Expo Milano 2015 | Padiglione Giappone

Metodo antisismico tradizionale e modellazione 3D a Expo 2015

Realizzato in legno di larice giunto via nave dal paese nipponico, il padiglione ha strutture montate con il classico metodo antisismico della tensione compressiva che ha consentito ai templi secolari di resistere a sismi importanti. Il padiglione è il primo edificio a essere realizzato abbinando tale metodologia e altre tradizionali tecniche costruttive giapponesi, con la moderna analisi strutturale e la modellazione 3D computerizzata.

Il padiglione giapponese, progettato dall’arch. prof. Atsushi Kitagawara occupa complessivamente una superficie di 4.170 mq risultando uno dei più grandi di Expo 2015. Realizzato dal Ministero dell’Agricoltura, Territorio e Pesca e da quello dell’Economia, Commercio e Industria nipponici e coordinato dal Jetro Japan External Trade Organization, presenta un’architettura costruttiva per la maggior parte realizzata in legno di larice giunto via nave appositamente dal paese nipponico, montate con il classico metodo antisismico della tensione compressiva, che ha consentito a templi secolari quali quello di Horyuji del VII secolo di giungere indenne ai giorni nostri resistendo a sismi anche di elevato grado. Il padiglione è il primo edificio a essere realizzato abbinando tale metodologia, e altre tradizionali tecniche costruttive giapponesi, con la moderna analisi strutturale e la modellazione 3D computerizzata. A partire da un ampio ingresso, il padiglione giapponese presenta una sequenza di stanze ispirate alle tipologie tradizionali della città storica di Kyoto. Il visitatore raggiunge lo spazio espositivo principale risalendo una passerella in leggera pendenza, delimitata da due paramenti continui in legno.

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Fondazioni e struttura. Realizzate con geometria a T rovescia con basi da un minimo di 1,2 m sino a un massimo di 3 m e altezza complessiva pari a 90 cm, le fondazioni corrono lungo tutto il perimetro del lotto e dei volumi del padiglione che si sviluppano fuori terra.
Le colonne che compongono i due piani sono realizzate con profili He del tipo B ed M che si differenziano nei profili da un minimo del 200 sino al massimo di 320 mm. Le colonne sono legate alle fondazioni attraverso tirafondi di classe M24 e M27 alla cui testa è presente una dima metallica ripartitrice su cui è stata successivamente saldata la colonna metallica. A protezione del sistema, il pacchetto del solaio di calpestio del piano terreno è interrotto puntualmente da un cassero metallico a perdere posizionato lungo i bordi del piatto.

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I solai metallici sono composti da putrelle metalliche di differente tipologia, dalle primarie e di bordo realizzate con profili che vanno da He650B e 1000A sino alle secondarie che impiegano profili Ipe300/600 e He260/600B. Al di sopra di queste è stata posizionata la lamiera grecata tipo Egb 210 spessore 12/10 e rete elettrosaldata diametro 8 mm passo 150 mm per la formazione di un pacchetto complessivo di 12 cm totali. Gli orizzontamenti sono stati controventati attraverso l’utilizzo di profili Shs 300 mm di base per 300 mm di altezza e spessore 10 mm.
Il piano di copertura è composto da travature metalliche maggiormente importanti; lungo il perimetro dell’auditorium sono state assemblate putrelle Hea650b controventate da profili Shs base 140 mm, altezza 140 mm e spessore 8,0 mm.

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Il tetto giardino posizionato al di sopra dell’auditorium è sorretto da 4 travi reticolari di due tipi, due realizzate con correnti He220b e due realizzate con correnti He240m.
Il telaio metallico composto da colonne e travi risulta fissato attraverso bullonatura classe M20 M24, in alcuni casi – quelli maggiormente importanti come dimensioni del profilo – è stata realizzata altresì una mensola sottostante dalla geometria triangolare anch’essa imbullonata alla colonna.
All’interno dell’edificio vi sono anche dei setti in calcestruzzo armato con funzione di controventatura della struttura metallica, dalle dimensioni differenti da setto a setto risultano armati con barre dal diametro di 16 mm e ulteriormente irrigiditi da spilli dal diametro di 10 mm.

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Le facciate, elemento caratterizzante il padiglione, sono composte da una griglia tridimensionale lignea montata interamente a incastro secondo il sistema Mengoshi, derivato dalla tecnica tradizionale giapponese, ma rispetto all’uso canonico ruotata di 45° sull’orizzontale composta su modulo 500×500 mm. Il sistema risulta completamente sostenibile, smontabile e riutilizzabile altrove, autoportante in ogni fase della costruzione, impacchettabile e movimentabile senza dover ricorrere a trasporti eccezionali, data la ridotta dimensione dei singoli elementi. Circa 20mila le travi di 2 m in legno di larice giapponese sagomate in Italia, a formare pareti dai 4 ai 12 m di altezza che avvolgono l’intera struttura ed lo spazio d’ingresso. L’elevato grado di standardizzazione del sistema ha consentito di ridurre il numero di elementi differenti a soli 6 tipologie, tutte sagomate in officina con macchine a controllo numerico per ottenere un preciso incastro.

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La griglia lignea presenta elevatissima ridondanza e iperstaticità, data dall’enorme numero di nodi. Non sono stati usati chiodi né bulloni ne colle: tutto è basato sull’incastro dei pezzi direttamente montati in cantiere rigorosamente a mano, senza usare gru e altri macchinari. I pezzi hanno ricevuto quattro lavorazioni diverse dovute al tipo di incastro previsto, è la precisione dell’intaglio che ne garantisce la stabilità delle pareti.
Le pareti così realizzate, oltre a ridurre al minimo l’impatto ambientale e a conferire al padiglione una confortevole abitabilità, svolgono anche una funzione scenica.
Di notte il padiglione appare come una grande lanterna di carta (simbolo tradizionale giapponese), che proietta all’esterno una luce morbida e soffusa.
Infine sulle facciate è presente la reinterpretazione del logo Expo stilizzando i famosi bastoncini – posate – da tavola. Il disegno rimanda al senso di osusowake (condivisione) e di unione globale all’insegna del piacere del cibo.

IL CANTIERE
Paese: Giappone
Tema: Salute ed educare divertendo
Progettazione architettonica: Atsushi Kitagawara Architects, Ishimoto Architectural & Engineering Firm, Inc.
General contractor: Takenaka Europe GmbH
Main subcotractor: Impresa Pietro Carsana & C. Srl

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