Grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e al Piano Nazionale Complementare (Pnc), il Mezzogiorno potrà beneficiare di quasi 34 miliardi di euro: risorse fondamentali per ridurre il divario infrastrutturale che da sempre divide l’Italia in due.
Alta velocità, potenziamento delle tratte ferroviarie, sviluppo della mobilità e rigenerazione urbana sostenibili: in pochi anni, con gli interventi legati al Pnrr, il Paese potrebbe veder trasformate in realtà le opere attese da un ventennio.
Si tratta di un’opportunità unica e irripetibile ma al contempo è una grande sfida perché il tempo a disposizione non è tanto, per questo bisognerebbe istituire una Cabina di coordinamento per il Mezzogiorno che monitori lo stato di avanzamento dei progetti.
Gli investimenti al Sud per colmare il divario infrastrutturale del Paese
Dei 61,4 miliardi delle risorse del Pnrr e del Pnc assegnati al ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims), sono ben 33,8 i miliardi di euro destinati agli investimenti nel Mezzogiorno.
Se poi si considerano le sole risorse aggiuntive rispetto a quelle previste a legislazione vigente, la quota per il Sud di competenza del Mims sale al 63%, segno della chiara volontà del Ministero di accelerare il recupero del divario territoriale in termini di infrastrutture e mobilità che ancora penalizza il meridione.
Sono risorse importantissime che possono finalmente colmare il gap tra Nord e Sud del Paese, tuttavia è fondamentale che le Regioni e gli enti siano attrezzati per la progettazione di tali opere, perché il rischio è quello di perdere i fondi.
Il personale della pubblica amministrazione scarseggia, in questi anni non c’è stato un adeguato ricambio generazionale e molte istituzioni si sono ritrovate senza professionalità.
Dall’altra parte occorre un attento monitoraggio sulla progettualità e sulla fattibilità degli interventi programmati affinché si usino davvero i fondi messi a disposizione.
Bisognerebbe istituire una Cabina di Coordinamento del Mezzogiorno che coinvolga esponenti del mondo professionale, istituzionale, universitario e imprenditoriale.
La Regione Molise ha già fatto qualcosa di simile ma si potrebbe pensare a qualcosa di più allargato, perché molti progetti sono interregionali: occorre un organismo che controlli lo sviluppo delle progettualità e l’evolversi dei lavori delle varie opere perché i tempi sono molto contingentati.
In ambito infrastrutturale, infatti, alcuni investimenti riguardano l’alta velocità ferroviaria per passeggeri e merci per le linee Salerno-Reggio Calabria, Napoli-Bari e Palermo-Catania, ma anche il potenziamento e la velocizzazione delle tratte ferroviarie che consentono le connessioni “diagonali”, come la Roma-Pescara e la Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia.
Allo stesso tempo occorre consentire alle imprese di aggregarsi e lavorare assieme. Il mondo imprenditoriale è pronto ma il nostro, rispetto alle altre Nazioni europee, è un sistema fatto di piccole e medie imprese, per cui è importante che si permetta a tali realtà di aggregarsi, di lavorare in associazione, occorre quindi che i tagli medi degli appalti siano conformi alle dimensioni aziendali che caratterizzano il nostro tessuto produttivo.
di Paola Marone, presidente Federcostruzioni