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Covid-19: il progetto per la ripartenza del Paese in sicurezza

Il politecnico di Torino con l’aiuto degli altri atenei piemontesi ha attuato un progetto per delineare e fornire un quadro di riferimento scientifico e tecnologico come supporto concreto ai decisori politici e all’Iss per una ripresa delle attività lavorative in totale sicurezza. Il primo rapporto è atteso a 10 giorni dal via.

Durante l’attuale emergenza Covid-19 il controverso tema della ripartenza delle attività produttive rappresenta una questione di grande complessità a causa della singolare situazione che ci troviamo a fronteggiare.

Per questo motivo la riapertura dovrà basarsi su misure, condivise tra lavoratori e imprese, che tutelino da una parte la piena sicurezza dei lavoratori nei termini di rischio di contrarre il virus sul posto di lavoro e nei necessari spostamenti dalle loro case a fabbriche e uffici, e dallaltra garantiscano agli imprenditori la fattibilità e sostenibilità economica di tali misure.

Il Politecnico di Torino ha dato così il via a un progetto con l’obiettivo concreto di delineare le indicazioni contenute nel Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro, sottoscritto dal primo ministro e dai ministri competenti in materia in data 14 marzo 2020, in prassi e metodologie applicative che possano favorire una rapida implementazione nei contesti di riferimento.

Si parla quindi di luoghi di lavoro non aperti al pubblico (aziende manifatturiere, magazzini), teatri e altri luoghi di aggregazione sociale con biglietto nominativo ed esercizi commerciali, aeroporti, cinematografi e altri luoghi ad accesso libero o comunque non completamente tracciato.

A tale scopo sono al lavoro cinque gruppi operativi, composti da docenti e personale del Politecnico e degli altri atenei piemontesi, insieme a decine di soggetti qualificati pubblici e privati che hanno voluto aderire all’iniziativa, con il compito di predisporre analisi e proporre strumenti e procedure in altrettanti campi di interesse:

  • valutazione e mitigazione del rischio di contagio nei mezzi di trasporto e nei luoghi lavorativi;
  • definizione di politiche di welfare e di gestione della privacy dei lavoratori, che per le caratteristiche del virus dovranno con ogni probabilità essere trattati diversamente in base alla loro età e stato di salute;
  • definizione di adeguati protocolli e strumenti di informazione e formazione dei lavoratori, a ogni livello (operai, quadri, manager, ecc.);
  • definizione di adeguate misure di supporto economico e logistico alle imprese per il loro adeguamento alle prescrizioni per il contenimento del rischio di contagio;
  • convalida della resilienza delle misure, prescrizioni e protocolli definiti dai tavoli di lavoro sopra citati, nella loro applicazione rispetto ad alcune aziende esemplari di diversi settori produttivi, merceologici, commerciali, selezionate anche in modo da coprire dimensioni di organico variabili da piccole a grandi imprese.

La volontà è di fornire in tempi molto brevi, entro 10 giorni, un rapporto che possa supportare i decisori politici e l’Istituto Superiore di Sanità, insieme all’analisi del quadro epidemiologico aggiornato, nella definizione di strumenti tecnologici e scientifici per accelerare la ripartenza del nostro sistema economico produttivo nel suo complesso. (vb)

Guido Saracco | Rettore Politecnico di Torino.

Guido Saracco | Rettore Politecnico di Torino

«Siamo convinti che la massima protezione delle persone nel loro luogo di lavoro sia tanto imprescindibile quanto una rapida riapertura delle attività economiche del Paese. La riapertura sarà un elemento chiave per la competitività delle aziende italiane, se non per la loro stessa sopravvivenza, specialmente nel caso delle piccole e medie imprese. In questo momento di grande difficoltà, ci siamo messi, con le altre università del territorio, a disposizione del sistema produttivo del nostro Paese, che il nostro Ateneo ha contribuito storicamente a far crescere e a innovare, perché siamo convinti che la ripartenza debba essere progettata al più presto e nella piena sicurezza dei lavoratori, mettendo a sistema tutte le conoscenze disponibili».

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