Osservatorio | Politecnico di Milano

L’emergenza Covid-19 fa crescere il mercato italiano dei servizi cloud

L’attuale contesto emergenziale ha influenzato positivamente il mercato italiano del Cloud (+21% per un valore di 3,34 miliardi di euro), che adottato dalle aziende, ha permesso loro la continua operatività. L’adozione del Cloud nelle Pmi è cresciuta quest’anno del 42%, da anni fermo al 30%. I servizi Saas crescono del 46%, Paas del 22% e l’Iaas del 16%. Tra le grandi imprese continua il processo di transizione verso soluzioni di Cloud Pubblico o Privato: l’11% di queste non ha più un datacenter di proprietà.

Secondo i dati elaborati dall’Osservatorio Cloud Transformation, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, il Cloud nel 2020 si è rivelato il miglior alleato per rispondere efficacemente alla catastrofica situazione economica e sociale dovuta alla pandemia. Il mercato del Cloud italiano raggiungerà una crescita del 21%, superando i 3,34 miliardi di euro.

  • Il Public & Hybrid Cloud (insieme dei servizi forniti da provider esterni e l’interconnessione tra Cloud pubblici e privati) vede una crescita del +30%, per un valore complessivo di 2 miliardi di euro.
  • Il Virtual & Hosted Private Cloud registra un buon +11%, arrivando a 732 milioni di euro
  • Datacenter Automation (la modernizzazione delle infrastrutture on-premises) subisce un rallentamento rispetto al 2019, crescendo solo del 6% per un totale di 583 milioni di euro.

In termini di spesa assoluta per settore merceologico, rallenta leggermente la dinamica del settore manifatturiero, conseguenza del periodo di blocco delle attività durante il lockdown. Seguono il settore bancario (21%), Telco e Media (15%), i servizi (10%), Utility (9%), Pa e Sanità (8%), Gdo e Retail (8%) e l’assicurativo (5%).

Il valore del mercato Cloud in Italia.

L’adozione del Cloud per tipo di modello

A guidare la crescita del mercato Cloud è stata soprattutto la componente dei servizi Saas (Software as a Service), con oltre 1 miliardo di euro di spesa complessiva, +46% rispetto al 2019, che hanno permesso a tutte le aziende di restare operative durante la fase emergenziale, attraverso soluzioni pronte all’uso (dai servizi Collaboration e Gestione Documentale ai Portali B2c/eCommerce, guidati dalla componente Ai).

La componente Platform as a Service (PaaS) fa segnare un +22% e rappresenta il 14% del mix, guidata dalla crescita delle funzionalità abilitanti i Big Data Analytics a causa dell’aumento delle attività online (e quindi dei dati generati) nonché dalla necessità per tutti i settori di interconnettere i processi e monitorarli.

L’Infrastructure as a Service (IaaS) cresce del 16% e vale oggi il 36% della spesa complessiva, con un forte incremento delle Virtual Machine per ambienti di produzione e del Container Management. Dando una vista trasversale a queste componenti, l’Osservatorio continua a monitorare due trend evolutivi nella spesa Public & Hybrid Cloud:

  • l’Intelligence del dato (tutti i servizi IaaS, PaaS e SaaS dedicati alla gestione, alla manipolazione e all’analisi dei dati, tra cui anche l’Ai) che cresce del +24% rispetto al 2019, per un valore di circa 352 milioni di euro.
  • Edge Computing & Orchestration (servizi e strumenti di interconnessione e gestione di sistemi distribuiti) attorno al +28% (contro il +40% evidenziato nel 2019) per un valore di 45 milioni di euro.

l ruolo del Cloud nella filiera digitale

La filiera digitale sta attraversando una fase di profondo cambiamento. In particolare, guardando alla pervasività dei trend tecnologici, il Cloud si conferma il più significativo, determinando un impatto rilevante o molto rilevante nel 93% dei casi. Si tratta infatti di un abilitatore di nuove modalità di fruizione delle tecnologie digitali, che nell’attuale contesto emergenziale si rivela strategico.

Altri esempi di trend significativi sono: la Cybersecurity (rilevante o molto rilevante nel 74% dei casi) e i Big Data Analytics (68%), il 5G (41%) e l’Edge Computing (34%). La risposta delle imprese alla crisi dovuta alla pandemia ha generato ripercussioni nella filiera digitale, che non si è fermata: per il 30% dei player la relazione con i clienti si è indebolita, per il 47% si è invece intensificata, mentre per il 23% non ha subito impatti.

La filiera sta inoltre lavorando per rendersi un partner chiave della trasformazione. Il 72% dei player dichiara di aver effettuato o pianificato assunzioni nel 2020 per potenziare il proprio portafoglio di competenze e il 64% di aver ampliato la propria rete di partner.

Il Cloud nelle Pmi con l’emergenza sanitaria

Nel 2020 si sta registrando un significativo aumento dell’adozione del Cloud da parte delle Pmi: 42% contro il 30% nel 2019. Una crescita significativa determinata in gran parte dagli effetti della pandemia. Per oltre la metà delle Pmi che utilizzano il Cloud, quest’ultimo ha permesso di mantenere l’azienda operativa e la relazione con i clienti attiva.

Ciò si traduce in un’accresciuta consapevolezza: per il 43% delle Pmi che lo utilizzano, il Cloud rappresenta il modello di sourcing preferenziale per tutte le nuove iniziative e per un ulteriore 18% addirittura una strada obbligata.

A fronte di questi segnali positivi, restano preoccupazioni legate alla sicurezza dei dati, all’inaffidabilità della rete, alla complessità di gestione e alla mancanza di competenze sul Cloud. Infatti, il 55% delle Pmi che utilizza il Cloud preferisce comunque la gestione internalizzata delle tecnologie.

Le Pmi soffrono di un gap culturale e infrastrutturale per cui il cambio di passo evidenziato quest’anno potrebbe rappresentare una semplice reazione all’emergenza fine a se stessa, se non supportata da una visione di lungo periodo.

Il mercato Cloud tra Grandi Imprese e Pmi.

Il sistema informativo verso l’Hybrid e Multi Cloud

All’interno delle strategie di evoluzione del sistema informativo aziendale, il Cloud si consolida attraverso un doppio percorso: da un lato i nuovi progetti applicativi nascono nella nuvola nel 43% delle grandi imprese come una scelta obbligata nel 13% dei casi e preferenziale nel 30%. In questa tipologia di iniziative, solo il 9% delle aziende attua una strategia on-premises mentre il 48% propende per un approccio selettivo, valutando il modello di sourcing caso per caso.

D’altra parte, anche il legacy aziendale sta subendo un’ondata di trasformazione verso il modello Cloud: l’11% delle grandi imprese non ha più un datacenter di proprietà in quanto quest’ultimo risiede in Cloud privato e/o pubblico, mentre un ulteriore 27% prevede di avanzare verso questa situazione migrando progressivamente tutto il legacy nei prossimi anni.

Inoltre, il 50% prevede di attuare una strategia ibrida per cui una parte del legacy migrerà in Cloud e la restante rimarrà on-premises. Solo il 12% attuerà invece una strategia completamente on-premises.

Mercato Public & hybrid Cloud.

Creare una configurazione ibrida è ormai la via privilegiata per l’evoluzione dei sistemi informativi. Il 74% delle imprese, infatti, integra i servizi IaaS, PaaS e SaaS con i sistemi interni all’azienda in un ambiente di Hybrid Cloud: nel 54% dei casi si tratta di una scelta strategica volta a massimizzare i benefici delle due modalità di erogazione delle tecnologie; controil 46% in cui l’Hybrid Cloud è invece il risultato di scelte contingenti realizzate nel tempo.

Sempre più aziende decidono inoltre di riferirsi a un portafoglio eterogeneo di provider per la fruizione dei propri servizi. In particolare, le aziende italiane dichiarano di avere, in media, circa 4 Cloud provider attivi, in linea con quanto registrato a livello internazionale.

Nel dettaglio, però, si fa mediamente riferimento a 3 provider SaaS, mentre più raramente si assiste all’adozione di vere e proprie strategie Multi Cloud (ovvero con l’utilizzo congiunto di due o più provider cloud senza l’utilizzo di un server on-premises) per i servizi IaaS (1,3 provider in media) e i servizi PaaS (1,2).

Il freno principale all’adozione di strategie Multi Cloud appare infatti legato all’aumento di complessità che quest’ultime generano: è necessario sviluppare competenze verticali su tecnologie diverse e gestirne le peculiarità ottimizzando al contempo la spesa e la qualità complessiva dei sistemi.

Una difficoltà percepita in modo più urgente a livello infrastrutturale, dove il personale It aziendale è maggiormente coinvolto in fase di sviluppo e gestione delle Operations. Il 65% delle imprese, infatti, dichiara di aver effettuato una scelta strategica esplicita verso un provider IaaS e/o PaaS di riferimento con lo scopo di far leva su partnership e competenze consolidate.

Alessandro Piva | Direttore Osservatorio Cloud Transformation.

Alessandro Piva | Direttore Osservatorio Cloud Transformation

«L’emergenza sanitaria ha creato una situazione senza precedenti, che ha richiesto un cambio di passo: le imprese sono state all’improvviso costrette a lavorare in modo agile, rendendo il Cloud il miglior alleato per rispondere rapidamente alle esigenze di collaborazione, gestione progettuale e valutazione delle performance. Anche le Pmi più scettiche e meno digitalizzate hanno dovuto adeguarsi per non interrompere del tutto le attività, dinamica che si conferma in un’adozione più ampia, dopo anni di sostanziale stabilità. La sfida, però, è adesso: per proseguire il percorso verso una reale trasformazione dell’organizzazione è necessario passare dalla risposta tattica all’emergenza a una vera e propria strategia digitale basata sul Cloud, promossa anche tramite i successi ottenuti durante la crisi».

Stefano Mainetti | Responsabile Scientifico Osservatorio Cloud Transformation.

Stefano Mainetti | Responsabile Scientifico Osservatorio Cloud Transformation

«Inevitabilmente la risposta all’emergenza Covid-19, ha fatto sì che le aziende si concentrassero sull’adozione di servizi ready-to-use, determinando un incremento nella diffusione del Cloud. Tuttavia, per cogliere a pieno i benefici di agilità e innovazione che il Cloud può offrire è necessario, sia per quanto riguarda la domanda che per quanto riguarda l’offerta, tramutare la consapevolezza costruita come risposta all’emergenza in una visione di medio-lungo termine che ponga il digitale al centro e riconosca il Cloud come leva chiave per rendere l’organizzazione pronta a trasformarsi. Se questo non dovesse accadere, il paese rischia di fare un passo indietro rispetto a quanto conseguito nel 2020, perdendo una grande occasione».

Mariano Corso | Responsabile Scientifico Osservatorio Cloud Transformation.

Mariano Corso | Responsabile Scientifico Osservatorio Cloud Transformation

«Nell’ultimo anno il mercato Cloud italiano sembra essere arrivato a un bivio. La necessità di ripensare i modelli di business delle imprese in chiave digitale e la possibilità di sfruttare il Cloud come leva per fornire agilità e resilienza in questo contesto sono ormai dimostrati alla prova dei fatti. Il Cloud ha rappresentato una risposta efficace a molti dei problemi di operatività generati dal periodo di lockdown e successivamente nel ritorno a una nuova normalità. Anche le realtà più scettiche hanno avuto l’opportunità di toccare con mano i benefici che la nuvola può portare, generando un’esplosione nell’adozione di alcuni servizi.  Tuttavia, si è trattato di una reazione all’emergenza, in cui le imprese hanno fatto di necessità virtù, e ora il paese si trova di fronte alla vera sfida. Ora è necessario sfruttare questa nuova consapevolezza per costruire una visione di lungo periodo, che ponga il Cloud alla base delle strategie digitali tenendo in considerazione tutti gli elementi tecnici e organizzativi per garantire una trasformazione pervasiva ed efficace». (vb)

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