Ogni casa racchiude una storia di passioni, vissuti, affetti e ricordi. L’appartamento fiorentino dell’architetto Massimo Pierattelli svela un universo in cui si riflette non solo una storia personale, ma anche la firma progettuale dello studio fondato nel 1980: Pierattelli Architetture.
Dopo la Laurea, Massimo Pierattelli decide subito di aprire un suo studio di architettura nel cuore della città. L’attività si focalizza inizialmente sulla progettazione di Headquarters aziendali e sedi Istituzionali, per toccare poi i settori hospitality e residenziale di lusso, approdando infine al mondo del product design, grazie all’ingresso nel team dei figli Andrea e Claudio.
Lo stesso approccio multidisciplinare ed eclettico di Pierattelli Architetture si ritrova nell’appartamento di 300 metri quadrati che l’architetto condivide e ha realizzato insieme alla moglie Roberta, architetto urbanista che collabora con lo studio di famiglia.
La casa, ubicata in un palazzo storico dei primi del ‘500, si affaccia su Piazza de’ Pitti, nel quartiere Oltrarno di Santo Spirito a Firenze. Gli elementi cinquecenteschi e le preesistenze tipiche del quartiere – le travi di legno a vista del soffitto, i camini di pietra, gli archi del corridoio – dialogano con soluzioni su misura, arredi di design iconici, opere d’arte e souvenirs etnici, definendo spazi dalla personalità unica, ricchi di suggestioni, rimandi e storia.
Entrando nella casa si viene accolti in un grande living, caratterizzato da una libreria tripartita in legno laccato grigio e da una strategia illuminotecnica di forte impatto in grado di restituire una dimensione solenne e scenografica allo spazio. La libreria, su disegno dell’architetto, con i suoi blocchi verticali dialoga con la metrica delle travi a soffitto, scandendo non solo la parete, ma l’intero ambiente.
A fianco l’iconica Arco di Flos instaura una relazione di complicità con altri pezzi di design: i divani Sity del 1986 di Antonio Citterio, la lampada Spun Light di Flos, il tavolo Cruise di Lema e i tavoli neri Tulip di Knoll disegnati da Eero Saarinen.
Opere d’arte e souvenir etnici contribuiscono a personalizzare l’ambiente, riflettendo momenti di vita e passioni: un quadro di Carlos Albertos Castellanos e di Giampaolo Talani, la scultura a cavallo di Paolo Staccioli, oggetti Tuareg, gioielli Imba, raccolti durante i viaggi e un tappeto persiano, rappresentano le memorie di visite e di incontri, di esplorazioni e di ricerche su materie, forme, colori.
Le pareti dell’appartamento sono intonacate con una speciale pasta in grassello di calce – realizzata con una miscela di colla di pesce, pigmenti naturali e polvere di marmo – capace di restituire giochi di luce e vibranti effetti di rifrazione, amplificati dai materiali scelti per arredi e superfici, come il marmo giallo di Siena del bagno padronale.
La cucina, anche questa su disegno di Massimo Pierattelli, si caratterizza per elementi e dettagli in ottone lucido lavorato a mano, dagli accenti riflettenti e luminosi, abbinati a un piano in granito e inserti lignei.
Nella sala da pranzo sono protagonisti il tavolo Block di Acerbis e la credenza Sheraton progettata da Lodovico Acerbis e Giotto Stoppino nel 1977 e premiata da Adi con il Compasso d’Oro nel 1979, entrambi laccati in nero lucido. Completano l’ambiente le lampade Taccia e Toyo di Flos, le sedie Bea di Lema, il pesce scultura in vetro di Egidio Costantini e un quadro di Raffaele de Grada.
Massimo Pierattelli | Architetto e fondatore Pierattelli Architetture
«Fare architettura significa avere la capacità di interpretare la realtà con uno sguardo inedito. Rispettare le preesistenze, catturarne il messaggio di originalità e potenza per dar loro nuova vita con soluzioni equilibrate e contemporanee. È un lavoro che facciamo ogni giorno quando ci sediamo la tavolo di lavoro, ed è stato un processo spontaneo applicarlo anche nella sfera privata. Questa casa è il risultato non di un singolo intervento, ma di una stratificazione di gesti: piccole modifiche, costanti ma puntuali, che riflettono un vissuto, un’evoluzione, una storia familiare». (vb)