Milano | Rigenerazione urbana

A Vitruvio 4.0 il dibattito su “La città in un quarto d’ora”

L’ultimo incontro, tenutosi pochi giorni fa nel capoluogo lombardo, ha dato la possibilità ai protagonisti di confrontarsi sul tema degli spazi pubblici e del loro destino, alla luce del nuovo scenario imposto dall’emergenza sanitaria, trovando nell’antico modello della “città in un quarto d’ora” un’alternativa valida e adattabile al contesto attuale, dettata da nuove necessità, approcci e relazioni.

Il progetto Vitruvio 4.0 è nato lo scorso anno dalla collaborazione tra Mitsubishi Electric e Leopoldo Freyrie, architetto, Presidente della Fondazione Riuso per la rigenerazione urbana e membro del comitato scientifico di Legambiente.

In questo singolare viaggio alla scoperta dell’evoluzione della “utilitas” vitruviana spicca su tutti il tema dello sviluppo della cultura della sostenibilità, che da sempre Mitsubishi Electric persegue, applicando le tecnologie più innovative con l’obiettivo di migliorare la vita quotidiana, in ottica green.

Durante l’ultimo incontro, dal titolo “La città in un quarto d’ora”, i protagonisti si sono inevitabilmente interrogati sull’accelerazione di alcune trasformazioni urbane (già in atto o in progetto) dovuta alla pandemia, la quale ha generato una crisi inaspettata che si somma ai problemi delle città indotti dai mutamenti climatici, dagli inquinamenti e dalla sempre più rapida trasformazione di usi e costumi contemporanei.

Mitsubishi Electric | I relatori presenti all’appuntamento milanese con Vitruvio 4.0. Da sinistra: Carlo Masseroli (City Executive di Arcadis Italia), Gianni Biondillo (scrittore e ideatore del progetto Sentieri Metropolitani), Leopoldo Freyrie, Evelina Marchesini (vice-caporedattore al Sole 24 Ore) e Federico Parolotto (co-fondatore e senior partner di Mobility in Chain).

La necessità è quindi quella di trovare soluzioni per adattare la città fisica, statica per definizione, alle nuove dinamiche sociali ed economiche, con l’obiettivo di offrire una migliore qualità di vita alla comunità, ripensando l’urbanistica anche alla luce dei cambiamenti che la sharing economy sta vivendo, proprio grazie alla mobilità elettrica.

Un progetto complesso che cambierà la natura dei luoghi dove viviamo, non tanto nelle architetture bensì nell’utilizzo, con un maggior sfruttamento degli spazi pubblici a uso sociale e commerciale (ne rappresenta un esempio concreto e attuale la sostituzione dei parcheggi con i dehors).

Il nuovo progetto parigino (ma già recepito dal Pgt Milano 2030) della “città in 15 minuti”, in cui ogni cittadino in bici o a piedi può raggiungere qualunque servizio di cui abbia bisogno, prova ad applicare alla contemporaneità i principi della “unità di vicinato” di Clarence Arthur Perry dell’inizio del secolo scorso, mutuati dall’idea di Città Giardino di Howard che, tra l’altro, alla luce dell’attuale necessità di verde urbano, risulta meno utopistica di un tempo.

Traslando tali concetti nel contesto attuale, e futuro, si può pensare a una città composta di borghi, più che quartieri, capaci di garantire in un breve raggio tutte le funzioni necessarie al lavoro, alla vita e al tempo libero, ma in grado di cooperare e realizzare una comunità coesa.

“La città in un quarto d’ora” costituisce, quindi, l’alternativa alla città “specializzata” e implica un sistema diverso di mobilità, un approccio innovativo alle regole delle destinazioni d’uso, una relazione differente tra l’infrastruttura verde e quella viabilistica. Inoltre, potenzialmente, cambia il mercato immobiliare.

Vitruvio 4.0, che a partire da questo evento dà la possibilità di partecipare anche in diretta streaming, ha ripreso la sua attività con il consueto sguardo al futuro prossimo, mettendo a confronto opinioni e passando a un vaglio critico le idee sulla città. (vb)

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here