I geometri assieme alla Rete delle Professioni Tecniche e al Comitato Unitario delle Professioni chiedono ai neoparlamentari eletti di adoperarsi affinché l’Italia svolga un ruolo sempre più importante dentro l’Unione Europea, e non fuori di essa, trasformandola in un valore aggiunto per l’intero Sistema Europa. Come? Valorizzando la sua bellezza, la sua cultura, il suo patrimonio artistico, la posizione strategica sul Mediterraneo, investendo nel lavoro che attrae e genera investimenti.

L’evento “Professionisti per l’Europa” tenutosi a Roma e organizzato dalla Rete delle Professioni Tecniche e dal Comitato Unitario delle Professioni ha riunito al Teatro Quirino i rappresentanti dei professionisti italiani che, nell’ambito di 4 tavole rotonde partecipate da esponenti di Governo e Parlamento, hanno esposto le proprie proposte sulle materie di maggiore interesse per le categorie e per le comunità territoriali.

L’evento “Professionisti per l’Europa” tenutosi a Roma e organizzato dalla Rete delle Professioni Tecniche e dal Comitato Unitario delle Professioni.

Alla tavola rotonda dedicata a Lavoro, semplificazione, accesso ai fondi comunitari è intervenuto Maurizio Savoncelli, Presidente del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati, che alla discussione ha fornito spunti in materia di lavoro, assetto normativo, sussidiarietà, fondi europei, flat tax.

Maurizio Savoncelli | Presidente Consiglio Nazionale Geometri.

Presidente Savoncelli | Presidente Consiglio Nazionale Geometri

Ogni riflessione in merito al tema lavoro, che coinvolge solo in Italia circa due milioni di professionisti, non può prescindere dalla sua ineludibile dimensione contemporanea, che travalica ambiti e confini nazionali.

Ne deriva che continuare a considerare ogni richiesta proveniente dall’Unione Europea al pari di una imposizione è, a mio avviso, un errore: perché l’Europa siamo anche noi. Il presupposto dal quale partire per un’inversione di tendenza di un sentiment diffuso, e che coincide con le richieste che la Categoria assieme alla Rete delle Professioni Tecniche e al Comitato Unitario delle Professioni avanza ai neoparlamentari eletti, è di adoperarsi affinché l’Italia svolga un ruolo sempre più importante dentro l’Unione Europea, e non fuori di essa, trasformandola in un valore aggiunto per l’intero Sistema Europa.

Come? Valorizzando la sua bellezza, la sua cultura, il suo patrimonio artistico, la posizione strategica sul Mediterraneo. Va da sé che quest’operazione di valorizzazione non è a costo zero: occorre investire in una rilettura del territorio, nell’ammodernamento e messa in sicurezza delle infrastrutture, nella rigenerazione e nella riqualificazione di vastissime aree urbane e rurali.

Occorre, in altre parole, investire nel lavoro che attrae e genera investimenti (anche stranieri, e anche attraverso un utilizzo più efficace degli strumenti che l’Unione Europea mette a disposizione dei Paesi membri) ma non solo: occorre creare le condizioni normative affinché questo possa avvenire. 

Dobbiamo attrezzarci affinché le norme di carattere europeo abbiano una ricaduta agile e veloce sul sistema italiano. Siamo sempre in ritardo: promuoviamo provvedimenti raramente allineati alle situazioni contingenti, finendo per alimentare situazioni di ordinaria emergenza.

Prendiamo ad esempio quanto accaduto con lo Sblocca cantieri: il giorno successivo all’entrata in vigore gli uffici erano comprensibilmente messi in difficoltà dalla necessità di dover fronteggiare le conseguenti modifiche al Codice appalti, al Testo Unico per l’edilizia, alle norme sulla ricostruzione.

Quindi: usiamo meglio lo strumento legislativo e, soprattutto, facciamo del confronto e della ragionevolezza una prassi metodologica imprescindibile, grazie alla quale evitare che la pubblica amministrazione possa trovarsi impreparata in vigenza di nuovi provvedimenti.

Per quanto concerne il tema della sussidiarietà, nella sua formulazione più autentica, che rimanda al principio introdotto nel 1992 nel Trattato di Maastricht, la sussidiarietà consente allo Stato (in alcun modo privato dei suoi compiti essenziali) di delegare ai professionisti le funzioni amministrative riservandosi quelle di programmazione e controllo, e d’impiegare le risorse “liberate” nell’erogazione di servizi alla collettività.

Il problema, tuttavia, non risiede nella bontà del principio, mai messo in discussione, ma nei tempi di applicazione: l’Italia è lontanissima dalla gran parte dei Paesi occidentali che, sfruttando appieno le dinamiche insite nel processo di sussidiarietà, hanno potuto rimuovere ostacoli burocratici di varia natura favorendo l’innovazione e la competitività. In parallelo, il discorso vale anche per la semplificazione, la grande incompiuta.

Fondi comunitari accessibili ai professionisti, misura inserita nella Legge di Stabilità 2016 e riferita alla programmazione 2014-2020, nonostante la legge parli espressamente di equiparazione con le pmi, raramente i bandi sono anche a misura di professionisti: tanti, ad esempio, i paletti alle aggregazioni professionali o multidisciplinari, nonostante siano i modelli di riferimento per la cosiddetta professione 4.0.

Eppure, questi fondi sarebbero una risorsa straordinaria per consentire agli studi di fare un salto di qualità investendo in formazione e attrezzature di ultima generazione! Più in generale, non sempre i piani vengono attuati in maniera corretta, anche a causa di una burocrazia asfissiante, poco o nulla scalfita dalla semplificazione e in buona parte rea della performance negativa dell’Italia, incapace di spendere pienamente i fondi assegnati.

Infine, un passaggio su due temi cari ai professionisti: flat tax ed equo compenso. Nella sua formulazione attuale la flat tax, suo malgrado, rischia di essere una misura disaggregante, che favorisce l’isolamento professionale laddove il futuro, soprattutto nel mondo delle costruzioni, è la multidisciplinarietà; l’equo compenso è una misura di civiltà che la Categoria non smetterà di portare avanti: molto è già stato fatto e molto rimane ancora da fare. Assumerne la consapevolezza è compito della politica.

Di Maurizio Savoncelli
Presidente Consiglio nazionale Geometri

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