Agenzia delle Entrate-Mef | Quinto rapporto «Gli immobili in Italia»

Maurizio Savoncelli: «la fiscalità immobiliare è una leva di sviluppo strategica per il nostro Paese»

Presentato il quinto rapporto «Gli immobili in Italia», fotografia aggiornata al 31/12/2014 della distribuzione della proprietà immobiliare sul territorio regionale, comprendente una vasta analisi della struttura impositiva dei redditi immobiliari in Italia.

Maurizio Savoncelli | Presidente Cngegl: «… Un testo che consente di rileggere, con senso reale ed anche critico, il sistema fiscale legato agli immobili. Si evince chiaramente, alla luce degli eventi in corso, con particolare riferimento alla riforma del Catasto, che è necessario rivalutare il «peso» che l’immobile rappresenta per il cittadino e il suo ruolo per l’economia italiana, affinché torni ad essere uno strumento di ripresa economica e non un ostacolo allo sviluppo del Paese. Sia esso prima casa e/o bene strumentale di attività privata imprenditoriale. Il contributo fiscale legato agli immobili dovrà essere misurato in modo coerente con le mutate condizioni del Paese, che non consentono più di considerare il bene «casa» e/o «azienda» alla stregua di un comune investimento».

Il presidente di Cngegl Maurizio Savoncelli alla presentazione del quinto rapporto sugli immobili in Italia presso la Camera dei deputati
Il presidente di Cngegl Maurizio Savoncelli alla presentazione del quinto rapporto sugli immobili in Italia presso la Camera dei deputati

Così il presidente del Consiglio nazionale dei geometri >> a margine della presentazione della quinta edizione del rapporto «Gli immobili in Italia», presentato a Roma presso l’aula dei gruppi parlamentari alla Camera dei deputati. La pubblicazione è la fotografia al 31 dicembre 2012 scattata dall’Agenzia delle Entrate e dal Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia, in collaborazione con il partner tecnologico Sogei e l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.

Gli immobili in ItaliaApprofondimento tematico. Lo studio analizza la distribuzione della proprietà e del patrimonio immobiliare sul territorio nazionale, in relazione alle caratteristiche socio-demografiche ed economiche dei proprietari. Ampio spazio viene dedicato anche all’analisi della struttura impositiva della ricchezza e dei redditi immobiliari, in Italia e nei principali Paesi europei, con un approfondimento tematico sul tax gap nel settore immobiliare.

La casa è di proprietà. Se si considera che ad ogni abitazione principale corrisponda una famiglia, il 76,6% delle famiglie risulta risiedere in abitazioni di loro proprietà. Questo dato risulta sensibilmente più elevato al Sud (82,1%) e prossimo al dato nazionale al Nord (74,5%), mentre è più basso nelle regioni del Centro (72,8%).

Cresce lo stock immobiliare. Rispetto al 2011, nel 2012 il numero degli immobili censiti al Catasto cresce di circa 1,1 milioni, superando quota 62 milioni e 877mila. Oltre che dai consueti fenomeni di frazionamento o unificazione delle unità immobiliari esistenti e dagli accatastamenti delle nuove costruzioni, questo incremento è influenzato soprattutto dalla regolarizzazione degli immobili mai dichiarati in Catasto, i cosiddetti «immobili fantasma».

Umbria leader. La superficie media di un’abitazione in Italia, determinata come rapporto tra superficie complessiva e numero di unità abitative totali, è pari a 116 metri quadri e le regioni con abitazioni mediamente più grandi sono l’Umbria (133 mq), il Friuli Venezia-Giulia e il Veneto (132 mq). Dimensioni mediamente più ridotte sono quelle riscontrabili in Valle d’Aosta (93 mq), Liguria (96 mq) e Basilicata (105 mq). Rispetto al 2011, si registra comunque un aumento della superficie abitativa (+1,5%) a livello nazionale.

Calo del valore del patrimonio immobiliare residenziale. Nel 2012 il valore del patrimonio immobiliare residenziale italiano è stato stimato in 6.574,9 miliardi di euro, in leggero calo rispetto al 2011 (-0,6%). Il 91% del valore riguarda le abitazioni e le relative pertinenze di proprietà delle persone fisiche.
Il valore medio di un’abitazione nel 2012 è pari a 181mila euro, in calo dell’1,8% rispetto al 2011. Una cantina o una soffitta di pertinenza valgono in media 5.400 euro, un box invece poco più di 20mila euro.
Il valore complessivo delle abitazioni di Roma nel 2012 ammonta a 534 miliardi di euro, con un’abitazione che in media vale poco più di 380mila euro, superando gli 800mila euro nelle zone più pregiate. A Milano, dove il valore complessivo delle abitazioni è pari a 195 miliardi di euro, un’abitazione vale in media 250mila euro e supera i 700mila euro nel centro storico. Infine, nella città di Napoli si è stimato in 131 miliardi di euro il valore dello stock abitativo, con un’abitazione che vale in media 300mila euro.

L’identikit del locatore. Complessivamente, le persone che nel 2012 hanno immobili locati sono più di 4,5 milioni, in crescita dell’11,2% rispetto ai 4,1 milioni del 2010. Il 34,2% dei locatori ha un’età compresa tra 51 e 70 anni, seguono quelli con età compresa tra 31 e 50 anni (il 24,1%) e gli ultrasettantenni (21,5%). Il numero di contratti di locazione stipulati nel 2012 (5,4 milioni) è aumentato del 15,9% rispetto al 2010, con un incremento del 6,7% per il canone annuo medio percepito.

Il calo del gettito Tasi-Imu. Tra le imposte patrimoniali, l’Imu, di natura ricorrente, nel 2014 ha generato un gettito pari a 19,3 miliardi, mentre la Tasi sui servizi indivisibili ha prodotto un gettito di 4,6 miliardi. Il gettito complessivo Imu-Tasi 2014 (23,9 miliardi di euro) rimane pressoché invariato se confrontato con quello dell’Imu 2012 (23,8 miliardi di euro). Nel 2014 è calato del 12,6% il gettito Tasi-Imu relativo all’abitazione principale (3,5 miliardi di euro), a fronte del gettito Imu 2012 che era risultato di 4 miliardi di euro. In media i proprietari di prima casa hanno pagato 204 euro nel 2014 contro i 227 euro nel 2012.

Il tax gap della tassazione immobiliare. Il rapporto mette in evidenza anche gli aspetti relativi al tax gap del settore immobiliare, ovvero la differenza fra quanto i contribuenti dovrebbero versare e quanto viene effettivamente versato. Per la prima volta, un esercizio di misurazione del tax gap viene esteso anche alle imposte locali, grazie alle informazioni che si sono rese disponibili nel corso di questi anni e che hanno consentito di confrontare il gettito teorico Imu standard ricostruito a partire dai dati catastali con il gettito effettivo standard, basato sui versamenti Imu e Tasi. Nel 2014, con riferimento sia all’Imu che alla Tasi, risulta pari a 4,3 miliardi di euro, sostanzialmente in linea con il valore del 2012.

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