Produzione | Calcestruzzi

Calcestruzzi: 10 anni del Maxxi, la sfida vinta per l’opera di Zaha Hadid

Uno speciale calcestruzzo realizzato per rispondere a tre necessità: strutture architettoniche imponenti e prive di imperfezioni, blocchi di calcestruzzo privi di giunti e l’eliminazione delle problematiche legate alla stagionatura del calcestruzzo. A 10 anni dal termine della realizzazione del Maxxi di Roma, Calcestruzzi celebra il proprio operato nell’ambito di un complesso progetto sviluppato dall’architetto Zaha Hadid.

Il Maxxi, Museo nazionale delle Arti del XXI secolo, prima opera italiana dell’architetto anglo-iracheno Zaha Hadid (1950 – 2016), compie 10 anni e festeggia con una mostra speciale, progetti artistici e un convegno internazionale.

L’edificio è situato nel cuore del quartiere Flaminio di Roma nell’area dell’ex caserma Montello e nasce grazie al concorso internazionale per la costruzione di un nuovo Centro per le arti contemporanee bandito nel 1998 dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Il progetto vincitore del concorso elaborato dall’archistar si basa su due polarità concettuali: il linguaggio degli inizi professionali della Hadid, legato al Suprematismo russo e a una particolare interpretazione del codice razionalista attraverso l’intreccio e la sovrapposizione del sistema di spazi e percorsi museali collegati organicamente al contesto urbano.

Il museo romano si caratterizza per la flessibilità spaziale e il morbido intreccio di volumi interrotto da scale metalliche nere e viene esaltato dalla luce diffusa proveniente dai lucernari e dalle ampie vetrate.

Le imponenti pareti interne ed esterne, lunghe fino a oltre 100 mentri e caratterizzate dal colore grigio del calcestruzzo facciavista, si intersecano perfettamente tra loro; pareti spesse, alte, curve e inclinate, che inglobano altri due edifici preesistenti adibiti a caserme militari e che sono stati conservati e inseriti nell’attuale contesto museale. L’effetto finale è quello di un rivestimento uniforme, liscio e senza difetti estetici in grado di unire i diversi ambienti in un unico corpo sinuoso, come fosse un solo blocco.

La realizzazione di questo importante progetto è stata possibile grazie anche al contributo tecnologico e di know how apportato da Calcestruzzi, società del Gruppo Italcementi, quale fornitore di un particolare calcestruzzo denominato 3sc (self compacting, self compressing, self curing concrete).

I lavori cominciarono nel 2003 e richiesero 50.000 metri cubi di questo innovativo prodotto sviluppato appositamente per il cantiere del Maxxi, più fluido rispetto a quelli utilizzati comunemente e in grado di soddisfare le esigenze di costruzione e di design architettonico richieste dall’architetto Hadid.

Giuseppe Marchese | Consigliere Delegato Calcestruzzi.

Giuseppe Marchese | Consigliere Delegato Calcestruzzi

«Ricordo perfettamente gli scambi di email e i primissimi incontri, già allora era un personaggio carismatico. Il progetto prevedeva una parte verticale e curva ma soprattutto «senza giunti». Le sfide erano tre: la necessità di avere strutture architettoniche imponenti e curvilinee prive di difetti, l’eliminazione delle tipiche giunture che caratterizzano i blocchi di calcestruzzo, richiesta espressamente da Zaha Hadid, e le problematiche legate alla stagionatura del calcestruzzo una volta rimossi i casseri, espresse dall’impresa appaltatrice. Con la tecnologia dell’epoca era praticamente impossibile realizzare un’opera del genere. Però abbiamo raccolto questa sfida, grazie ai ricercatori di Italcementi e alla disponibilità del prof. Mario Collepardi, uno dei massimi esperti di calcestruzzo. Le prime problematiche sono state risolte grazie all’impiego nel calcestruzzo di un agente espansivo capace di generare una sorta di auto-compressione per il contrasto dell’espansione da parte delle armature metalliche. Nel caso specifico, però, questa tecnologia non avrebbe potuto essere applicata con successo a causa della terza problematica che impediva la stagionatura umida delle superfici appena sformate. Si è dovuto pertanto mettere a punto un terzo additivo capace di assicurare un’adeguata espansione del calcestruzzo anche in assenza di stagionatura umida, che consentisse al calcestruzzo di autostagionarsi anche in condizioni ambientali sfavorevoli per il clima secco. Abbiamo chiamato questo prodotto 3sc proprio per queste sue caratteristiche. Ancor oggi la parete curva che caratterizza il Maxxi, lunga 53 metri è forse la più lunga parte verticale e curva senza giunti al mondo». (vb)

CHI HA FATTO COSA

  • Committenza: Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Fondazione Maxxi
  • Ubicazione: Via Guido Reni 4A, Roma
  • Progettista: Zaha Hadid Architects – Londra
  • Superficie: 29.000 mq
  • Programma: Campus urbano, culturale ed espositivo, dedicato all’arte e all’architettura contemporanee, integrato e avviluppato al tessuto della città in uno scambio costante tra spazio interno ed esterno
  • Materiali: 6.000 tonnellate di acciaio per le strutture, 700 tonnellate di carpenterie in acciaio della copertura, 50.000 mc di calcestruzzo gettato in opera.
  • Conferimento dell’incarico: luglio 1998, Concorso internazionale di idee
  • Avvio lavori: 2003
  • Costo complessivo dell’opera: 150 milioni di euro.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here