L'intervista | Maurizio Savoncelli, Presidente Consiglio Nazionale Geometri

L’edilizia, tra bonus e risorse disponibili, colga l’occasione del rilancio qualitativo

Portando in dote l’esperienza di una categoria profondamente radicata sul territorio, e con ciò investita della responsabilità di sensibilizzare la comunità verso stili di vita e consumi più sostenibili, sono assolutamente convinto che per perseguire progetti di autentica rigenerazione sia fondamentale attivare la leva del cambiamento culturale. Prorogare il Superbonus 110% può essere utile per favorire anche questo processo.
Maurizio Savoncelli | Presidente Consiglio Nazionale Geometri.

Si amplia la platea dei soggetti in pressing sulle istituzioni per la proroga al 31 dicembre 2023 del Superbonus, l’agevolazione fiscale del 110% per la riqualificazione energetica e sismica degli edifici; tra questi la Rete delle Professioni Tecniche, della quale fa parte il Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati, presieduto da Maurizio Savoncelli.

Lo scorso sei maggio, assieme alle altre organizzazioni aderenti alla filiera dell’edilizia, ha promosso un incontro pubblico con gli esponenti dei principali partiti politici (tra gli altri: l’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, Alberto Bagnai della Lega, il Segretario PD Enrico Letta, Pierluigi Bersani di Articolo 1, Davide Faraone di Italia Viva, Antonio Tajani di Forza Italia, Tommaso Foti di Fratelli d’Italia, Riccardo Fraccaro del M5S) per argomentare le tante ragioni che legittimano la richiesta.

Presidente Savoncelli, entriamo nel merito della questione: per quale motivo avete ritenuto opportuno un confronto istituzionale di così alto livello, a fronte dell’indicazione di proroga della misura al 2023 contenuta nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), unitamente all’impegno del Governo di finanziarla con la Legge di Bilancio 2022?

Perché in questo momento i tanti soggetti potenzialmente interessati, in primis famiglie e imprese, necessitano di rassicurazioni su ciò che definisco l’affidabilità temporale della misura, dal momento che la bontà è ampiamente confermata dai numeri: secondo i più recenti dati ANCE, al 28 aprile 2021 gli interventi legati al Superbonus 110% ammontano ad oltre 1,6 miliardi di euro, cresciuti di circa 4 volte (nel numero e nell’importo) rispetto alla rilevazione di febbraio; a regime, l’impatto stimato della misura sull’economia sarà di 21 miliari di euro, oltre un punto percentuale di Pil. Per portarla a regime, tuttavia, è fondamentale che i soggetti a vario titolo coinvolti nell’iter siano assolutamente certi della possibilità di poterne fruire in un arco temporale più lungo rispetto a quello oggi fissato per legge, ossia il 31 dicembre 2022. Ciò vale per le imprese, gran parte delle quali ha già esaurito la disponibilità ad assumere incarichi entro il 2022; per le banche, che prudenzialmente frenano sulla possibilità di acquistare crediti relativi a lavori da eseguire o completare entro il medesimo termine; per i professionisti tecnici, che rischiano di lavorare su progetti preparatori che potrebbero non diventare esecutivi. Una difficoltà, quella dei professionisti, condivisa soprattutto con i cittadini, restii ad affrontare il lunghissimo iter di approvazione (ci vogliono ben cinque assemblee per il via libera ai lavori condominiali), a fronte della possibilità che tutto si blocchi per “sforamento” dei tempi.

In altre parole: occorre passare dalle indicazioni e dagli impegni all’adozione di provvedimenti di finanziamento della proroga chiari ed immediati, pena il passo indietro di famiglie e imprese su lavori complessi e impegnativi.

E, aggiungerei, necessari ai fini della transizione ecologica del Paese, oltre che al rilancio dell’edilizia e con essa dell’economia: ricordo che gli interventi ammessi alla detrazione del 110% sono relativi a lavori di riqualificazione energetica e messa in sicurezza sismica, leve fondamentali per intraprendere una ineludibile politica di riduzione delle emissioni (in linea con il Clear Energy Package europeo) e di adeguamento antisismico del patrimonio edilizio. Prova ne sia che nella “Missione 2: Rivoluzione verde e transizione ecologica”, gli interventi di efficientamento energetico e sismico di edilizia residenziale privata e pubblica (M2C3.2) sono messi in correlazione diretta con l’estensione del Superbonus 110% dal 2021 al 2023 (cfr. il paragrafo “Investimento 2.1: Ecobonus e Sismabonus fino al 110 per cento per l’efficienza energetica e la sicurezza degli edifici”).

Il tema delle ricadute ambientali si affianca sempre più spesso a quello delle ricadute economiche generate da una proroga del Superbonus 110% al 2023: ne avete parlato anche in questa occasione.

I due aspetti sono imprescindibili, e a tale proposito invito a riflettere sulla compresenza all’evento di tipologie di stakeholder non di rado percepiti su posizioni molto distanti: alle sigle della filiera dell’edilizia (RPT, imprese, amministratori di condominio) si sono aggiunte quelle dei sindacati e delle associazioni ambientaliste, tutte unite nella convinzione che il Superbonus sia, trasversalmente, una misura di crescita sostenibile. Ed è positivo che in tal senso la politica non manchi di consapevolezza: in due passaggi del paragrafo del PNRR sopra indicato, in relazione ad Ecobonus e Sismabonus al 110% si legge: “L’investimento consentirà inoltre di stimolare le economie locali attraverso la creazione di posti di lavoro nella filiera dell’edilizia e della produzione di beni e servizi per le abitazioni con potenziale impatto sulle categorie deboli colpite dalla pandemia. (…) Gli investimenti consentiranno la ristrutturazione di circa 50.000 edifici/anno a regime, per una superficie totale di 20 milioni di mq/anno. Il risparmio energetico previsto permetterà di raggiungere circa 291 Ktep/anno, ovvero 0,93 MtonC02/anno”.

Partendo da queste premesse di confronto e sinergia tra istituzioni e stakeholder, si potrebbe realmente configurare quella diffusione di “cultura e consapevolezza dei temi e delle sfide ambientali” indicate nel PNRR come “presupposto necessario per affrontare con successo la transizione ecologica”.

Portando in dote l’esperienza di una Categoria profondamente radicata sul territorio, e con ciò investita della responsabilità di sensibilizzare la comunità verso stili di vita e consumi più sostenibili, sono assolutamente convinto che per perseguire progetti di autentica rigenerazione (tale è quella post Covid), sia fondamentale attivare la leva del cambiamento culturale. Prorogare il Superbonus 110% può essere utile per favorire anche questo processo: si avrebbe più tempo per sensibilizzare i cittadini sulle ricadute sociali di interventi spesso immaginati come rientranti nella sfera esclusivamente individuale: i lavori ammessi alla detrazione fiscale consentono, in parallelo, di ridurre le spese di gestione di un immobile e farne aumentare il livello di sicurezza e  il valore di mercato, di abbassare la soglia di consumo energetico e di elevare quello dell’attenzione ecologica. Si legittima, in tal modo, il ruolo attivo dei cittadini nel percorso di transizione ecologica che l’Italia si appresta a intraprendere.

Buone prassi individuali che diventano azioni di sostenibilità ambientale.

Un meccanismo virtuoso che, una volta attivato, potrà proseguire in maniera autonoma ben oltre le scadenze di legge, rispondendo alle crescenti esigenze di sostenibilità ambientale, economica e sociale espresse dalle famiglie e dalla collettività. Per rendere questo percorso strutturale, sarà fondamentale investire nella formazione: l’Università di Genova, che ha istituito un corso di perfezionamento sul Superbonus 110%, ha messo in evidenza la carenza di profili tecnici con una solida conoscenza di materiali sostenibili e tecniche costruttive innovative. Da questo punto di vista, ben vengano i nuovi corsi di laurea approvati dal Consiglio Universitario Nazionale per l’anno accademico 2021/2022, ispirati alle parole chiave del PNRR e del governo Draghi: ambiente, sostenibilità, transizione ecologica, competenze digitali. Sono ben 47, di cui tanti triennali professionalizzanti: tra questi la LP-01 “Professioni tecniche per l’edilizia e il territorio”, che abiliterà alla professione di geometra laureato: un percorso che consentirà ai giovani di svolgere un ruolo centrale e strategico nella salvaguardia dell’ambiente e del territorio, nella gestione del patrimonio immobiliare dei cittadini, nell’interlocuzione con la pubblica amministrazione.

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