Formedil | Rapporto 2021

Rapporto Formedil: in aumento la richiesta di formazione su green building e sicurezza in cantiere

Le parti sociali delle costruzioni puntano a investire sulle professionalità dei lavoratori e sulla qualificazione delle imprese, introducendo criteri di qualità che sostengono le imprese più virtuose in termini di regolarità e qualità del lavoro. L’incremento delle competenze professionali dei lavoratori riguardano i temi del green building e il miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza sul lavoro.

Il settore edile è noto per essere da sempre in grado di fronteggiare le problematiche che ogni “era” gli ha posto d’innanzi. Dopo la crisi degli scorsi anni e le problematiche legate alla pandemia mondiale che con il covid-19 ha caratterizzato il 2020 ed il 2021, il comparto edile sta crescendo, sostenuto dai Bonus fiscali che mirano a riqualificare e ad efficientare un patrimonio immobiliare italiano costruito per l’80% tra gli anni 50 e 70 e quindi ormai “vecchio”.

Un settore di nuovo in espansione ma soprattutto in fase di rinnovamento, e, per certi aspetti destinato a migliorare le proprie conoscenze e ad allargare la filiera di lavoro ad altri settori come la chimica, l’elettronica e la meccanica di precisione per realizzare edifici sempre più efficienti dal punto di vista energetico e dell’impatto ambientale.

In questa direzione vertono anche le volontà delle parti sociali di settore che, con il rinnovo del Ccnl edilizia-industria e cooperazione 2022-2024 e con il rinnovo del Ccnl edilizia artigianato 2022-2024, puntano a investire sulle professionalità dei lavoratori e sulla qualificazione delle imprese, introducendo criteri di qualità che sostengono le imprese più virtuose in termini di regolarità e qualità del lavoro, passando per una formazione indirizzata che favorisce, l’incremento delle competenze professionali dei lavoratori sulle nuove tecniche costruttive, sulla sostenibilità ambientale e sulla green building, nonché il miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza sul lavoro, coinvolgendo nella formazione base gli impiegati tecnici che accedono in cantiere, riducendo così la cadenza dei corsi di aggiornamento.

Un altro degli obiettivi dichiarati dal rinnovo contrattuale e, perfettamente in linea con le innovazioni che stanno caratterizzando il comparto edile, oltre al rafforzamento della prevenzione delle malattie professionali e degli infortuni con la creazione di un piano nazionale per la sorveglianza sanitaria, è rappresentato dal “premio di ingresso nel settore” destinato ai giovani che in un’edilizia dinamica e sempre più multimediale rappresentano una risorsa per garantire un adeguato turnover nel settore.

In questa in fase risulta fondamentale conoscere quello che è il “passato” del nostro sistema edile ed il rapporto di attività, strumento di lavoro previsto dal Ccnl di settore, ha permesso al Formedil, attraverso una costante attività di monitoraggio, di fotografare anno per anno lo stato di salute del sistema degli Enti territoriali per meglio capire le tendenze della formazione e della sicurezza edile in Italia.

Dal 2018 il Rapporto di Attività è stato elaborato in collaborazione tra i due enti: Formedil e Cncpt che da ottobre 2021 si sono unificati formalmente creando un ente unico per l’edilizia denominato Formedil Ente Unico Formazione e Sicurezza.

Il nuovo ente garantisce attraverso la rete di 121 enti territoriali, un’offerta formativa in ogni realtà locale per tutte le esigenze, il supporto e la consulenza alle imprese e ai lavoratori sulla sicurezza degli ambienti di lavoro e favorisce l’incontro tra domanda e offerta di lavoro attraverso una rete di servizi e sportelli territoriali dedicati.

La rete di enti territoriali che, anche durante la pandemia ha cercato di soddisfare le esigenze di formazione e sicurezza dei lavoratori e delle imprese, organizzando ove possibile le attività on-line, in questa fase post Covid19, ha focalizzato l’attenzione sui corsi di formazione professionale legati al tema dell’innovazione quali Efficientamento energetico, Bioedilizia, Bim, Gestione dei rifiuti. Tema che potrebbe favorire l’ingresso dei giovani e delle donne dando una nuova immagine al settore edile.

Rapporto Formedil 2022

In effetti, da una prima analisi dei dati si evince che, rispetto al 2020, dove si registra una forte flessione dell’attività formativa causata dalla pandemia Covid 19, nel 2021, grazie al forte impulso dato al settore delle costruzioni con l’introduzione di incentivi fiscali (Superbonus 110% e Pnrr), la richiesta di formazione ha avuto un incremento: il dato relativo agli allievi formati è tornato ai livelli pre Covid19.

La maggior richiesta di formazione per quanto riguarda gli operai si è rivolta alla formazione di primo ingresso e all’efficientamento energetico mentre per quanto riguarda i tecnici la richiesta si è focalizzata maggiormente sulla formazione per la sicurezza e sulla formazione professionale per occupati.

Finanziamenti

L’andamento del mercato influenza l’attività formativa e i finanziamenti che gli enti ricevono, soprattutto dalle Casse Edili, sono una chiara indicazione di quello che succede nell’attività edilizia.

Infatti nel 2021 i finanziamenti ricevuti dalla Casse sono aumentati del 26,6%, nel 2020 erano diminuiti del 6,6%, e nel 2019 erano cresciuti del 5%. Considerando tutte le voci che determinano le risorse degli enti, nel 2021 si è superata la cifra degli 89 milioni di euro, il valore più alto dal 2017 e una crescita del +21,3% rispetto al 2020. La voce che ha registrato il maggior incremento è quella dei finanziamenti ottenuti attraverso corsi a pagamento (anche parziale), voce che è cresciuta del 29,7%, superando gli 8,1 milioni di euro.

L’analisi della distribuzione territoriale evidenzia come il 31,4% dei finanziamenti va al Nord-Ovest, il 25,4% al Nord Est, il 20,7% al Centro e il 22,5% al Mezzogiorno. I finanziamenti delle Casse vedono il Sud salire al 25%.

Il Nord Est può contare su forti sostegni pubblici all’attività formativa che superano nel 2021 i 7 milioni euro, contro i quasi 5 del Nord Ovest; ma il Nord Est emerge anche per le attività formative che generano risorse: nel Nord Est l’attività formativa dovuta ai corsi a pagamento arriva a generare 3,3 milioni di euro, nel Nord Ovest 2,4, nel centro 1,5 e nel Sud 895 milioni.

L’attività formativa dei 118 enti: + 21,8%

Nel 2021, in totale, i corsi erogati sono stati 16.052, il 21,8% in più di quelli del 2020 e 511 in più di quelli realizzati nel 2019; di fatto nell’anno sono stati attivati il numero più alto di corsi dall’inizio di questa rilevazione congiunta.

Gli allievi formati che nel 2018 erano stati ben 167.177, erano poi diminuiti sia nel 2019 (-3,8%), sia nel 2020 ( -9,2%). Nel 2021 gli allievi sono stati 159.464, in aumento del +9,2% rispetto al 2020 e solamente 1.391 in meno di quelli del 2019.

Nel 2021, con il forte impulso dato al mondo delle costruzioni dall’introduzione di incentivi fiscali come il superbonus 110% e le opportunità da cogliere con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), la richiesta di formazione è stata ragguardevole; sono stati erogati 15.773 corsi, il numero più alto dall’inizio della rilevazione, che hanno formato 157.880 allievi in crescita rispetto al 2020 del +10,2%. Di fatto, per quanto riguarda il numero di partecipanti ai corsi, il dato è tornato ai livelli pre Covid 19.

Era dal 2016 che non si registravano numeri così alti; i corsi aumentano su base annua del +32,4% mentre i formati del +49,2%. La rappresentatività del numero degli allievi formati rispetto al totale degli allievi di tutta l’attività formativa passa dal 17,5% nel 2020 al 23,8% nel 2021.

Un ulteriore elemento da sottolineare è la crescita dei corsi dedicati alla sostenibilità e alla digitalizzazione, tornati sui livelli del 2019 con 521 corsi dedicati al Bim, 234 corsi dedicati alla bioedilizia e ben 1.223 corsi dedicati all’efficientamento energetico.

Infortuni sul lavoro

La crescita dell’attività registrata nel 2021 e nel 2022 ha comportato in termini di infortuni durante l’attività una diversa dinamica tra 2021 e i primi mesi del 2022. L’analisi dei dati relativi agli infortuni denunciati nelle costruzioni mostra infatti come il bilancio del 2021 segni una riduzione del 5,9% rispetto ai livelli registrati nel 2019, prima della crisi pandemica, e la riduzione riguarda sia gli infortuni in occasione di lavoro (-5,9%), sia quelli in itinere (-5,8%). Nei primi cinque mesi del 2022 si osserva di contro un incremento del 26% degli infortuni in cantiere.

Va ricordato che l’incidentalità sui cantieri ha segnato nel tempo una rilevante riduzione, segno che, al lordo dei fenomeni di sotto-denuncia, il settore stia vivendo un miglioramento delle condizioni di sicurezza sul lavoro.

Nel 2003 le costruzioni totalizzavano 63,4 infortuni per mille occupati, nel 2018 il valore per le costruzioni era sceso a 29 casi per mille occupati, per poi risalire a 31,1 nel 2019 ma, trascurando il 2020, considerato un anno anomalo per i fatti connessi alla pandemia, nel 2021 l’incidenza infortunistica torna a ridursi, toccando il minimo storico di 26,9 infortuni per mille occupati.

La tendenziale riduzione del rischio infortunistico rilevata per i lavoratori italiani si realizza in tutte le aree territoriali, ma nel Mezzogiorno appare decisamente più marcata. Lo stesso accade per i lavoratori stranieri, per i quali, invece, dopo la fase di forte contrazione del rischio infortunistico, a partire dal 2019 si evidenzia una nuova tendenza in crescita.

Morti sul lavoro

In linea con l’evoluzione strutturale del fenomeno di riduzione degli infortuni, il numero di incidenti fatali è diminuito in maniera importante dal primo decennio degli anni 2000, passando per il periodo in esame, dai 300 morti del 2010, ai 160 del 2017, per poi risalire a 192 morti nel 2018, 200 nel 2019, 2002 nel 2020 e tornare a 196 nel 2001. Quindi un percorso di significativo miglioramento in una prima fase e una stabilizzazione su livelli ancora alti dal 2018 al 2019.

Rispetto al 2020 nei cantieri edili si è registrato un calo del 6,4% degli incidenti mortali, che sebbene rilevante risulta inferiore a quello delle altre attività manifatturiere, che è giunto a sfiorare il 30%.

È ragionevole ipotizzare che il fenomeno trovi spiegazione nel fatto che il settore costruzioni è stato quello meno interessato dal calo delle attività nella fase del picco pandemico, risultando addirittura l’unico comparto in crescita occupazionale.

Il trend di riduzione degli infortuni con esito mortale trova conferma anche nei primi cinque mesi del 2020 con una riduzione rispetto al corrispondente periodo del 2021 dell’11,6% (nelle altre attività economiche la riduzione è stata del -27,6%).

Va inoltre ricordato che sebbene l’infortunio mortale rappresenti un evento della massima gravità e per questo falsificabile con difficoltà, nel periodo di osservazione risulta che solo il 71,8% dei casi denunciati sono stati definiti positivi mediamente, con una quota che sale al 75,7% per la componente in occasione di lavoro.

Attività dei Cpt nel 2021

Nel 2021 i 107 Cpt hanno realizzato 32.170 visite effettuate presso i cantieri, pari a un + 21,1% di incremento rispetto al 2020, l’anno del lock-down e delle misure restrittive alla libera circolazione delle persone.

Si tratta però di numero di visite inferiore ai livelli pre-crisi, segnando un -14,5% rispetto alle 37.628 visite effettuate nel 2019. La difficoltà nel tornare ai livelli pre-crisi non è quindi attribuibile ad una significativa contrazione del settore di riferimento, quanto, probabilmente, alle difficoltà operative nello svolgimento dell’attività consulenziale adeguando strutture e modalità operative ai protocolli di sicurezza della fase post-covid.

Nel 2021 il sistema Cpt ha fornito assistenza a 38.673 imprese, segnando una sensibile crescita rispetto al 2019, quando le imprese assistite erano state 37.466, ed anche il 2020, nonostante il calo di attività dovuto all’emergenza Covid, con 30.216 imprese assistite si resta sempre su livelli alti rispetto ai dati storici. Nel 2021 i cantieri visitati sono stati 19.344, nel 2020 erano stati 16.943, ma nel 2019 i cantieri erano stati 21.501

Stima del beneficio economico per le imprese

Un effetto “indiretto” di tutto rilievo dell’attività svolta dai Cpt, oltre alla finalità esplicita di riduzione dell’incidentalità, è legato al minor carico di sanzioni che un controllo ispettivo avrebbe potuto infliggere all’impresa. Secondo la nostra metodologia di stima, a partire dai dati dell’Osservatorio sull’attività di visita dei 52 Cpt collaboranti, si è calcolato il volume sanzionatorio riferito all’attività svolta nel 2021 (anno edile) da tutti i 107 Cpt.

Sulla base di valutazioni più o meno restrittive, il potenziale sanzionatorio dei rilievi di non conformità effettuati dai Cpt nell’ultimo anno è risultato pari ad una cifra compresa tra 274 milioni e 591 milioni di euro, molto al di sopra del costo del sistema Cpt (circa 18 milioni di euro), anche nell’ipotesi di applicazione della sanzione ridotta ad un quarto (come previsto dall’ ex dlgs 758/94), che porta ad un potenziale sanzionatorio compreso tra 68 milioni e 148 milioni di euro.

La stima è basata sui rilievi effettuati dai tecnici dei Cpt collaboranti all’Osservatorio nel corso della loro attività di visita tra il 2014 e settembre 2022. Per simulare il possibile esito di una visita ispettiva, i rilievi di non conformità effettuati dai tecnici sono stati valutati per livello di gravità e tipologia, trovando una corrispondenza tra la classificazione in aree ed elementi del cantiere dell’Osservatorio e le possibili sanzioni applicabili in base alla normativa di settore.

Sebbene si sia partiti dalla classificazione delle non conformità con il massimo livello di dettaglio, solo per la metà delle voci è stato possibile trovare una corrispondenza diretta con sanzioni definite, rendendo necessario assumere delle ipotesi di stima.

La prima ipotesi di stima (A) è ottenuta applicando alle sole inadempienze gravi (nc+) le corrispondenti sanzioni definite in maniera univoca dal mancato rispetto di specifici articoli del TU sulla Sicurezza. L’ipotesi B, invece, oltre alle inadempienze gravi (nc+) con sanzione definita in maniera univoca, prende in considerazione anche le altre inadempienze rilevanti (nc+ ed nc-).

Le cifre così definite fanno riferimento all’attività svolta in circa otto anni dai Cpt partecipanti all’Osservatorio, ma forniscono elementi utili alla stima del volume sanzionatorio complessivo dell’intero sistema dei 107 Cpt.

Si può stimare, infatti, il valore sanzionatorio medio che, nelle due ipotesi del modello, è pari a 9.700 – 13.400 euro per visita, 19.700 euro per cantiere e 31.000 – 36.000 euro per impresa, riducibile ad un quarto (ex dlgs 758/94) nel caso di accettazione delle disposizioni e messa in sicurezza nei termini previsti del Testo Unico salute e sicurezza sul lavoro.

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