Studi professionali | Rinnovo Ccnl

Miglioramento del welfare ma nessun aumento salariale

Entro fine aprile dovrebbero chiudersi le trattative tra le rappresentanze datoriali e quelle dei lavoratori per il rinnovo del contratto nazionale degli studi professionali scaduto il 30 settembre scorso. Secondo Confprofessioni occorre puntare sulla formazione continua, sul potenziamento del welfare e sull’assistenza sanitaria integrativa.

Per quanto concerne il rinnovo del contratto nazionale degli studi professionali scaduto lo scorso 30 settembre, le parti nelle fasi di trattativa si sono poste a confronto sul potenziamento del welfare, inquadramento delle professioni non regolamentate e interventi tesi a favorire l’emergere il lavoro sommerso.

Il confronto è mancato sugli aumenti economici in busta paga se non collegati all’andamento dell’inflazione. Ora si tratterà di capire quali tra le figure professionali (assistenti di studio, impiegati, segretarie) potranno avere accesso nell’anno in corso alla cassa integrazione in deroga dopo la posizione di forte ristrettezza assunta dal ministero del lavoro.
A dicembre, in occasione della prima riunione tra la rappresentanza datoriale (Confprofessioni) e quelle dei lavoratori (Fisascat-Cisl, Filcams-Cgil e Uiltucs-Uil) le parti si sono dichiarate disponibili «a procedere nel giro di pochi mesi al rinnovo del contratto». La prossima riunione è in scadenza per lunedì 20 gennaio e le trattative dovrebbero concludersi entro metà aprile.

Gaetano Stella | Presidente Confprofessioni

Verso il rinnovo. La situazione occupazionale degli studi professionali lamenta numerose difficoltà: secondo i dati di Confprofessioni, lo scorso anno sono stati 6mila i lavoratori che hanno avuto accesso alla cig in deroga, per un totale di 2,2 milioni di ore autorizzate. Ora la discussione si pone in sede di rinnovo del Ccnl tant’è che Gaetano Stella, presidente Confprofessioni, ha auspicato che in sede di rinnovo del ccnl «si dovranno trovare delle modalità per non andare a intaccare la parte economica, puntando allo stesso tempo su interventi di potenziamento del welfare, dall’assistenza sanitaria integrativa alla formazione continua».

Il contratto nazionale dovrà stabilire dunque in modo unitario la disciplina applicabile a oltre un milione di dipendenti e a 500mila tra praticanti, stagisti e partite Iva, considerando anche che, come evidenziato da Stella, «la contrattazione passa anche attraverso quella di secondo livello perché oltre alle differenze tra una professione e l’altra ci sono anche quelle relative alle aree geografiche. Ritengo che per esempio al nord si potrebbe prevedere qualche intervento in più legato al welfare contrattuale, mentre nel meridione si dovrà puntare a iniziative tese a far emergere il lavoro sommerso». Un altro aspetto particolarmente delicato riguarda i diversi profili professionali che si sono accreditati in questo Ccnl e che devono trovare un corretto inquadramento. Tra questi profili le imprese di recupero crediti e i laboratori privati di analisi.

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