Riqualificazione | Progetti

Nuova vita per il porticciolo di Capolago

Presentato il progetto preliminare, costo totale di 106mila euro, che prevede tra l'altro, la realizzazione di una nuova pavimentazione, permeabile e naturale, un pontile fisso e un belvedere sul lago.

Quello che rimane attualmente del porticciolo di Capolago (Varese) non è altro che un complesso di elementi ricoperti di canne e sterpaglia in mezzo alla palude ma fino agli anni ’50 però era un vero e proprio porto.

L’attuale approdo, pedonabile e con l’attracco per le piccole barche del lago, è costituito da un’opera in muratura di 43 metri dotata di sistemi di ancoraggio. L’ultima riqualificazione si ebbe nel 1930 per opera dell’architetto Pedoia mentre l’abbandono ha inizio nel dopoguerra.
Il boom economico, lo sviluppo della città e l’abbandono delle campagne hanno ridotto la manutenzione del porto facendo aumentare e avanzare il verde e i fanghi fino a sopraffarlo. Ben due tentativi di riqualificazione sono andati a vuoto.
Ora, grazie al lavoro congiunto dei tecnici del comune di Varese e della Provincia che collaborano a stretto contatto coi responsabili della tutela ambientale e dei vincoli esistenti, si è approdati a un progetto che pare possa riportare in vita il vecchio porto nel rispetto del suo habitat.

Progetto in due parti. La giunta comunale ha già approvato il progetto preliminare che si avvia alle successive fasi di attuazione. Si tratta di un intervento totale di 106mila euro e metà di questi sono a carico dall’autorità di bacino lacuale dei laghi Maggiore, Comabbio, Monate e Varese.Il progetto si divide in due parti e la prima comprende la zona tra la fine della strada di accesso e il lago, e prevede la realizzazione di una nuova pavimentazione in calcestre naturale di Saltrio, compatta, permeabile e naturale per raggiungere il nuovo pontile.
Verrà posato un parapetto ligneo a delimitazione dell’area e, infine, a protezione della linea di costa il progetto prevede un linea di massi scogliera tondi e morenici. La seconda parte riguarda un pontile fisso su pali in legno di castagno per una lunghezza totale di 44 m. L’inizio del camminamento sarà largo 3 m e proseguirà per altri 20 oltrepassando il canneto dove ci sarà una zona di 16 m per 3 per l’attracco di piccole barche, secondo la normativa del Piano di gestione della Provincia di Varese. Infine, il pontile si allarga e assume una forma rettangolare per consentire la creazione di un belvedere sul lago.

Ormeggio esclusivo per i residenti. L’ormeggio e l’accesso con mezzi motorizzati sarà vietato ai non residenti nella frazione di Capolago. Rimarrà infatti la sbarra all’imbocco della via d’accesso, anche se vi sarà l’ampliamento del percorso d’accesso e la realizzazione di slarghi o aree aperte che potranno essere usati per la sosta di mezzi e persone.
L’area verrà dotata di tavoli e attrezzature da fruire come punto di ristoro e stazionamento. Completerà il tutto una cartellonistica che servirà a sensibilizzare i fruitori sulle problematiche di conservazione ritenute di prioritario interesse nel luogo. Passerella e belvedere avranno un costo pari a 60mila euro, l’arredo urbano e la cartellonistica di 24mila.

Piacevolmente sorpreso l’Ordine degli Architetti di Varese. «Si tratta di un’iniziativa pregevole che mira al recupero di Capolago, inserita in un’area di grande valenza naturalistica – è il commento del presidente dell’Ordine degli architetti di Varese, Laura Gianetti. La zona individuata per la riqualificazione è parte della più ampia area di riferimento del Concorso che, lo ricordiamo, comprende tutto l’anello ciclopedonale che corre intorno al Lago di Varese e le aree circostanti. Non è da escludere quindi la possibilità che qualche partecipante al bando avanzi proposte interessanti. L’area in questione inoltre è già stata al centro di proposte progettuali in occasione del Progetto Diploma “Varese 110 e lode” che nel 2010 ha visto gli studenti dell’Accademia di architettura di Mendrisio impegnati a ridisegnare la Varese del futuro. Gli studenti dell’Atelier Mateus, infatti, si sono confrontati con la precisa condizione topografica delle aree d’intervento lavorando intorno al tema dello specchio d’acqua, il disegno di confine fra terra e acqua, l’area di riva delimitata dalle viabilità e da comparti di edificato e vegetazione».

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