Milano Exe | Indagine di mercato

Le pmi italiane non sono pronte ad affrontare il cambiamento

Una ricerca di Milano Exe ha fatto emergere una situazione ancora poco proattiva delle pmi italiane. La ricerca è stata condotta su un campione di 500 aziende ed è emerso che il 48% di esse non è strutturata commercialmente per affrontare la crisi economica del proprio settore. Il 30% non ha un reparto marketing e per il 29% l’e-commerce non funziona.

Nonostante il periodo di crisi economica sia già evidente, le pmi italiane stentano ancora a organizzarsi per affrontare la vera crisi che sarà tangibile l’anno prossimo.

Il dato emerge dalla ricerca effettuata nel mese di novembre 2020 da Milano Exe, una delle maggiori aziende di recruiting in Italia, su un campione di 500 aziende italiane.

I dati parlano chiaro: il 48% degli imprenditori intervistati dichiara di non avere un vero e proprio settore commerciale e nemmeno un responsabile commerciale.
Di questi, il 59% afferma di provvedere personalmente a svolgere questa funzione; il 29% ha delegato un collaboratore che ha comunque anche altre funzioni o collabora saltuariamente con segnalatori e commerciali esterni. Addirittura il 30% non ha proprio una settore o un responsabile marketing, né ha un budget stanziato per questo tipo di attività.

Se il 59% ha avviato o intende avviare un’attività di e-commerce, per il 29% di questi l’attività di vendita online non funziona o funziona poco, soprattutto nei settori B2B.

Infine, solo il 17% dichiara che intende aumentare gli investimenti nel 2020 nel settore commerciale, assumendo una figura specializzata.

Andrea Polo | Ceo Milano Exe

Andrea Polo | Ceo Milano Exe.

«Prevedevamo che le aziende italiane fossero in drammatico ritardo dal punto di vista manageriale e commerciale, ma i dati emersi sono ancora più gravi. È vero che la “crisi” attuale era imprevedibile ed è vero che gli aiuti sono pochi e giungono in ritardo, ma è pure vero che le pmi devono decidersi a crescere soprattutto culturalmente. La cosa incredibile è che sia proprio il settore commerciale a essere tanto trascurato, che è quello che può dare linfa all’azienda, soprattutto in fasi complicate come questa. Siamo ancora all’imprenditore tuttofare, che dopo aver gestito l’azienda, i dipendenti, i fornitori, il ciclo produttivo, si mette a cercare clienti. Oppure delega persone che hanno altre funzioni e altra formazione, come se “vendere” sia cosa secondaria. È pure vero che sul mercato mancano le figure professionali adeguatamente formate, ma qui non si tratta di non trovare la figura giusta, si tratta di non cercarla nemmeno. La crisi si affronta cambiando modo di fare e di pensare, ma molti imprenditori a quanto pare non lo hanno ancora compreso».

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