Punti di vista | Giacomo di Thiene, Presidente nazionale Adsi

Il dl Rilancio non dovrà escludere il patrimonio storico-culturale privato

Giacomo di Thiene interviene in merito alle possibili misure per promuovere, nei prossimi mesi, l’attività turistica e le vacanze per le famiglie italiane, come previsto dal dl Rilancio, nella speranza che le risorse stanziate comprenderanno anche le dimore storiche private. Quest’ultime rappresentano circa il 17% del patrimonio immobiliare storico artistico soggetto a vincolo e ogni anno vengono visitate da 45 milioni di persone, ovvero la metà di coloro che visitano i musei italiani.
Giacomo di Thiene | Presidente Associazione Dimore Storiche Italiane.

Confidiamo nel lavoro che il Governo, e in particolare il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, stanno portando avanti in queste ore.

Ci auguriamo non solo che a coloro che riceveranno il «voucher turismo» sia data la possibilità di utilizzarlo anche nelle dimore storiche, ma anche che, in un decreto nel quale si stanziano risorse per decine di miliardi di euro, si trovi posto per tutelare e supportare anche il patrimonio culturale privato.

Sarebbe davvero grave se dovessimo constatare che, ancora una volta, con i nostri beni storico-artistici si riescono a fare solo slogan pubblicitari e video emozionali.

Le realtà delle dimore storiche sono migliaia e molto diverse tra loro: vanno da imprese più strutturate a conduzioni familiari. Come Adsi chiediamo al Governo di non escludere alcuna situazione dai provvedimenti di rilancio. Più della metà di palazzi, rocche, castelli, forti si trovano in comuni sotto i 20.000 abitanti; in particolare, il 29% di esse è nei piccoli borghi con meno i 5.000 persone.

Questi immobili sono un vero tesoro, un potenziale in parte ancora inespresso per i territori nei quali si trovano. Se consideriamo che, restando prudenti, ogni euro investito nelle dimore storiche ha una ripercussione più che doppia sui benefici per leconomia dei luoghi nei quali sorgono, credo sia evidente a tutti come questa grande rete di immobili privati diffusa sul territorio possa diventare una vera leva per il rilancio, sia economico sia socio-culturale, anche in quei borghi di cui oggi molti parlano e indicano come perno di uno sviluppo turistico sostenibile.

Abbiamo avanzato questa richiesta (l’aumento del tax credit per le spese sostenute per la conservazione e il restauro degli immobili vincolati) in alternativa ai cosiddetti «sisma bonus ed eco bonus», strumenti difficilmente applicabili agli immobili di interesse storico o artistico e che comunque fanno parte di attività «secondarie» rispetto all’intervento di restauro, dato che il Testo Unico dei Beni culturali obbliga il proprietario innanzitutto alla buona conservazione.

Le dimore storiche, infatti, devono sottostare a un complesso sistema di vincoli e obblighi che spesso non consente di installare, per esempio, nuove finestre, pannelli fotovoltaici o strutture antisismiche che andrebbero a stravolgerne l’aspetto; interventi che peraltro, giustamente, non sarebbero autorizzati dalle sovrintendenze, se non in particolari casi.

I proprietari, d’altro canto, grazie ai continui investimenti privati e al coinvolgimento di grandi professionalità, intervengono costantemente per conservare e restaurare questi immobili, collaborando con imprese artigiane d’eccellenza e realizzando interventi di cui beneficiano intere comunità, oltre che i turisti, nazionali e internazionali.

Giacomo di Thiene
Presidente nazionale Adsi – Associazione Dimore Storiche Italiane

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