L’ufficio studi Anima-Confindustria monitora lo stato di salute di Ucomesa, che tutela i costruttori di macchini edili, stradali e minerarie con le rilevazioni statistiche che, da oggi, saranno pubblicate trimestralmente.
I dati fotografano sia l’import sia l’export del settore delle costruzioni dal 2013 al 2015.
L’export si conferma il maggior fattore di crescita delle aziende italiane. Il comparto vanta il 90% di ciò che produce sotto la voce esportazioni.
Renzo Comacchio | Presidente Ucomesa
«Come Ucomesa è prioritario continuare a conoscere i mercati esteri. Le aziende che lavoravano in prevalenza localmente, con l’avvento della crisi hanno respirato un grave smottamento. Per forza ora si deve guardare fuori confine. Abbiamo una caratteristica vocazionale estera e abbiamo bisogno di svilupparla sempre più. Ucomesa, in questo, riveste un ruolo fondamentale, dato che all’interno della Federazione Anima vengono condivise competenze e opportunità per noi imprenditori essenziali. Sappiamo per esperienza quanto possono essere complesse le norme e le mentalità straniere».
Ucomesa rappresenta 6 merceologie:
- macchine e impianti per escavazione, sondaggio, perforazione e palificazione;
- per la preparazione degli inerti;
- per produzione, trasporto e messa in opera del calcestruzzo;
- per lavori stradali;
- per la prefabbricazione, produzione materiali da costruzione, prove materiali;
- gru a torre automontanti.
Focus export. Secondo l’ufficio studi Anima, Ucomesa nel suo complesso presenta una situazione positiva analizzando il focus export. Nel 2014 l’export aveva conosciuto un -5,3% totalmente recuperato nel 2015 con un +8,1%. Si distinguono per la performance eccellente le macchine stradali con un export 2015/2014 pari a +20,5% (317 milioni) e le gru a torre con un +14% (219 milioni).
I due settori più rilevanti per la bilancia commerciale sono le macchine perforatrici che raggiungono nel 2015 809 milioni euro (+8,4%), recuperando il trend negativo dell’export nel 2014 (-14,7%). Le macchine e gli impianti per produzione, trasporto e messa in opera del calcestruzzo mantengono l’andamento positivo confermando quota export pari a 543 milioni di euro.
Calo continuo verso la Russia.Gli Stati Uniti sono il primo paese per le esportazioni delle macchine da costruzione. Nel 2015 sono stati venduti 202 milioni di euro di macchinari e impianti. Dal 2013 l’Algeria ha conosciuto una crescita esponenziale, un +44% nel 2014 e ancora +53% nel 2015 passando dai 75 milioni di euro ai 166 milioni. Anche l’Arabia Saudita sta richiedendo tecnologie italiane facendo registrare nel 2015 un +40% per un totale di 150 milioni.
Il Regno Unito, l’Egitto, gli Emirati Arabi Uniti e l’Austria hanno raddoppiato la quota di merce richiesta dal 2013 al 2015. Confermano la gravità della battuta d’arresto delle esportazioni italiane i numeri relativi a situazioni geopolitiche molto delicate. In Russia l’Italia esportava nel 2013 140 milioni di euro, nel 2014 il calo è pari al -33% e l’anno scorso ancora un -50%. In Iraq dal 2013 al 2015 si è perso circa -64% della potenza delle esportazioni.
Le macchine perforatrici (-63% nel 2014 verso la Russia) e quelle stradali (-66% nel 2015 verso la Russia) sono i comparti più colpiti dall’embargo russo. L’Algeria è un orizzonte privilegiato per la perforazione (+75% nel 2014 e +171% nel 2015) arrivando a quota 79 milioni. Anche la Cina ha aumentato gli ordinativi di macchine stradali sia nel 2014 (+148%) che nel 2015 (+239%) raggiungendo i 30 mln euro.