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I costruttori europei sul tema della protezione dei dati

L’avvento della progettazione in Bim, oltre a creare opportunità favorevoli a tutti gli attori del settore edilizio, ha regalato ai produttori di software Bim la possibilità di sfruttare quest'esigenza per proporre accordi a loro stessi favorevoli, a discapito degli utenti. La federazione dei costruttori europei lancia un chiaro monito ai produttori di software sul tema della proprietà dei dati.

I software e i servizi di supporto per le costruzioni sono sempre più importanti e vincolanti in un settore, come quello edile, che sta subendo una rapida trasformazione verso la piena digitalizzazione.

Infatti, i professionisti che oggi prendono parte alla progettazione hanno bisogno di un accesso costante ai dati dei modelli Bim, in quanto forniscono tutte le informazioni del progetto, necessarie ed essenziali per il processo di costruzione e le altre fasi del ciclo di vita dell’edificio.

Tuttavia, l’accesso a questi dati dipende esclusivamente da sistemi aperti e interoperabili, messi a disposizione da produttori che hanno spesso sede fuori dall’Ue e custodiscono i dati su server al di fuori della giurisdizione dell’Unione Europea.

L’approccio Bim ha così creato una dipendenza dai software utilizzati per la progettazione, e allo stesso tempo un’opportunità, per i fornitori, di sfruttare questa dipendenza offrendo accordi sfavorevoli, facilmente variabili e a costi elevati. Per questo motivo le istituzioni Ue devono affrontare urgentemente il problema.

José-Michaël Chenu | Vicepresidente Fiec.

José-Michaël Chenu | Vicepresidente Fiec

«Gli accordi sfavorevoli offerti da alcune società di software devono finire! Gli imprenditori hanno poca scelta riguardo la gamma di prodotti e servizi sul mercato; e i termini offerti ingiustamente avvantaggiano il fornitore del software, bloccando le società di costruzioni in accordi lunghi e poco flessibili, i cui termini cambiano continuamente mentre i costi aumentano. Come utenti, gli appaltatori dovrebbero essere autorizzati a decidere dove sono archiviati i loro dati e vogliamo che i nostri dati siano ospitati su server Ue, ai sensi della legislazione dell’Ue. Al fine di prevenire ulteriori perdite di controllo, abbiamo anche bisogno di un cloud europeo il più presto possibile; e chiediamo che le norme Ue per l’interoperabilità e l’accesso aperto siano applicate ai servizi software extra Ue. Se non agiamo rapidamente, il settore edile dell’Ue perderà definitivamente il controllo della propria attività principale. Accogliamo con favore misure che proteggeranno la competitività europea, come la Legge sulla Protezione dei Dati, ma dobbiamo andare oltre e più velocemente per garantire che il nostro settore non solo operi in circostanze eque, ma mantenga anche il potenziale di valore aggiunto dei dati che generiamo durante il processo di costruzione». (vb)

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