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Palermo: il concorso “Rimodulor” ripensa i luoghi di aggregazione all’aperto

Socialità e sicurezza tenute insieme da quattro idee progettuali “cucite” su specifiche aree di Palermo ma esportabili in contesti urbani con caratteristiche simili: sono queste le proposte vincitrici del concorso RiModulor, indetto dall’Ordine degli Ingegneri della provincia di Palermo per ripensare i luoghi pubblici del capoluogo siciliano.

Lo scorso agosto l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Palermo ha lanciato il concorso “RiModulor” per invitare i giovani professionisti a proporre soluzioni con cui ripensare i luoghi pubblici all’aperto nella nuova realtà post-Covid, mettendo d’accordo le esigenze delle persone, il rispetto per l’ambiente e la necessaria attenzione alla salute.

Tra i settori di studio indicati dal bando vi erano la mobilità e la cultura. La prima come fattore trainante degli interscambi nella rete cittadina e la seconda come chiave sia per il riuso di edifici e luoghi storici, sia per la vita sociale nelle piazze e nelle vie.

I partecipanti, ingegneri di età non superiore ai 40 anni e in regola con l’iscrizione, hanno prodotto una rappresentazione grafica dell’area di studio allo stato attuale, la definizione planimetrica della nuova idea progettuale e una valutazione di fattibilità dell’opera. Per i 4 vincitori sono previsti premi da duemila euro in forma di bonus. Tutti gli elaborati, premiati e non, saranno poi esposti in una mostra.

Piazzale Ungheria: vivere e (ri)conoscere gli spazi pubblici – Gabriele Romano

L’idea progettuale, che intende valorizzare le caratteristiche di piazzale Ungheria, prevede una sezione allestita come piazza vera e propria e un’altra, la fascia centrale, destinata ad accogliere un giardino con funzione di filtro rispetto ai flussi pedonali principali.

Elemento caratterizzante è un’arena con impianto audio per manifestazioni culturali o attività libere, queste ultime da segnalare in anticipo telematicamente tramite app. Attraverso l’impianto di amplificazione dell’arena sarà possibile trasmettere in diretta concerti e opere in scena al teatro Politeama e al teatro Massimo, e così consentirne in forma diversa l’ascolto a quanti non potranno assistervi di presenza in caso di limitazioni anti-Covid.

La nuova piazza si articola in un sistema di sedute intorno a specchi d’acqua configurato in modo da favorire l’aggregazione in una dimensione raccolta e nel rispetto del distanziamento interpersonale. La zona allestita a giardino non è pensata come luogo di passaggio ma come luogo in cui sostare. Tra la piazza-giardino e il porticato è individuato uno spazio nel quale poter lasciare in stallo le biciclette o altri mezzi simili e ricaricarli.

Altro elemento fondante dell’intervento sono gli stand-rifugi, tre strutture per la lettura, la preghiera o la meditazione con all’interno postazioni singole divise da pareti appositamente traforate per lasciare passare lo sguardo e permettere di socializzare con il vicino. Le sedute sono caratterizzate da più inclinazioni per un uso più libero possibile.

Gabriele Romano | Piazzale Ungheria: vivere e (ri)conoscere gli spazi pubblici.

Un teatro per Vergine Maria – Marco Bellomo, Martina Famoso e Luisa Lombardo

Questo progetto propone un nuovo polo culturale nella borgata marinara ai piedi di Monte Pellegrino, con un nuovo teatro all’aperto nella parte più interna della spiaggia accanto all’antica tonnara Bordonaro come elemento portante.

L’elaborato progettuale prevede una modellazione del suolo (ma senza consumo di suolo) per creare sulla parte più interna dell’arenile, un teatro a cielo aperto destinato a spettacoli e attività didattiche. Il nuovo manufatto è pensato in pietra bianca di Custonaci, materiale caratterizzato da un’eccezionale resistenza agli urti e da un fondo in color avorio chiaro. La forma sfrutta il naturale dislivello del terreno e, grazie ad alcune rampe, garantisce facile percorribilità anche a chi ha disabilità motorie.

L’area antistante il teatro è polifunzionale e dedicata alle attività diurne o notturne come, per esempio, la palestra o gli sport. In questa zona pavimenti energetici garantiscono, per induzione elettromagnetica, la conversione del movimento dovuto all’attività fisica, e quindi dell’energia cinetica, in energia elettrica, in modo da supportare, fra l’altro, illuminazione, postazioni di ricarica, area attrezzata per il picnic, area bambini e connessione wifi.

La parte soprastante il teatro, a circa 3 metri di quota, ancora più interna rispetto al teatro stesso, comprende un nuovo allestimento a verde nel quale fa da protagonista la macchia mediterranea: agavi, palme, pini marittimi, fichi d’india, oleandri, carrubi ed eucalipti.

Marco Bellomo, Martina Famoso, Luisa Lombardo | Un teatro per Vergine Maria.

Biciplan – Andrea D’Amore, Eleonora Abbate, Guido Bonfardeci e Alida Schifano

Partendo dall’esigenza di collegare i principali nodi urbani (stazioni ferroviarie, terminal tram e autobus, università, istituti scolastici, industrie urbane e uffici pubblici con grande affluenza quotidiana, parchi urbani e impianti sportivi), il progetto disegna 61,5 km di nuovi corridoi urbani ecologici che si aggiungono e si ricollegano alle piste ciclabili esistenti in Via Dante, Via del Fante e sull’asse lungomare.

Cinque i criteri progettuali utilizzati: rimodulazione dei parcheggi, nuovo disegno e riduzione delle dimensioni delle carreggiate, rimozione di carreggiate per automobili, realizzazione di “zone 30”, aumento delle aree pedonali.

Tra le grandi strade su cui vengono collocati i percorsi figurano via Roma, via Sciuti, corso Calatafimi e via Cavour. La proposta progettuale predilige corridoi monodirezionali che seguano gli attuali flussi di marcia delle automobili, per una maggiore sicurezza degli utenti deboli e per ridurre i margini per comportamenti non consoni come per esempio la sosta selvaggia dei veicoli. In base al computo metrico estimativo, il costo totale dell’intervento sarebbe di 13,8 milioni di euro, pari a 226,55 euro per metro lineare.

Andrea D’Amore, Eleonora Abbate, Guido Bonfardeci e Alida Schifano | Biciplan .

Giardini di vita – Sara La Paglia

L’approccio indicato dal progetto scommette sulla realizzazione di spazi flessibili, che diventino all’occorrenza teatri, sale conferenze, luoghi espositivi o ludici mediante allestimenti rapidi e reversibili. I parametri presi in considerazione sono accessibilità dei luoghi, capienza, tipologia e costi delle opere necessarie.

Il progetto prevede lo sviluppo di un arredo urbano modulare, economico, sostenibile e flessibile che, installato secondo configurazioni prestabilite, per assicurare il distanziamento fisico in linea con le norme anti-Covid, consenta lo svolgimento delle attività culturali e sociali negli spazi pubblici all’aperto in condizioni di sicurezza.

Sono costituiti da profili metallici, pannelli in Osb e vegetazione, sono modulari, con dimensioni di 50x50x50 centimetri, e con la possibilità di più configurazioni in base all’uso richiesto, per facilitare il contrasto al fenomeno “dell’avvicinamento della sedia” al di sotto delle distanze consentite dalle norme di sicurezza.

Anche questo progetto suggerisce la prenotazione degli spazi tramite app per smartphone per regolarne l’uso e controllare l’affluenza: nel caso in cui il luogo di ritrovo abituale si saturasse, gli utenti sarebbero preavvisati e così incentivati a optare per un altro sito, una chiave per prevenire possibili assembramenti.

Sara La Paglia | Giardini di vita.
Vincenzo Di Dio | Presidente Ordine degli Ingegneri della provincia di Palermo.

Vincenzo Di Dio | Presidente Ordine degli Ingegneri della provincia di Palermo

«Dalla visione, dalla sensibilità e dalla competenza dei nostri professionisti più giovani arriva un contributo concreto per una riflessione pubblica collettiva che lo stato di cose provocato dalla pandemia di Coronavinus oramai ci impone, costringendoci ad adattare il modo di incontrarsi in tutti gli ambiti della vita quotidiana, lavorativi e non. Questo cambiamento di prospettiva è un grande tema che riteniamo non possa essere lasciato alle scelte estemporanee dei singoli ma che debba, al contrario, essere guidato da criteri e modelli ampiamente condivisi, anche attraverso una riprogettazione funzionale degli spazi fisici di aggregazione affinché tutto il cambiamento vada di pari passo con la massima sostenibilità possibile sul piano sociale, ambientale ed economico. Crediamo nel ruolo sociale delle categorie professionali ed è il motivo per cui abbiamo voluto promuovere questo concorso, che abbiamo immaginato come un ideale passaggio dal Modulor di Le Corbusier al modulo dell’uomo post-Covid». (vb)

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