Costruire in Laterizio | Von M, Germania

Museum Luthers Sterbehaus a Eisleben, Germania

Il layout tipico dei musei contemporanei è rispettato nelle nuove fabbriche del museo: le scelte materiche giocano ruolo chiave nel rapporto fisico delle presenze storiche strette attorno alle nuove immissioni. Il cemento a vista caratterizza gli interni della nuova ala; il mattone a vista invece ricopre completamente le porzioni visibili esterne delle nuove membrature, dirigendosi dalle pareti alle terrazze fino ad accogliere l’arrivo dei visitatori sugli interi affacci.

Cil 176 – Considerata la nettezza delle sue idee, interesserebbe davvero sapere cosa ne pensi Lutero riguardo la contraddittorietà di alcuni passaggi salienti della storia del suo museo. Per iniziare, il letto di morte all’interno dell’allestimento non è quello originario, dato alle fiamme nel 1707 per stroncare la credenza popolare nei miracoli, poiché si era diffusa la convinzione dei poteri curativi di Lutero.

L’ultimo soggiorno di Lutero a Eisleben in Germania.

Gli interni dell’abitazione e della camera in cui è morto il religioso, modificati per conformarsi a quanto descritto dalle cronache dell’ultimo soggiorno di Lutero a Eisleben, ancora una volta non sono originali.

Ciò risulta tanto più vero, poiché sorprendentemente durante il cantiere recente si è scoperto come nemmeno l’abitazione sia in realtà quella in cui Lutero è deceduto: il medesimo proprietario possedeva quest’abitazione oltre a una seconda a poca distanza poi distrutta, e per errore di attribuzione storica fin dal 1726 si è pensato alla prima quale ultima abitazione del religioso.

Museo di Lutero.

L’edificio su cui intervengono gli architetti di Von M è comunque indubbiamente tipico della fase di vita di Martin Lutero, con tracce anteriori risalenti persino al XIV secolo; viene preservato e restaurato in modo conservativo, ma viene pure esteso in nuovi volumi improntati a linguaggi progettuali contemporanei.

Essi delineano il nuovo margine costruito nella corte interna del quartiere gotico in cui si inseriscono. L’aggiornato ingresso principale è collocato nella nuova ala così da non dover intervenire in maniera invasiva nell’organizzazione spaziale delle preesistenze, preservandone la struttura originale.

Il layout tipico dei musei contemporanei è rispettato nelle nuove fabbriche del museo, con il posizionamento al piano terra dei servizi all’occorrenza autonomi rispetto al percorso museale quale ad esempio il bookshop, e con l’immediata evidenza del punto di risalita alla prosecuzione espositiva al piano superiore.

Le scelte materiche giocano ruolo chiave nel rapporto fisico delle presenze storiche strette attorno alle nuove immissioni. Il cemento a vista caratterizza in modo avvolgente gli interni della nuova ala, estendendosi dagli alzati agli orizzontamenti; il mattone a vista invece ricopre completamente le porzioni visibili esterne delle nuove membrature, dirigendosi dalle pareti alle terrazze fino ad accogliere l’arrivo dei visitatori sugli interi affacci.

I nuovi volumi del museo.

Viene scelto il mattone di colore grigio chiaro, tagliato con particolari getti d’acqua per ottenere effetti superficiali irregolari, al fine di abbinarsi meglio alle preesistenze, caratterizzate dal basamento in pietra grigia non squadrata e da improvvise porzioni laterizie specialmente nella zona della nuova terrazza interna: si riprendono allora il formato regolare del mattone e il colore incostante della pietra.

La posa pure irregolare del mattone richiama i modi dell’autocostruzione, o comunque quelli delle pareti interessate nei secoli da interventi sovrapposti, non coordinati, operati ripetutamente su medesime porzioni murarie al mutare delle esigenze.

La nuova architettura e le preesistenze sulla corte interna.

La preferenza per l’argilla cotta ad alte temperature sino ad ottenere mattoni a elevate resistenze, posti a conclusione della stratigrafia per il resto composta da pochi centimetri di ventilazione, abbondante isolante minerale e setto cementizio, ci ripropone approcci tipici della zona del centro-nord Europa in cui interessa particolarmente la protezione all’acqua e alle intemperie, secondo la tradizione reinterpretata in Germania ad esempio già da Cristoph Mackler e indagata nel numero 112 di questa rivista.

Il complesso storico, restaurato, è inserito nell’elenco dei monumenti  patrimonio dell’Unesco. La nuova architettura, in vibrante accostamento cromatico e materico alle preesistenze, ottiene numerosi premi nazionali. Rimane il disallineamento fra le posizioni risolute di Lutero e le controverse vicende dell’allestimento.

di Alberto Ferraresi, architetto, libero professionista

Chi ha fatto Cosa

Oggetto: Museum Luthers Sterbehaus
Località: Lutherstadt Eisleben
Committente: Fondazione Luther Gedenkstätten in Sassonia-Anhalt
Progetto architettonico: Architekturbüro Von M, Stuttgart – Myriam Kunz, Dennis Mueller, Matthias Siegert
Collaboratori: Silke Hänssler, Christoph Patzelt, Grit Ruschinzik, Silke Schreier, Sabrina Fliegerbauer, Kristin Weinrich, Antonia Blaer, Charlotte Eller
Superficie: 1700 mq
Fotografie: Dennis Mueller

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