Ricostruzione | Laterizio

Progettazione post-sisma 2016 del complesso scolastico di Spoleto

Il complesso scolastico, caratterizzato dalla presenza di un tamponamento in tavelloni di laterizio faccia a vista, è stato progettato nell’ambito del programma finalizzato al ripristino urgente degli edifici scolastici irrimediabilmente danneggiati dal disastroso terremoto che il 24 agosto 2016 ha colpito il centro Italia.

Cil 177 – Il programma di ricostruzione delle scuole, a seguito al sisma che ha colpito il centro Italia nell’agosto 2016, è stato avviato sulla base del Decreto legge 189/2016 [1] con l’obiettivo di assicurare il ripristino, nel corso dell’anno scolastico 2017-2018, delle condizioni necessarie per la ripresa ovvero per lo svolgimento, nelle aree terremotate, della
normale attività educativa e didattica.

Il programma straordinario si articolava in tre distinte azioni:
• adeguamento sismico degli edifici scolastici che hanno avuto un esito di agibilità “E”1;
• montaggio e smontaggio di moduli scolastici provvisori per le scuole che verranno riparate;
• ricostruzione degli edifici scolastici che, a causa dei danni subiti, non possono essere riparati.

Relativamente all’ultima azione l’obiettivo specifico era la progettazione e la realizzazione urgente di 21 edifici scolastici, individuati dall’ex Commissario straordinario per la ricostruzione Vasco Errani, da realizzare in Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria.

La funzione di centrale unica di committenza è stata assunta dall’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa (Invitalia) mentre i Comuni e le Province proprietarie degli immobili da sostituire si sono occupati della demolizione delle vecchie strutture danneggiate, dell’individuazione delle aree su cui realizzare il nuovo edificio, dei rilievi e delle relazioni geotecniche e geologiche.

Infine, per la progettazione è stato chiesto il supporto dei Dipartimenti di Architettura e di Ingegneria di alcune Università italiane, coordinate dall’allora Rettore dell’Ateneo di Roma
Tre prof. Mario Panizza, in qualità di responsabile Crui.

Il progetto del complesso scolastico di Spoleto è il risultato di un’attività di ricerca svolta dal Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre e dal Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, con il coordinamento e la responsabilità scientifica del prof. arch. Luigi Franciosini e il coinvolgimento di competenze nei vari settori disciplinari: dalla progettazione architettonica alla progettazione strutturale, dalla progettazione impiantistica alla tecnologia dei materiali, dalla sicurezza alle previsioni economico-finanziarie.

Planimetria del plesso scolastico.

Il complesso, il cui progetto è stato realizzato in tempi rapidissimi, è stato immaginato come una piccola città ai bordi del centro antico di Spoleto, con le corti, le gallerie e gli slarghi, le stanze e i giardini interni.

L’immagine architettonica che ne deriva è quanto mai radicata nel paesaggio della tradizione: rimanda a quella dei grandi impianti a corte ordinariamente disposti nella città
a descrivere la vita delle comunità. Nei suoi spazi recepisce il contenuto funzionale del modello educativo, aprendosi alle attività culturali promosse dalla collettività [2, 3].

L’architettura della scuola è portatrice di valori che scaturiscono dalla tradizione; dalle
sue forme e dai suoi materiali emerge il senso della continuità nella dimensione in perenne divenire dell’innovazione. Rifiuta l’eccentricità e l’individualismo; richiede un linguaggio semplice, razionale e intellegibile.

Non accetta forme provvisorie ed effimere; è promessa di durata: riceve dal tempo la sua identità, garantendo resistenza e longevità. L’architettura della scuola è durevole proprio
perché di tutti. La semplicità, la chiarezza e la sobrietà ne identificano il carattere architettonico.

Vista dall’alto del complesso scolastico.

L’area d’intervento

Il plesso scolastico di nuova realizzazione, costituito dalla scuola materna Prato Fiorito, dalla scuola media Dante Alighieri e da una palestra di tipo A/2, si inserisce nel contesto periferico a ovest del nucleo storico di Spoleto, in un’area di circa 11.000 m2, posta tra la Piazza Dante Pirelli (nei pressi della struttura Ospedaliera San Matteo degli Infermi) e l’Istituto Professionale De Carolis presso Via Valadier.

L’area d’intervento è fortemente caratterizzata, tanto dal punto di vista geomorfologico che topografico, dalla presenza di un impluvio naturale. L’acquifero, che segna una fascia di inedificabilità di 10 metri, suddivide l’area in due porzioni individuando, sul versante a ovest, un lungo e stretto corridoio, caratterizzato da una pendenza piuttosto elevata e costante digradante in direzione nordest, e, su quello opposto, a oriente, un’area fortemente scoscesa che dalla quota bassa del fosso, si ricongiunge, salendo, a Via Valadier.

Lungo il corso d’acqua si allinea una massa vegetazionale tipica della fascia fluviale, inserita
in un più vasto contesto di terreni seminativi. L’area d’intervento risulta facilmente accessibile sia da est, da Via Valadier, sia da nord, in corrispondenza del parcheggio di proprietà demaniale, localizzato nei pressi della struttura ospedaliera.

Questa condizione permette una doppia possibilità per l’ingresso carrabile (da riservare
al servizio dei mezzi di soccorso e alla sosta dei diversamente abili) e una razionale organizzazione dei percorsi di avvicinamento di tipo pedonale e ciclabile. Per rendere organico e continuo il sistema delle percorrenze che mette in relazione le diverse parti del complesso scolastico, è prevista la realizzazione di una passerella ad esclusivo uso ciclo-pedonale, atta a superare il limite del fosso.

Accesso al plesso scolastico da via Valadier.

Il complesso scolastico

L’organizzazione planimetrica del complesso scolastico integra gli elementi strutturali del
paesaggio sopra descritti con i requisiti del programma: topografia, geomorfologia, caratteri della vegetazione, visuali e infine elementi funzionali, quali criteri di accessibilità,
di parcheggio, di distribuzione delle percorrenze interne e orientamento delle diverse attività, convergono trovando organizzazione in un’immagine unitaria.

Così, al fine della salvaguardia del profilo naturale del terreno e delle visuali aperte sul territorio, le volumetrie delle tre unità funzionali che compongono l’organismo sono state contenute nello sviluppo in altezza, assecondando e sfruttando l’assetto morfologico delle aree di progetto.

Le scuole media e materna occupano la fascia di terra a ovest del fosso, disponendosi su
terrazzamenti digradanti da sud a nord. Sul piano organizzativo, la tipologia adottata è
quella a pettine che vede l’alternarsi, con sequenza regolare, di padiglioni bassi – con sviluppo monopiano – e cortili interni, veri e propri giardini destinati alla didattica all’aperto
ma anche allo svago.

Un percorso assiale tiene assieme i padiglioni e consente l’accesso su entrambi i lati alle attività didattiche e ai servizi a esse subordinati. Particolare importanza è riservata all’orientamento eliotermico delle attività didattiche e laboratoriali che vengono esposte verso sud ed est al fine di garantire loro un buon coefficiente di illuminazione naturale
in corrispondenza degli orari delle lezioni, principalmente concentrate nella mattina.

La palestra è invece posta nell’area libera a est, lungo il pendio della collina già interessato
dalla preesistenza dell’istituto professionale. Rappresenta un contrappunto visuale agli edifici scolastici che, verso ponente, assecondano la pendenza dell’acquifero. La condizione planimetrica della palestra, disposta ortogonalmente all’andamento del suolo, fa sì che essa, attraverso l’articolazione interna su due livelli, si raccordi alle quote del sito, facilitando l’accesso e l’utilizzo da parte degli studenti dell’istituto professionale e della collettività, oltreché degli utenti della scuola media.

Dettaglio del sistema di facciata che caratterizza l’intero edificio scolastico.

Il programma funzionale e l’articolazione degli spazi

Le scuole sono state dimensionate sulla base degli indici desunti dal D.M. 18.12.1975 [4] e
delle indicazioni contenute nelle Linee Guida per l’Edilizia Scolastica del 2013 [5]. Per  quanto concerne la scuola media, sono state previste 8 classi, organizzate in 3 sezioni, per un totale di 200 studenti; mentre relativamente alla scuola materna, 4 sezioni per un numero complessivo di 120 bambini.

Dando risposta al variegato programma funzionale, le scuole si articolano individuando con chiarezza i differenti spazi destinati alla didattica, all’amministrazione,
alla mensa e ai servizi.

L’agorà rappresenta la cerniera tra tutti gli edifici del complesso scolastico, ed è pertanto
configurata come una piazza posta in posizione sommitale, tra il fabbricato della scuola media e di quella materna, connessa alla palestra attraverso il ponte pedonale – che da essa diparte tangenzialmente -.

Vista dell’agorà.

La Scuola Media

Direttamente sull’agorà si apre l’aula polivalente, concepita come uno spazio flessibile in grado di ospitare attività d’interciclo oppure eventi, quali conferenze e spettacoli, aperti al pubblico, oltreché l’atrio di accesso alla scuola. Il sistema di distribuzione degli spazi della scuola media, coerentemente all’assetto tipologico, è caratterizzato da una configurazione a pettine, di cui l’asse principale si sviluppa in lieve pendenza, assecondano
l’andamento dei terrazzamenti.

A ogni intervallo, il sistema di rampe prevedere un ripiano orizzontale che dà accesso ai laboratori e dal quale ha origine il sistema di distribuzione planare delle aule. In fondo alla galleria, volta a nord in modo da non avere luce abbagliante, sono collocati la sala lettura e il sistema di distribuzione verticale che conduce al piano più basso ospitante la mensa e i relativi servizi, e direttamente connesso all’area a parcheggio. Ogni unità pedagogica assicura flessibilità e adattabilità degli arredi in modo da assecondare le diverse esigenze e di consentire una potenziale relazione diretta, mediante
pareti scorrevoli, con le aule attigue.

Vista di una delle corti interne della scuola media.

La Scuola Materna

Procedendo verso monte dall’agorà, attraverso una rampa, è possibile accedere alla scuola materna. Dall’atrio è possibile accedere ai tre principali spazi che compongono
la scuola: l’amministrazione, l’unità pedagogica e, infine, la mensa. All’interno di ciascuna sezione è reso possibile lo svolgimento separato delle attività ordinate, da svolgersi a tavolino, delle attività libere, di carattere motorio o ludico, e delle attività pratiche, che
includono l’uso dei servizi igienici e degli spogliatoi.

Tra queste diverse funzioni è comunque prevista una divisione fisica mobile in modo da
garantire un livello di separazione tra attività rumorose e silenziose. Ogni sezione è integrata a uno spazio esterno di pertinenza. L’ambiente destinato alla mensa occupa il lato che chiude il recinto a est; il refettorio si affaccia sul giardino interno, luogo che, nelle stagioni climaticamente favorevoli, può essere utilizzato come estensione della sala stessa.

La Palestra

La palestra è dotata di un campo per il gioco della pallavolo nonché dei servizi necessari (deposito, spogliatoi atleti e spogliatoi istruttori, locale per la visita medica). Sono previsti due ingressi distinti: uno a valle, destinato sia agli studenti della scuola media sia a quelli frequentanti l’Istituto Professionale, e uno, per gli spettatori, facilmente raggiungibile
da Via Valadier e dal parcheggio a essa antistante.

Al livello superiore, in diretto contatto con l’area sistemata a parcheggio, attraverso
due passerelle che corrono sospese lungo i bordi del campo, si sviluppa l’area dedicata al
pubblico: questa zona, distinta e non comunicante con quella delle attività fisiche e sportive, è organizzata con una piccola tribuna per una capienza massima di 60 utenti.

Vista dell’accesso al plesso scolasticoda parcheggio nei pressi della struttura ospedaliera.

Le aree a verde

In relazione alle caratteristiche topografiche e idrogeologiche dell’area d’intervento, nell’obiettivo di rendere percorribili e utilizzabili gli spazi aperti destinati alle attività ludiche e fisico sportive, sono stati previsti lavori per l’adeguamento delle altimetrie e di contenimento dei terreni attraverso opere di ingegneria ambientale quali terrazzamenti sostenuti da gabbioni riempiti con pietra con piantumazioni arbustive.

Al fine di conservare e difendere il paesaggio e l’ambiente, di assicurare alla collettività studentesca il corretto uso del territorio per scopi ricreativi, culturali, sociali, didattici e scientifici, e in coerenza con quanto previsto dalle Norme Tecniche di Attuazione del Comune di Spoleto, sono stati previsti interventi di piantumazione di specie arboree di fascia fluviale quali pioppi, salici, robinie e di vegetazione arbustiva tipica del greto.

Soluzioni tecnologiche e costruttive

Secondo le finalità stabilite dall’Ordinanza 14/2017, emanata dal Commissario straordinario
del Governo per la ricostruzione [6] a gennaio 2017, le scuole dovevano essere realizzate
con sistemi costruttivi tali da assicurare la velocità di posa e quindi tempi brevi di chiusura
del cantiere. Il termine stabilito per la consegna dei fabbricati era l’inizio dell’anno scolastico 2017-2018. Queste le motivazioni per cui è stata indicata l’adozione della tecnologia a secco per i nuovi edifici scolastici.

L’assemblaggio a secco richiede, tuttavia, la predisposizione, già in fase progettuale, di sistemi di collegamento e integrazione tra i vari componenti costruttivi tali da ridurre la complessità e, conseguentemente, i tempi di esecuzione in cantiere.  Sul piano costruttivo, il progetto si articola in tre elementi principali:
• il basamento massivo, con setti di sostegno in calcestruzzo o gabbioni metallici riempiti
in pietra per la modellazione e il contenimento del suolo;
• le strutture metalliche in elevazione con tamponamento in tavelloni di laterizio faccia a vista;
• la grande copertura, che segue i profili altimetrici dell’area.

Un programma flessibile e integrato ha trovato la sua sostanza nella concezione strutturale, nei materiali e nelle tecnologie. Per entrambe le scuole è prevista una fondazione a platea in calcestruzzo con nervature in corrispondenza delle elevazioni. La platea si adatta al
profilo topografico dell’area e pertanto si articola in terrazzamenti con quote che scartano di circa un metro l’uno dall’altro.

Dalle platee spiccano le elevazioni dei due edifici, entrambi progettati come strutture metalliche a pilastri e travi pendolari con controventature metalliche e dissipative
di tipo viscoso. L’edificio da adibire a palestra è un corpo di fabbrica costituito da setti in calcestruzzo armato per un’altezza variabile in funzione del rapporto con il suolo, sopra i quali sono montati dei portali piani.

L’edificio è parzialmente interrato e, al fine di minimizzare i possibili cedimenti causati
dalle differenti qualità di terreno, la fondazione è a platea. La risposta del fabbricato alle azioni orizzontali è demandata alla rigidezza dei collegamenti dei pilastri sul setto in calcestruzzo armato e ai collegamenti rigidi tra pilastri e travi. Lungo i quattro lati la presenza di strutture interne realizza gli sbalzi delle passerelle.

L’involucro in laterizio

L’involucro di tutti gli edifici facenti parte del complesso scolastico è stato concepito perseguendo un’immagine architettonica unitaria, espressione di una tradizione
costruttiva legata alla cultura dei luoghi, ed evidenziando le forme e caratteristiche
strutturali della costruzione.

Il sistema di tamponatura esterna consiste di una facciata ventilata il cui il rivestimento esterno è composto da elementi di laterizio (tavelloni a taglio retto o a gradino, a parete liscia, delle dimensioni variabili di 6x25x180 cm e 6x25x150 cm), messi in opera a secco tramite dispositivi di tenuta costituiti da profilati in acciaio IPE 270 ridotti in due T 135×135 zincati a caldo, profilati leggeri sagomati a freddo e giunti in neoprene.

Gli elementi in laterizio, rispondenti alla normativa di prodotto Uni 11128 [7], misurano l’edificio rispondendo perfettamente al modulo di base che gestisce sia la pianta sia gli alzati: il modulo, che varia per le scuole e la palestra, è assecondato dalle due diverse misure dei tavelloni adottate.

Al fine di facilitare gli interventi manutentivi, di sostituzione dei singoli tavelloni, il rivestimento è stato suddiviso in sottomoduli, pari a 5 tavelloni, attraverso la realizzazione di un reticolo minore di sostegno. Il rivestimento in lateri-lo scopo di proteggere la superficie dall’assorbimento dell’acqua, in modo da preservarne l’integrità fisica, inibire lo scambio termico, ridurre la formazione di muffe e muschi, proteggere dallo smog, dal gelo e dalle intemperie.

La soluzione adottata dimostra come anche con il laterizio sia possibile realizzare soluzioni tecnologiche reversibili offrendo però un valore aggiunto legato alla qualità estetica, alla durata e alla qualità ambientale della materia.

Conclusioni

Il progetto del complesso scolastico di Spoleto occulta sapientemente una soluzione articolata e complessa con una veste compassata ed equilibrata. La soluzione di involucro adottata svolge una funzione tecnologicamente dinamica, richiamando le prestazioni bioclimatiche della tradizione italiana strettamente legata alla ventilazione dello spazio confinato, dando un’interpretazione contemporanea a una soluzione storica, trasformando lo stesso involucro da elemento massivo e statico in una cortina traspirante ed energeticamente attiva.

L’involucro è realizzato con elementi prefabbricati assemblati a secco, così da ottenere una
sensibile riduzione di quantità degli scarti di cantiere oltre a una diminuzione di durata, costi e difetti di costruzione. È dimostrato che una soluzione di questo genere permette la riduzione del 35% dei rifiuti da costruzione, portando al 20% il recupero dei materiali internamente al cantiere [8].

È però certo che, se il processo che porta all’inizio dei lavori è molto lungo, tanto vale consentire l’adozione anche ad altri sistemi costruttivi ugualmente conformi alle normative
sismiche, di risparmio energetico, di sicurezza antincendio, con requisiti di sostenibilità e durabilità senza paragoni.

Testo di Luigi Franciosini | Architetto e Professore Ordinario, Dipartimento di Architettura,
Università degli Studi Roma Tre; Cristina Casadei | Architetto e PhD, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi Roma Tre

CHI HA FATTO COSA
Oggetto Complesso scolastico (scuola media, scuola materna, palestra)
Località Spoleto, Perugia (Italia)
Committente Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa (Invitalia)
Progetto architettonico Luigi Franciosini
Progetto tecnologico Adolfo F. L. Baratta
Collaboratori Guia Baratelli, Cristina Casadei, Giulia Cervini, Alessandra Ciacciofera, Antonio Magarò, Cecilia Pallottini, Bernardo Taliani de Marchio
Progetto Strutturale Camillo Nuti (scuole), Marco Savoia (palestra)
Collaboratori Alessandro Bergami, Fabiana Riparbelli
Progetto Impiantistico Roberto de Lieto Vollaro
Collaboratori Raffaele Graziano (Futura Technologies)
Computo metrico estimativo Fabrizio Finucci
Collaboratori Fabrizio Amadei, Enrico Grassi
Cronologia 2017 (progettazione); 2018 (esecuzione)
Superficie 3467,67 m2 (scuola media 2012,67 m2;
scuola materna 825 m2; palestra 630 m2).

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
[1] Decreto Legge del 17 ottobre 2016, n. 189, “Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto 2016” convertito con modificazioni dalla
legge 15 dicembre 2016, n. 229, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 294 del 17 dicembre 2016.
[2] Pavesi, A. S., Zanata, G. [2014]. Edilizia scolastica pubblica, Maggioli editore, Rimini.
[3] Sole, M.; Crespi, M. [2014]. Edilizia scolastica, DEI, Roma.
[4] D.M. 18 dicembre 1975, “Norme tecniche aggiornate relative all’edilizia scolastica, ivi compresi gli indici di funzionalità didattica, edilizia ed urbanistica, da osservarsi della esecuzione delle opere di edilizia scolastica”.
[5] Linee Guida per l’Edilizia Scolastica dell’11 aprile 2013, “Norme tecniche-quadro contenenti gli indici minimi e massimi di funzionalità urbanistica, edilizia, anche con
riferimento alle tecnologie in materia di efficienza e risparmio energetico e produzione di fonti energetiche rinnovabili, e didattica indispensabili a garantire indirizzi progettuali di riferimento adeguati e omogenei sul territorio nazionale”.
[6] Ordinanza n. 14 del 16 gennaio 2017, “Approvazione del programma straordinario per la riapertura delle scuole per l’anno accademico 2017-2018”.
[7] UNI 11128:2004, “Prodotti da costruzione di laterizio. Tavelloni, tavelle e tavelline. Terminologia, requisiti e metodi di prova”.
[8] C. Piferi, Quartiere ecosostenibile e assemblaggio a secco, Costruire in Laterizio 151 (2013) 62-65.

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