Andil | Assemblea annuale

Per rimettere in moto l’edilizia «Ricostruire l’esistente»

Negli ultimi 5 anni, l’industria italiana dei laterizi ha lasciato sul campo i 2/3 del livello produttivo pre-crisi. Andil crede molto nelle opportunità che il progetto “ricostruire l’esistente” possa offrire all’intero comparto. La diffusione della pratica della ricostruzione degli edifici esistenti in aggiunta o in alternativa al recupero infatti, rimetterebbe in moto il mercato dell’edilizia e riattiverebbe l’industria delle costruzioni, che opera da traino all’intera economia.

I dati raccontano con molta evidenza lo stato del settore dei laterizi in Italia. La produzione è crollata del 27% rispetto al 2011. Sono state prodotte 7,5 milioni di tonnellate, ovvero, il 63,5% in meno rispetto al 2007 (ultimo anno pre-crisi).

Andil, nell’assemblea annuale di quest’anno, svoltasi ieri pomeriggio come sessione pubblica, ha raccolto intorno al tavolo autorevoli esponenti del settore delle costruzioni per discutere dell’attuale situazione di crisi del comparto dell’edilizia in Italia e delle soluzioni percorribili per ripartire.
Al dibattito hanno partecipato:

  • Ermete Realacci, presidente della VIII commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati e presidente onorario di Legambiente;
  • Aurelio Regina, vicepresidente Confindustria;
  • Giuseppe Tripoli, capo dipartimento Impresa e Internazionalizzazione del ministero dello Sviluppo;
  • Giovanni Sabatini, direttore generale Abi;
  • Lorenzo Bellicini, direttore Cresme;
  • Giuseppe Freri, presidente Federcomated
  • Paolo Buzzetti, presidente Federcostruzioni.

Il presidente di Andil, Luigi Di Carlantonio, ha illustrato le sue misure per ridare stimolo al settore. Tra queste spicca il progetto “Ricostruire l’esistente” per una migliore ed efficace riqualificazione del patrimonio edilizio. Un obiettivo al quale si può arrivare solo attraverso la realizzazione di ulteriori importanti misure quali:

  • la semplificazione burocratica
  • lo sblocco dei pagamenti
  • le facilitazioni per l’accesso al credito
  • l’incentivazione fiscale dei processi di riqualificazione urbana.

Negli ultimi 5 anni, dice Di Carlantonio, l’industria italiana dei laterizi ha lasciato sul campo i 2/3 del livello produttivo pre-crisi. Ci aspettiamo una lenta ripresa, tra l’altro partendo dagli attuali valori produttivi che sono molto bassi e solo dal 2015. È dunque il momento di ripensare all’edilizia, a come si trasformerà il settore, tenendo conto delle forti implicazioni sociali ed economiche, all’insegna della sostenibilità e della sicurezza, ovvero, durabilità dei sistemi edilizi e delle loro prestazioni, in particolare quelle antisismiche. Ecco allora la proposta Andil di ricostruire l’esistente. Andil crede molto nelle opportunità che il progetto ricostruire l’esistente possa offrire all’intero comparto. La diffusione della pratica della ricostruzione degli edifici esistenti in aggiunta o in alternativa al recupero infatti, rimetterebbe in moto il mercato dell’edilizia e riattiverebbe l’industria delle costruzioni, che opera da traino all’intera economia. Il tutto senza alcun risvolto negativo per l’ambiente, visto che il progetto prevede la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente con interventi di sostituzione, per sottrarlo al degrado di alcune aree metropolitane e al rischio idrogeologico e sismico, senza occupazione di nuovo suolo”.
In tal senso, Andil accoglie favorevolmente la recente proposta contenuta nel Pacchetto Semplificazioni del 12 giugno 2013, che prevede la classificazione della demolizione e ricostruzione come intervento di “ristrutturazione edilizia” soggetta a semplice Scia, rispettando la sola volumetria e non più la parità di sagoma dell’edificio preesistente.
Afferma Luigi Di Carlantonio: “È un primo passo verso una semplificazione burocratica, ma per una reale ‘rigenerazione urbana’ sarebbe opportuno che, tra le misure tecniche e politiche da intraprendere per riqualificare in modo diffuso il tessuto abitativo senza ulteriore consumo del territorio, la demolizione e ricostruzione, in quanto finalizzata all’efficientamento energetico, benefici della detrazione fiscale, senza l’assurdo vincolo del rispetto della parità di sagoma. Auspichiamo che tale misura trovi spazio nella legge di conversione del dl 63 del 4 giugno 2013, che ha recentemente esteso la portata degli incentivi fiscali”.
Di Carlantonio chiama in causa il Governo, che proprio di recente è intervenuto a sostegno del settore con il decreto di proroga degli Ecobonus: “Un impulso fondamentale dovrà essere dato anche dalla politica attraverso scelte di lungo periodo orientate alla crescita del Paese e dell’industria delle costruzioni, proprio perché, come recita il tema della nostra assemblea generale Niente crescita e nessun rilancio senza costruzioni. In quest’ottica – continua il presidente – abbiamo accolto con favore il decreto con il quale si è deciso l’aumento dal 55% al 65% per le spese sul risparmio energetico qualificato degli edifici. Avremmo preferito che anche la sostituzione edilizia, anche con sagoma differente, rientrasse nelle agevolazioni, per omogeneità di obiettivo, e che le stesse incentivazioni fossero premianti anche degli interventi di consolidamento strutturale per mitigare “il rischio sismico” ed idrogeologico. Ma, in ogni caso, non bastano tali misure e non sarebbero bastate anche con le estensioni citate. Si tratta infatti di una misura efficace, ma singola, un contributo sporadico che serve a ridare fiato ma solo per il breve periodo. Quello che noi auspichiamo, invece, è una strategia di sistema ad ampio raggio”.
Di Carlantonio mette dunque sul tavolo una serie di misure necessarie e propedeutiche al progetto “ricostruire l’esistente”. Tra queste: la semplificazione burocratica, lo sblocco dei pagamenti e facilitazioni per l’accesso al credito: “Occorrerà incentivare, anche fiscalmente, i processi di riqualificazione urbana, favorendo la rottamazione dei vecchi fabbricati e includendo nelle detrazioni anche gli interventi di sostituzione edilizia. Fondamentale è poi favorire le semplificazioni burocratiche e facilitare l’accesso al credito per aziende ed imprese, prevedere meccanismi per rivitalizzare il mercato dei mutui e istituire un fondo di garanzie per le fasce deboli, per l’acquisto della prima casa. Infine, rivedere e ridimensionare le imposte sulla casa e sviluppare politiche abitative, rivedendo l’intera conformazione delle città”.

Andil rappresenta, su scala nazionale e internazionale, l’intero settore dei laterizi costituito da 125 aziende e circa 5.000 addetti.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here