Il Truffle Bistrot Luxembourg inaugurato alla fine dell’anno scorso presso Ville Haute in 16 avenue Monterey, è il nuovo progetto «enogastronomico» di San Maurizio 1619 che porta anche in Lussemburgo le tradizioni culinarie piemontesi.
Il progetto è stato curato dallo studio torinese di architetti yet | matilde fondato da Michele Cafarelli, che ha scelto per il nuovo Truffle Bistrot 4 serramenti Navello della linea Seta 2.0 scorrevoli a libro nell’essenza pino lamellare.
Il bistrot si sviluppa su due 2 piani e per la sua realizzazione è stata completamente riprogettata la composizione della facciata.
I portoni di primo ingresso (personalizzati in base alle richieste dei progettisti) appartengono alla linea Novecento con maniglione antipanico certificato per le vie di fuga. Robusti e affidabili, uniscono alle naturali proprietà isolanti del legno pannelli coibentati in mdf idrofugo per aumentare la resistenza alle intemperie e raggiungere una capacità isolante tra le più elevate in commercio (trasmittanza termica: 1,32 w/mqk).
L’ingresso a piano terra è realizzato con pavimentazione in cementine e pietra, adibito a bar-caffetteria ed esposizione dei prodotti gastronomici tipici delle Langhe.
Nel piano superiore si sviluppa il laboratorio della cucina, completamente visibile grazie ad ampie vetrate all’interno della sala (che ospita fino a 50 persone). Le superfici delle pareti e dei soffitti alternano finiture architettoniche originali a decorazioni applicate, come tinte in quarzolite o tappezzerie elaborate dai disegni di Nicola Oliveri. Gli ambienti sono intenzionalmente semplici e i materiali tipicamente locali; gli elementi decorativi prendono spunto dalle documentazioni botaniche monasteriali. Le essenze dei prodotti vengono invece cristallizzate dalle opere in resina del designer Marco Stefanelli.
Chi ha fatto Cosa
Realizzazione: Agosto-Dicembre 2015
Area: 220 mq
Committenza: San Maurizio 1619
Progetto, coordinamento e direzione artistica: yet|matilde – LAM
Disegni: Nicola Olivieri
Serramenti: Navello
Opere in resina: Marco Stefanelli