Restauro | Operatori beni culturali

Restauratori: latitano titoli, abilitazione e provvedimenti

Quanto delineato nel Codice dei beni culturali del 2004, che aveva impostato una specifica definizione per i professionisti del restauro, è rimasto sulla carta.

Paese strano l’Italia, dove si sceglie di collaborare per il restauro e la conservazione del patrimonio storico, culturale-architettonico dei paesi esteri ma si ritarda nel provvedere a deliberare titoli e abilitazioni dei restauratori, professionisti che aspettano da cinque anni di poter entrare a far parte dell’elenco dei soggetti abilitati ad acquisire la qualifica. Con il risultato che abbiamo i restauratori senza titoli e senza abilitazione.RestauratoreInfatti l’universo degli operatori dei beni culturali, 20mila professionisti in attività che attendono da cinque anni di ottenere l’abilitazione, è rimasto senza risposta, insieme a quei giovani studenti che tra un mese usciranno dagli studi scolastici di alta formazione con un titolo ma senza abilitazione, anche perché le stesse scuole attendono un riconoscimento effettivo.RestauroIl Codice dei beni culturali del 2004 (dlgs 42/2004) aveva previsto infatti una definizione diversa per i professionisti del settore. Nel caso della formazione manca proprio quel decreto ministeriale del Miur e Mibac che avrebbe dato il via libera all’attivazione dei corsi accreditati in precedenza. Quando nel 2009 uscì il provvedimento, si stabilì che tutti i nuovi corsi, sia quelli accademici che quelli delle istituzioni formative, avrebbero rilasciato un titolo equiparato al diploma di laurea. Resta il fatto che se per i corsi universitari, istituiti sotto l’egida degli atenei, la validità è stata confermata a tutti gli effetti, alle tre scuole storiche di alta formazione manca l’avallo conclusivo. Queste tre scuole sono:

  • l’Istituto per la conservazione e il restauro
  • l’Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario
  • l’Opificio delle pietre dure.Restauratori

Per permettere a questi aspiranti restauratori di entrare a far parte dell’albo con un nuovo status giuridico, i ministeri Miur e Mibac avrebbero dovuto emanare due ulteriori decreti, secondo quanto asserito nella legge n. 25 del 30/01/2013. Il primo decreto riguardante le linee guida per procedere alla selezione pubblica di titoli e di attestati professionali, il secondo con il bando per coloro che, privi di sufficienti requisiti per titoli, dovranno sostenere una prova di idoneità abilitante.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here