Progettazione | Open Project

Open Project: progetti per workspace a misura d’uomo

Lo studio di architettura e ingegneria presenta due recenti realizzazioni di workspace. Il denominatore comune di questi progetti è la creazione di luoghi su misura, in grado di rispondere alle esigenze della committenza, e flessibili, per rispondere alle esigenze del futuro. Un approccio innovativo che porta a una nuova concezione degli spazi di lavoro.

Ripensare i luoghi di lavoro alla luce della rivoluzione globale che ha sovvertito tutte le consuetudini del vivere, condividere, progettare gli spazi, per realizzare un’opera in grado di rispondere alle richieste del presente e, allo stesso tempo, accogliere e appagare le esigenze in divenire di chi li abita.

Questo il cuore della riflessione di Open Project, lo studio di architettura e ingegneria con sede a Bologna, che, dalla sua fondazione nel 1984 a oggi, conta numerosi progetti di rilievo del panorama nazionale e internazionale, assestandosi tra i primi 30 posti per fatturato nella classifica del Sole 24Ore degli studi di architettura in Italia.

Open Project | Bonfiglioli Riduttori spa | © Andrea Brintazzoli

L’attività di Open Project riserva particolare attenzione ai workspace, uffici e centri produttivi, pur contando numerose realizzazioni nell’ambito residenziale, ricettivo e degli studentati, com’è il caso del progetto di The Student Hotel a Bologna, recentemente inaugurato.

Una cifra comune lega tutti i progetti di Open Project, pur nella loro complessità, a un unico core tematico, che mette l’essere umano al centro del progetto, con la sua qualità della vita, con la necessità di relazione con gli altri, il benessere, non da ultima la bellezza.

L’attività creativa di Open Project si sviluppa molto prima della progettazione, attraverso un’attenta analisi dell’identità aziendale, per poi giungere all’ascolto delle esigenze del committente, con il quale instaura un continuo confronto e dialogo, per arrivare, infine, alla realizzazione di uno spazio su misura delle persone che lo vivranno.

Open Project | Stabilimento TeaPak | © Andrea Brintazzoli

Il progetto Bonfiglioli Riduttori spa

Ultimata nel 2020, l’opera presenta uno spazio che è sia fabbrica sia centro direzionale di una Business Unit dell’azienda Bonfiglioli Riduttori spa. Alla base del progetto c’è l’intenzione di mettere a dialogo innovazione e qualità della vita, creando un luogo che da un lato migliori i cicli produttivi, dall’altro sia un workspace in cui il personale possa sentirsi parte fondamentale dell’azienda e possa muoversi liberamente.

Una concezione di fabbrica del tutto nuova, non più un corpo slegato dagli uffici e dall’headquarter e un luogo alienante in cui è confinata parte della forza lavoro, ma un elemento integrante dell’identità e della funzionalità aziendale, in continuità visiva e fisica con essa. Solo una parete vetrata, infatti, separa gli uffici dall’area produttiva, la cui attività è ben visibile dalle sale.

L’integrazione fra reparti differenti avviene non solo visivamente ma anche in maniera funzionale dal momento che, grazie a una passerella sospesa che attraversa la fabbrica, dagli uffici si raggiunge il settore ricerca e sviluppo.

Il progetto di interior conferma l’intento di realizzare ambienti che puntano alla collaborazione, all’integrazione, alla condivisione, con spazi concepiti come un’unica unità anche quando sono separati.

Negli uffici ogni impedimento allo sguardo è eliminato, sia nelle divisioni fra ambienti, che fanno uso di pareti interne vetrate, sia nella scelta degli arredi, che privilegiano lockers bassi in uso condiviso ai tradizionali storage personali, sia nell’uso di mobili multifunzione.

Uno spazio omogeneo che rende il workflow fluido e dà piena flessibilità agli ambienti, una scelta questa rivelatasi particolarmente lungimirante nel periodo immediatamente successivo al completamento dell’opera, con le esigenze di distanziamento e sanificazione imposte dalla pandemia.

Privacy e ricercatezza estetica non sono sacrificate, ma anzi garantite dagli spazi riservati dei phone booths e dalle tende regolabili– così come di relax -grazie alle aree lounge con dominanti di colori viola e arancione per metterne in evidenza la funzione, zone conversazione dotate di sedute fitoformi e tappeti verde lime che richiamano gli spazi esterni.

La fabbrica diventa così un luogo di innovazione, un hub di ricerca e sviluppo, in cui la tecnologia è al servizio dell’individuo, che svolge un lavoro altamente qualificato e riconosciuto. Un edificio Nzeb ad altissima prestazione energetica, pensato per le persone, progettato per l’innovazione.

Lo stabilimento Teapak

Un caso di produzione internazionale nel cuore della “Packaging Valley” emiliano- romagnola per un investimento di 25 milioni di euro. È lo stabilimento appena ultimato di TeaPak, azienda imolese che dal 2001 si occupa della miscelazione, imbustamento e impacchettamento per tutto il mercato europeo delle tisane prodotte dalla casa madre Yogi Tea, multinazionale con sedi direzionali negli Stati Uniti e in Germania.

La sede appena inaugurata permette nell’immediato un raddoppio dell’attuale produzione consentendo, in un secondo momento, di quadruplicare la capacità produttiva. Un progetto di 13mila metri quadrati, suddivisi in tre aree: produttiva, uffici e ristorante aziendale, oltre agli spazi dedicati alle infrastrutture.

Lo studio ha così realizzato – nel tempo record di undici mesi – un edificio funzionale, che per quanto riguarda la struttura esterna presenta linee essenziali mentre internamente mostra una divisione su due livelli, per favorire l’uso di macchinari hi-tech, così come per agevolare una logistica delle materie prime.

Per quanto riguarda gli esterni dell’edificio, la facciata si caratterizza per l’uso di grandi frangisole verticali nei quali si ritrova la palette cromatica usata nel packaging dell’azienda. Il fabbricato presenta inoltre un elemento decorativo dalle dimensioni importanti, il mandala, motivo ornamentale che rappresenta per antonomasia la cultura indiana, da cui il marchio Yogi Tea ha origine, rappresentato nelle varianti del graffito – sul lato dello stabilimento che percorre tutto il versante rivolto all’autostrada – e della lamiera di alluminio microforata della facciata.

Troviamo, inoltre, l’uso della lastra metallica non solo come elemento decorativo ma anche tecnologico sul lato dell’edificio, per schermare il vano scala di emergenza. Dagli spazi esterni a quelli interni massima cura è stata posta nella progettazione di aree di lavoro e di relax, inserendo anche un ambiente dedicato alla pratica dello yoga. L’opera dimostra la capacità di approfondire e interpretare l’identità del committente, formulando una nuova lettura, di eleganza sobria, del tipo edilizio del fabbricato.

Open Project | Terrazza esterna | © Andrea Brintazzoli
Maurizio Piolanti | Partner Open Project.

Maurizio Piolanti | Partner Open Project

«Non puntiamo solo a stupire, la nostra sfida è realizzare un concept accattivante, accompagnando la committenza in tutte le fasi dello sviluppo progettuale, guidandola nelle sue scelte, per ottenere un edificio che risponda alle sue esigenze; per farlo utilizziamo un gruppo consolidato di specialisti e portiamo avanti un lavoro costante di ricerca e di applicazione delle tecnologie digitali».

Francesco Conserva | Partner Open Project.

Francesco Conserva | Partner Open Project

«Vogliamo creare luoghi in cui l’uomo sia al centro del progetto: resilienti, connessi, orientati al wellness psicofisico; progettare oggi, traguardando il prossimo futuro, significa definire architetture in grado di rispondere alle richieste del presente, vale a dire legate a una domanda e a un uso previsto, ma al contempo capaci, con puntuali metamorfosi, di adattarsi a nuove esigenze. Mutuare dalla capacità degli esseri viventi di reagire alle condizioni esterne rappresenta la vera sfida nella progettazione dei luoghi di domani, che vedrà l’integrazione della connessione virtuale con quella umana, mettendo in relazione anche diverse generazioni». (vb)

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