Punti di Vista | Elisa Spallarossa, dirigente S.C. Rup - Nuovo Galliera

Ospedale Galliera: la scelta del Bim per progettare e aggiornare i processi costruttivi e organizzativi

Il punto di vista di Elisa Spallarossa, dirigente S.C. Rup - Nuovo Galliera, tra le prime Committenze Italiane BIM oriented a disporre di personale formato e certificato sul BIM e a utilizzare piattaforme interoperabili in grado di sviluppare flussi informativi che gestiscono processi BIM per differenti tipologie di appalti.
Elisa Spallarossa | Dirigente S.C. Rup – Nuovo Galliera.

Per l’Ente Ospedaliero Galliera l’adozione della tecnologia Bim si pone come strumento per lo sviluppo e l’aggiornamento dei processi, che non riguardano solamente gli aspetti costruttivi e manutentivi ma anche quelli sanitari e gestionali.

In particolare l’obiettivo consiste nello sviluppare procedure che possano estrarre dal modello Bim le informazioni necessarie e sufficienti anche per simulazioni organizzative e aspetti core e non-core di applicativi software presenti orientando l’ospedale verso il modello dell’Hbm (Health Building Management).

Il punto di partenza è l’ottimizzazione dell’asset management dell’ospedale, sfruttando la progettazione del nuovo ospedale per poter avviare un processo di digitalizzazione delle procedure di progettazione, direzione lavori, costruzione e manutenzione degli edifici e degli impianti ospedalieri.

Gli obiettivi che l’Ente vuole perseguire con lo sviluppo della progettazione del Nuovo Ospedale secondo i processi e le metodologie Bim sono molteplici e non sono limitati alle sole fasi di progettazione e realizzazione, ma trovano la loro applicazione all’intero ciclo di vita dell’ospedale, sia di quello nuovo, sia di quello esistente. Punto chiave dei processi Bim dell’Ente ospedaliero, è riuscire a registrare e mantenere dati ed informazioni in modo strutturato ed omogeneo, sviluppando un approccio ed una metodologia che possano essere applicati e riapplicati ciclicamente, migliorandola ad ogni ciclo.

L’applicazione di un approccio standardizzato e coerente nelle metodologie di affidamento, progettazione, e gestione da applicare sia al nuovo ospedale, sia agli edifici dell’ospedale esistente permette di risparmiare tempo e denaro, fornisce chiarezza e trasparenza dei risultati attesi (performance) e migliora l’attività di programmazione.

Tale approccio viene riportato all’interno delle Bim Guides dell’ente, che definiscono le metodiche del processo BIM applicate a differenti ambiti progettuali ed alle differenti attività connesse allo sviluppo della metodologia Bim in ambito ospedaliero, per l’ente Galliera.

Nuovo Galliera di Genova.

Per quanto riguarda la progettazione del Nuovo Ospedale, la metodologia BIM viene e verrà sviluppata, come minimo, con il triplice obiettivo di:

  • realizzare il modello tridimensionale dell’ospedale con la tecnica object-oriented;
  • identificare le eventuali criticità progettuali in termini di interferenze prima della fase di cantierizzazione;
  • pianificare le attività di manutenzione di strutture e impianti;
  • agevolare il facility management una volta ultimata la costruzione del nuovo ospedale, attivando la gestione e l’organizzazione dei dati necessari e sufficienti a tale scopo fin dalle fasi progettuali e realizzative.

Se per Bim si intende il processo nel quale viene elaborato un manufatto virtuale in grado di contenere tutte le informazioni necessarie non solo al progetto, ma anche alla costruzione e alla manutenzione, è proprio grazie alla progettazione sviluppata attraverso l’adozione di processi Bim del Nuovo Ospedale Galliera che si potrà disporre di modelli parametrici e ‘information rich’ comprendenti non solo la geometria, ma anche le caratteristiche funzionali e fisiche della struttura.

Tale modello costituisce la rappresentazione digitale intelligente e parametrica della struttura, dalla quale tutti gli utenti (ente appaltante, progettisti, impresa, medici, infermieri), potranno estrarre ed analizzare dati per differenti applicazioni quali ad esempio: condividere le informazioni, migliorare il progetto; gestire le revisioni in modo strutturato e condiviso; controllare tutti i parametri e gestire la componente temporale del progetto.

Le committenze devono strutturarsi in modo da poter cogliere tutti i vantaggi dalla nuova tecnologia, creando e formando, al loro interno, professionalità specifiche in grado di poter tradurre le necessità delle specifiche committenze in requisiti da richiedere a progettisti esterni ed imprese.

Tale approccio viene tradotto con la redazione di capitolati informativi da parte delle stazioni appaltanti, capitolati che possono essere più o meno dettagliati, a seconda del livello di maturità della stazione appaltante stessa e che, devono essere, insieme al Bim Plan (Piano di Gestione Informativa) definiti e gestiti dalla Stazione appaltante stessa, una volta che si è adeguatamente formata.

Sarebbe auspicabile che tale approccio e lo sviluppo di tali processi fossero unificati e tradotti in pratiche ed approcci standardizzati, magari a livello nazionale. Un esempio di tale approccio è offerto dalle norme Uni 11337, in parte già pubblicate ed in parte in fase di redazione, che forniscono un riferimento a livello nazionale.

Proprio relativamente all’unificazione dei requisiti delle stazioni appaltanti e di quello che viene definito ‘contract language Bim un altro grande obiettivo che l’Ente Galliera si prefigge è di riuscire ad allargare la propria esperienza anche ad altri ambiti, collaborando con altre stazioni appaltanti e pubbliche amministrazioni, ospedali, aziende sanitarie…

Le professionalità e la loro adeguatezza a gestire appalti Bim devono essere comprovate dall’esperienza maturata sul campo, pertanto uno dei passi assolutamente necessari da compiere, è quello di attuare progetti pilota, sui quali poter testare ed adottare le nuove tecnologie ed i nuovo processi e formare l’esperienza che possa essere garanzia di professionalità.

La certificazione, a quel punto, diventa la conferma dello sviluppo della professionalità e può fornire alla Stazione appaltante un ulteriore garanzia delle professionalità adottate e formate. L’aspetto dell’esperienza è, ovviamente, da ricercare, da parte dei Rup, con gli stessi principi, non solo all’interno della propria stazione appaltante, ma anche nell’intera filiera di progettazione/realizzazione, adottando richieste specifiche, che devono essere calate nella realtà di ogni progetto e di ogni differente caso e tipologia di appalto e di stazione appaltante.

L’approvazione del decreto è sicuramente un’opportunità per tutti i professionisti e per tutta la filiera progettuale e costruttiva dell’edilizia. Attraverso la nuova normativa tutti gli operatori del settore hanno la possibilità di essere guidati e spinti a evolvere e ad accrescere continuamente le loro capacità e mantenersi competitivi anche a livello internazionale visto che la metodologia Bim ormai è ampiamente diffusa in Europa e nel resto del mondo.

Il decreto offre poi le basi perché questa tecnologia, che è di grande valore, venga realmente inserita nel contesto nazionale. L’articolo 3 del dm 560/2017 definisce gli adempimenti preliminari delle stazioni appaltanti, ai quali, come ho detto precedentemente, è senz’altro necessario affiancare l’applicazione della metodologia e dei processi, sviluppando la maggior esperienza possibile avviando progetti pilota e gestendoli dall’interno supportati da professionisti con comprovata esperienza applicativa in ambito Bim.

Inoltre, sarebbe, a mio parere, importante creare una rete di committenze Bim che possano avere un’unica linea guida per lo sviluppo dei bandi e dei progetti con l’utilizzo della metodologia Bim. Questo potrebbe aiutare a confrontarsi e imparare dalle esperienze reciproche, dalle difficoltà che sono state riscontrate ed a definire i passi strategici per il passaggio alla digitalizzazione delle stazioni appaltanti pubbliche.

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