L'intervista | Massimo Colombo, Presidente Ance Varese

Opportunità per l’edilizia? I comuni diano seguito alla sfida sulla rigenerazione urbana

Massimo Colombo, presidente Ance Varese: "... occorre sollecitare i Comuni perché diano applicazione agli adempimenti previsti dalla Legge sulla Rigenerazione Urbana, vera prospettiva del settore anche per evitare un vuoto temporale pericolosissimo dopo i lavori licenziati con il Pnrr e passata la stagione dei bonus fiscali. In prospettiva vedo positivo ma con diversi ostacoli e incognite pericolose, basti dire che alcuni nostri associati ci hanno segnalato che le ultime iniziative legislative sul Superbonus, li hanno costretti, dopo aver assunto nei mesi scorsi, a mettere una parte di manodopera in cassa integrazione, assurdo!".

 

Ing. Massimo Colombo, presidente di Ance Varese.

Il rapporto Unioncamere sull’edilizia in Lombardia nel terzo trimestre 2021 indica la continuazione di una consistente crescita del volume d’affari delle imprese lombarde delle costruzioni: la variazione su base annua è pari al +16,9%, un incremento significativo considerato che l’analogo periodo del 2020, con il quale viene fatto il confronto, era stato caratterizzato da una intensa ripartenza dei livelli di attività dopo il blocco dei cantieri avvenuto durante il primo lockdown. Con i presidenti delle territoriali lombarde di Ance la situazione nelle diverse province, e con il presidente di Ance Lombardia, Tiziano Pavoni, tratteggiamo il quadro regionale. L’intervista all’ing. Massimo Colombo, presidente di Ance Varese.

Presidente Colombo, i dati di Varese in termini di crescita del volume d’affari rispecchiano le indicazioni generali della regione lombarda presentate da Unioncamere nel suo recente Rapporto?

Non disponiamo di dati precisi a livello provinciale, ma il trend rilevato da Unioncamere sembra rispecchiare l’andamento che stiamo “toccando con mano”. La spinta dei bonus fiscali – seppure tra mille criticità – sta facendo registrare una crescita in termini di fatturato delle nostre imprese.

Qual è lo stato dell’arte in questa fase dell’edilizia delle province di Varese?

Difficile poter dare dei numeri, ma è evidente che la domanda è principalmente rivolta ai bonus fiscali. Molte imprese si stanno concentrando su tale mercato, pur nella lungimiranza di non sacrificare alti settori strategici per il nostro territorio come l’edilizia industriale e l’attività immobiliare. Ci auspichiamo che sul nostro territorio, in cui numerose sono le aree dismesse e in stato di degrado, possa anche partire un processo di rigenerazione urbana, che con le sue potenzialità darebbe senz’altro prospettive di più lungo termine alle imprese. Sul fronte dei lavori pubblici, con i fondi del Pnrr all’orizzonte, dovrebbe aprirsi una nuova stagione, seppur con tutte le criticità, a partire dal Codice degli appalti, che si accompagnano a quel mondo. Diverse imprese operanti nel settore privato, proprio in questi mesi, si stanno rivolgendo ai nostri uffici per ottenere l’attestazione Soa in vista delle ricadute dei corposi investimenti europei.

Varese quali peculiarità territoriali presentano rispetto al resto della Lombardia?

Il territorio della nostra provincia è estremamente esteso ma anche eterogeneo. Dai contesti altamente urbanizzati e a vocazione industriale del sud della Provincia si passa alle zone lacustri e prealpine della parte nord, con spiccata vocazione turistica e a più bassa densità abitativa, nonché ad alto rischio idrogeologico. Chi opera nel settore pubblico delle infrastrutture a rete sa bene che la medesima lavorazione può comportare costi e difficoltà decisamente diverse a seconda della localizzazione dell’intervento.

Anche per la spinta del Superbonus, in questi mesi è cresciuto il numero di imprese del settore?

Nel caso della provincia di Varese, i dati della Camera di commercio – Infocamere, segnalano per il 2021 un saldo di + 3,74% tra nuove imprese e imprese cessate, industriali e artigiane, del settore costruzioni. Seppur possa sembrare un aumento esiguo, si tratta di un dato record per il nostro territorio, anche alla luce di una riduzione di iscrizioni, o modestissimi aumenti, rilevati negli altri settori (servizi, agricoltura eccetera).

E quelle del sistema Ance?

Durante il 2020, complice l’incertezza generale e la necessità di avere un supporto autorevole nella fase della ripartenza, abbiamo registrato un aumento importante nel numero di imprese associate. Attualmente rileviamo un sempre maggior interesse di imprese estranee al sistema Ance verso le attività e iniziative proposte dall’associazione sui temi dei bonus fiscali e dei lavori pubblici.

Sul tema manodopera, quali sono i principali problemi, considerando sia i dipendenti diretti, sia l’apporto di professionisti esterni, immaginando che le attività spinte dal Superbonus, anche per la loro temporaneità, non sempre consentano di assumere, tanto meno a tempo indeterminato, figure tecniche e professionali?

La carenza di manodopera, nella stagione dei bonus fiscali, è stata definita come il “paradosso dell’edilizia”. Le imprese, soprattutto quelle impegnate sul fronte degli incentivi fiscali, segnalano fortissime difficoltà nel reperimento della manodopera a fronte di una domanda di lavoro in forte crescita. Confermiamo pertanto pienamente il dato rilevato dal Centro Studi Ance, secondo cui non si riescono a trovare il 52 % degli addetti alle finiture, figure centrali nell’attuazione degli interventi di Superbonus e Bonus Facciate. Peraltro, la nostra provincia, tanto per le figure tecniche che per gli operai, paga la vicinanza con il Canton Ticino, dove i contratti di lavoro prevedono minimi salariali anche tre volte più alti dei nostri. Non è un caso che i lavoratori dell’edilizia, in Svizzera, siano per il 74 % titolari di permesso G, ossia frontalieri.

Presidente, in generale quali sono le principali criticità che emergono dalle imprese in questo periodo?

Difficile rispondere in poche battute. Senz’altro nell’ambito dei bonus fiscali continua a pesare l’incertezza del quadro delle regole in continuo mutamento. L’atteggiamento del legislatore, che per rincorrere le truffe ha dapprima sottoposto anche i bonus fiscali minori a un regime di adempimenti simili al Superbonus, e che recentemente ha introdotto il vincolo di una sola cessione dei crediti fiscali, ha effetti di paralisi del mercato. In secondo luogo, come su tutto il territorio nazionale, vi è il problema del caro materiali, cui si aggiunge una sempre maggiore difficoltà di reperimento. Soprattutto nel settore privato, dove non sono stati previsti meccanismi compensativi a differenza delle commesse pubbliche, le imprese sono in forte affanno, schiacciate dai continui aumenti di listino dei fornitori e la riluttanza dei committenti privati a riconoscere adeguate compensazioni per gli aumenti di costo. Per le imprese operanti nel pubblico, l’inadeguatezza cronica dei prezzari regionali e la misura assai modesta delle compensazioni previste dalla normativa rischia di mettere in serio pericolo la sopravvivenza delle stesse.

E quali, invece, le specifiche opportunità?

Sollecitare i Comuni perché diano applicazione agli adempimenti previsti dalla Legge sulla Rigenerazione Urbana, vera prospettiva del settore anche per evitare un vuoto temporale pericolosissimo dopo i lavori licenziati con il Pnrr e passata la stagione dei bonus fiscali.

Cosa vede in prospettiva per il settore nel breve e nel medio periodo?

Positivo ma con diversi ostacoli e incognite pericolose, basti dire che alcuni nostri associati ci hanno segnalato che le ultime iniziative legislative sul Superbonus, li hanno costretti, dopo aver assunto nei mesi scorsi, a mettere una parte di manodopera in cassa integrazione, assurdo!

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