Edilizia Ricettiva | Plesso didattico di Santa Teresa della facoltà di Architettura, Firenze

Restauro e ampliamento per un nuovo uso degli spazi dismessi

Sui corpi di fabbrica del complesso di Santa Teresa lavori di ristrutturazione degli spazi dismessi con adeguamenti strutturali, funzionali e impiantistici. Il corpo di fabbrica costruito ex-novo rappresenta la spina distributiva principale di tutto il complesso ed è costituito da due sottostrutture, collegate tra di loro da un giunto di dilatazione in grado di impedire la trasmissione degli effetti sismici da una struttura all’altra.

Il nuovo progetto definitivo che era finalizzato al pieno recupero di tutto il complesso carcerario era l’occasione non solo di rifunzionalizzare spazi dismessi, ma di attuare una vera e propria metamorfosi che ne cambiasse, in primis, l’atmosfera. L’inserimento di un nuovo corpo, in aggiunta agli spazi esistenti di cui questa pubblicazione documenta la realizzazione, ha cercato di centrare questo obbiettivo. La chiarezza distributiva di tutto il sistema è ottenuta spostando su via della Mattonaia l’ingresso principale che si apre all’interno di una vera e propria galleria urbana caratterizzata dalla grande altezza del piano terra e dalla chiara percezione del rapporto tra vecchio e nuovo.

Corpi di fabbrica oggetto dell’intervento e sezione trasversale di progetto: 1. Nuova galleria vetrata ed espositiva del corpo I; 2. Uffici del Corpo F livello 1 in alternanza agli accessi al chiostro centrale; 3. Chiostro dell’antico nucleo monastico; 4. Ex-cortili carcerari rigenerati in luoghi d’incontro e spazi espositivi in alternanza ai volumi carcerari corrispondenti alle attuali aule didattiche; 5. Nuove aule ricavate dalla demolizione delle celle carcerarie del Corpo F livelli 3/5.

Ai livelli successivi appare ancor più evidente questo suo ruolo distributivo e di spazio collettivo, aprendo alla vista scorci del complesso, con le parti conventuali (corpo F) e il chiostro originario da una parte e i corpi aggiunti per il carcere di epoca più recente dall’altra (corpi A, B, D, E).
L’ultimo livello infine stabilisce il rapporto stretto tra questo spazio didattico e la città. Il panorama attorno è una grande sorpresa. In lontananza le colline che circondano la città, mentre vicinissime, quasi a portata di mano, le due più importanti cupole della città: quella splendida del Brunelleschi e l’altra, minore, della Sinagoga. Altrettanto importante è la spazialità che il nuovo organismo, con scorci significativi che vanno da terra fino all’altezza della copertura, crea a integrazione con gli spazi più compressi della didattica.

Corpo I livello 5: belvedere sul centro storico come monito didattico di relazione tra sfera accademica e territorio.

Questo luogo oltre ad essere spazio distributivo è stato immaginato per essere anche spazio di sosta e spazio espositivo e diventare lo spazio più frequentato e vissuto del complesso. Non solo per gli studenti e i professori, ma, aperto alla città possa assumere il ruolo di ospitare incontri e dibattiti sulla città stessa e il suo futuro.

Corpo E livello 1: primo sfondo per la realizzazione del nuovo ingresso da via Mattonaia e scorcio sullo spazio di risulta tra antico convento e volumi di espansione carceraria che diverrà la nuova hall distributiva.

Corpo E

In questo corpo di fabbrica sono stati eseguiti interventi di ristrutturazione e adeguamento sia dal punto di vista funzionale che impiantistico limitatamente al piano terra. In questo si colloca l’ingresso principale alla scuola caratterizzato da un grande portale in acciaio corten su via della Mattonaia, mentre adiacente all’ingresso principale troviamo la portineria con il recupero degli ambienti storici e la liberazione delle volte originarie. Esternamente per tutta la facciata su via della Mattonaia è stata realizzata una ripresa parziale dell’intonaco e la tinteggiatura a calce con la stessa tonalità cromatica al fine di mantenere inalterata il disegno di facciata che verrà ripreso con la ristrutturazione dei piani in elevazione e della copertura.

Corpo I

Questo corpo è stato completamente costruito ex-novo e costituisce la spina distributiva principale di tutto il complesso. S’innesta direttamente sull’ingresso principale (appartenente al corpo E) e si sviluppa adiacente a tutto il lato nord del chiostro. È stata realizzata la demolizione di tutte le superfetazioni (solai e pareti esistenti) che servivano a collegare i 3 blocchi (due di laboratori del carcere e uno di celle) al resto della struttura carceraria. La nuova struttura, costituita da travi e pilastri in acciaio è completamente indipendente dai corpi di fabbrica preesistenti. In corrispondenza dell’estremità ovest di quest’asse distributivo è stato collocato il blocco dei collegamenti verticali: la demolizione delle opere murarie esistenti ha permesso di individuare con chiarezza questo nucleo composto da una struttura portante in c.a. che accoglie gli ascensori, attorno alla quale si sviluppano le scale.

Corpo E livello 1: scorcio del progetto realizzato del nuovo ingresso da via Mattonaia della hall distributiva.

Verso i cortili della Facoltà questo corpo di fabbrica è chiuso da una vetrata continua per tutta l’altezza di 15 m, costituita da lastre in vetro e montanti e traversi in metallo. I solai interni si mantengono staccati dalla facciata stessa; anche sul lato opposto, lungo il prospetto di quello che era il lato nord del convento, ai livelli superiori al primo, i solai rimangono a una distanza di circa 1,20 m dal muro esistente, in modo da non interrompere la continuità della parete.

Corpo I livello 1: completamento della operazioni di scavo per l’esecuzione delle nuove fondazioni in c.a. ed esecuzione del rilevo topografico degli ingombri effettivi.

Il collegamento con il blocco F è risolto attraverso passerelle collocate nei punti di accesso. Il dimensionamento delle lastre è studiato per adattarsi alle preesistenze dei tre corpi che si inseriscono perpendicolarmente all’interno della nuova spina di distribuzione ma anche in relazione ai diversi interpiani dei solai interni. Vengono quindi individuati più moduli di larghezza e altezza differente in modo da accogliere le diverse tolleranze e differenze all’interno di un disegno unitario e apparentemente omogeneo. Moduli vetrati termoisolanti composti da lastra esterna stratificata antinfortunio con trattamento superficiale super neutro basso emissivo antisolare posto verso l’intercapedine e composta da float chiari ad attenuazione acustica, intercapedine di spessore 16 mm con gas argon inserito e lastra interna stratificata antinfortunio composta da float chiari e plastici interposti.

Corpo I livello 1: veduta d’insieme delle operazioni di montaggio delle carpenterie metalliche per la realizzazione delle strutture portanti di elevazione del nuovo volume vetrato.

Progetto strutturale. L’edificio di nuova costruzione è costituito da due sottostrutture, collegate tra di loro da un giunto di dilatazione in grado di impedire la trasmissione degli effetti sismici da una struttura all’altra. La struttura è giuntata sismicamente con le strutture esistenti in modo da renderle indipendenti. La struttura è stata realizzata in acciaio con pilastri tipo Heb e travi tipo Ipe, Hea e Heb. I pilastri sono incastrati alla base; nella direzione longitudinale della struttura le travi sono incernierate agli elementi verticali e pertanto lo schema di calcolo risulta di semplice appoggio.

Corpo I livello 3: trattamento ignifugo delle travi in acciaio e dei solai in lamiera grecata mediante l’utilizzo di intonaco intumescente R60.

Nella direzione trasversale della struttura le travi sono incastrate ai pilastri in modo da dare continuità strutturale alle mensole che si aggettano verso l’esterno del fabbricato. Gli orizzontamenti sono realizzati in lamiera grecata collaborante con il getto di riempimento in calcestruzzo armato; lo spessore del pacchetto lamiera più calcestruzzo è variabile in funzione delle luci e dei sovraccarichi. Solo il solaio del piano terreno è realizzato in laterocemento.

Corpo I livello 3: completamento della posa in opera dei parapetti dei nuovi percorsi di collegamento e posa in opera delle canalizzazioni dell’impianto elettrico, termoidraulico e antincendio all’intradosso della struttura dei nuovi camminamenti.

La struttura ha come nucleo irrigidente un blocco ascensore e scale e due setti in cemento armato; inoltre è irrigidita da controventi in acciaio realizzati con profilati tubolari. Le fondazioni sono a travi rovesce in cemento armato impostate al piano di posa delle fondazioni degli edifici esistenti; la fondazione del vano ascensore è realizzata con una platea nervata. Le nuove fondazioni risultano affiancate a quelle esistenti. Per la realizzazione del vano ascensore della struttura metallica è stata necessaria la demolizione di pannelli murari esistenti; in sostituzione di tali pareti si realizzano setti in c.a. lungo tutta l’altezza dell’edificio.

Corpo I livello 1: la nuova hall distributiva non è concepita come la saturazione dello spazio compreso tra le due preesistenze ma come un nuovo ambiente di relazione delle stesse.
Corpo I livello 5: oltre a riconnettere gli spazi dell’ex-convento (fino a ieri in disuso) con quelli dell’espansione carceraria (l’attuale università) il nuovo volume vetrato è anche una galleria espositiva e di dibattito con la città.

Progetto impiantistico. È stata prevista l’installazione di un impianto di climatizzazione estiva/invernale a pannelli radianti a pavimento e ventilconvettori. I ventilconvettori sono del tipo canalizzabile a controsoffitto. La zona è servita elettricamente da un quadro per piano, da cui sono derivate le linee di alimentazione ai vari circuiti; la distribuzione di piano dell’illuminazione è realizzata con tubazioni incassate nel controsoffitto, mentre la distribuzione alle varie prese con tubazioni incassate a parete o a pavimento. L’illuminazione nel corridoio a livello 1 è realizzata con apparecchi riflettori a sospensione Disano Ghost 42W 4k, mentre quella dei livelli 3 e 5 è realizzata con plafoniera da incasso per controsoffitti Beghelli Down Light Led 30W 4k con rivelatori di presenza per spegnimento automatico; l’illuminazione di sicurezza è garantita da apparecchi autonomi autoalimentati.

Cortile due, fase di cantiere: i cortili dell’ex carcere avevano subito nel tempo la realizzazione di superfetazioni che ne alteravano lo spazio. Durante le fasi di cantiere i cortili sono stati usati per lo stoccaggio dei materiali e l’installazione della gru.
Cortile due rigenerato: fondazioni della superfetazione demolita e basamento gru di cantiere trasformati in nuove aree di sosta.

Corpo F

Nei locali del piano terra vengono recuperate le volte dell’originario impianto conventuale e di conseguenza l’accesso diretto al chiostro. Ai livelli superiori si è realizzata la completa demolizione dei solai e delle ex-celle per lasciare spazio a 4 grandi aule e spazi per la didattica. Il solaio del livello 2 è stato demolito (lasciando intatte le volte sottostanti) e ricostruito con una struttura di travi in acciaio e solaio in lamiera grecata e massetto di calcestruzzo alleggerito. Questa tipologia è stata usata anche per i livelli superiori.

Corpo F livello 1: completamento delle demolizioni di ripristino degli originari spazi voltati e realizzazione delle nuove fondazioni con vespaio areato.

All’ultimo livello sono state allargate le aperture che danno sul chiostro per portarle alle stesse dimensioni di quelle del livello intermedio. I pavimenti sono in gres antiscivolo di colore chiaro. La copertura è stata completamente rifatta, e all’estremità ovest del blocco, verso via della mattonaia, la tipologia di copertura rimane a padiglione mentre, dalla parte opposta, diviene a capanna per permettere di accedere al locale tecnico sottostante. La copertura esistente è stata smontata e il ripristino ha recuperato il 50% del laterizio rimosso. La nuova struttura è in legno e il manto di copertura in laterizio con impermeabilizzazione e isolante termico.

Corpo F livello 1: spazi dell’ex-convento rigenerati per ospitare i nuovi uffici universitari con affaccio sul chiostro centrale.

Progetto strutturale. L’intervento proposto per la creazione delle aule è consistito nella rimozione delle murature delle celle disposte su 3 ordini in direzione trasversale e longitudinale, tutte impostate su profilati in acciaio disposti sul livello intermedio; tale rimozione ha comportato una riduzione delle masse e non ha comportato una diminuzione della capacità di resistenza alle azioni sismiche nelle due direzioni principali, perché si è trattato in effetti di rimozione di muri in falso che sono risultati indipendenti dal comportamento dei muri perimetrali.

Corpo F livelli 3/5: opere di apprestamento del banchinaggio e ponteggi per le demolizioni delle celle di detenzione a ballatoio realizzate durante l’espansione di epoca carceraria.

L’intervento ha compreso anche la realizzazione al livello 3 di un solaio che ha ripristinato il vincolo di continuità con i muri perimetrali e di un nuovo solaio al livello 5 che ha collegato in modo efficace le murature disposte in direzione longitudinale riducendo quindi la snellezza di dette murature a circa la metà di quella preesistente. Inoltre sono stati realizzati due solai per vani tecnici al livello 6. Tenendo presente la rimozione delle murature delle celle, il bilancio in termini di massa è stato altresì favorevole e quindi l’intervento proposto risulta assimilabile a un intervento di miglioramento sismico. I solai sono stati collegati alle murature perimetrali mediante perforazioni armate ancorate nella soletta del nuovo solaio e profilati in acciaio con sezione a L che sono stati posizionati su tutto il perimetro del solaio in modo da costituire un incatenamento continuo su tutto il perimetro dei nuovi solai.

Corpo F livelli 3/5: completamento delle demolizione delle celle carcerarie e veduta dell’avvenuta posa in opera delle strutture di carpenteria metallica delle orditure orizzontali di sostegno del solaio del livello 5 e completamento della posa in opera delle strutture in lamiera metallica grecata pronte per il getto in c.a. alleggerito livello 3.

La copertura è stata sostituita con la realizzazione di capriate in legno e acciaio che si sono appoggiate sulle murature perimetrali. La struttura secondaria di copertura è stata costituita da arcarecci portanti i travicelli e il pacchetto di finitura. Al livello della copertura è stato realizzato un cordolo in cemento armato in modo da incatenare le murature perimetrali in sommità. Si sono realizzate cerchiature in acciaio al fine di ripristinare la rigidezza dei muri interessati dagli interventi di modifica delle aperture. I profilati metallici delle cerchiature sono stati collegati e ammorsati alla muratura esistente tramite zanche metalliche e uniti nei nodi mediante saldature a cordoni d’angolo.

Corpo F livelli 3/5: Nuove aule didattiche con affaccio sul chiostro centrale. Controsoffitto con fascia perimetrale a lastra continua e porzione centrale a cassettonato di moduli acustici ispezionabili alternati a dotazioni impiantistiche.

I ritti verticali del telaio di cerchiatura sono stati collegati a piastre ancorate con tirafondi al nuovo cordolo di fondazione; tramite perforazioni armate si è collegato tale cordolo alla muratura sottostante. Il complesso degli interventi strutturali non ha modificato il comportamento globale della costruzione e pertanto è assimilabile a un intervento di miglioramento sismico (secondo il dm 16/01/1996).

. Struttura della nuova galleria vetrata: strutture portanti in acciaio e nuovo blocco dei collegamenti verticali della nuova galleria distributiva antecedente alle operazioni di montaggio della parete vetrata.

Progetto impiantistico. È stato installato un impianto di climatizzazione estiva/invernale del tipo a tutt’aria a condotto unico a portata d’aria costante con batterie di post-riscaldamento di zona. Le due unità di trattamento aria a servizio della zona sono ubicate rispettivamente nei locali tecnici G24 ed F12 al livello 6. Ognuna delle due unità è alimentata da un quadro elettrico dedicato. Le canalizzazioni di mandata e di ripresa dei singoli locali corrono nei controsoffitti e la diffusione dell’aria all’interno dei controsoffittati avviene dall’alto per mezzo di diffusori quadrangolari ad alta induzione. La ripresa dell’aria è ottenuta mediante griglie posizionate nella parte bassa dei locali.

Dettaglio parete vetrata: giunto strutturale e lettura della sedimentazione storica delle diverse parti tra nuovo volume e preesistenze murarie

I nuovi servizi sono dotati di impianto di riscaldamento a pannelli radianti a pavimento e di impianto di estrazione aria viziata. Per i servizi è chiaramente prevista l’installazione di un nuovo impianto idrico-sanitario. Ogni aula è dotata di un centralino elettrico a uso esclusivo del locale e alimentato direttamente dal quadro di piano. La distribuzione elettrica delle postazioni relative ai banchi di lavoro è realizzata con prese a parete. I corpi illuminanti negli ambienti al livello 1 sono del tipo appliques a parete Exenia Step Led 64W 3k; i corpi illuminanti nelle aule al livello 3 e 5 sono del tipo plafoniere led da controsoffitto 60×60 Novalux Panel Led 36W 4k dimmerabili con sensore di luminosità naturale; l’illuminazione di sicurezza è garantita da apparecchi autonomi autoalimentati.

Il nuovo nel vecchio: il nuovo volume vetrato si inserisce parallelo ai massivi volumi dell’antico convento e ortogonale a quelli di espansione carceraria.

Corpo G

Posto perpendicolare al confine est e interposto tra corpo I e corpo F: il corpo G contiene il secondo blocco per i collegamenti verticali, ascensore e scale (il primo blocco si trova, come descritto, nel corpo I). Il nucleo strutturalmente simile all’altro viene ricavato all’interno di quella che attualmente è una piccola corte. Le pareti perimetrali vengono demolite e ricostruite al fine di creare una struttura rigida e indipendente dai corpi di fabbrica esistenti. La scala comunica con gli spazi per la didattica attraverso opportune zone filtro a prova di fumo, dalle quali si accede appunto ai locali per attività di studio e ai servizi igienici, ricavati grazie alla demolizione di tramezzi esistenti e di un corpo scala.

Arch. Alberto Breschi | Il valore di una nuova spazialità

Alberto Breschi | Progettista

«Quando nel 2004 mi è stato affidato il progetto di completamento del complesso di S. Teresa, essendo ormai giunto alle soglie di lasciare il mio ruolo accademico iniziato fin dalla laurea nel 1969, avevo ben chiaro quale sarebbe stato il mio obiettivo principale, quello che nel linguaggio dei colleghi e degli addetti ai lavori si identifica con il cosiddetto concept di progetto: generare una vera e propria metamorfosi all’intero complesso che, nella sua nuova destinazione culturalmente giovane e innovativa, superasse le cupe atmosfere carcerarie della sua storia recente.
Lo studio attento della storia del complesso e le complesse articolazioni funzionali della Facoltà di Architettura costretta a nuovi ordinamenti didattici imposti dalla recente riforma universitaria non permettevano un semplice riadattamento funzionale basato sul mantenimento degli spazi presenti, ma rendevano indispensabile inserire un nuovo corpo di fabbrica.
Questo nuovo corpo ha introdotto, nel complesso storico, un nuovo e riconoscibile impianto distributivo e fornisce, a questa formidabile stratificazione storica di parti diverse, il valore di una nuova spazialità, cancellando l’atmosfera carceraria e arricchendo il luogo con il recupero della vista della città e quindi del senso di appartenenza e dell’identità.
Ero quindi nelle migliori condizioni in cui può trovarsi un architetto quando inizia un nuovo progetto. La conoscenza del manufatto era stata acquisita non solo attraverso la documentazione storica che avevo raccolto in funzione della presentazione agli organi competenti del progetto complessivo di recupero dell’intero complesso, ma anche attraverso una percezione diretta, avendo insegnato in quegli spazi durante molti anni di attività didattica.
Era parso evidente non solo a me, ma ai colleghi tutti e agli studenti che il recupero attuato precedentemente a cura degli uffici tecnici dell’Università se da un lato aveva avuto l’indubbio merito di recuperare spazi per la didattica, non era pienamente riuscito a modificarne la percezione ancora pesante della sua funzione precedente: un carcere. L’impianto distributivo, poiché era stato correttamente assunto un criterio di massima conservazione, aveva risentito dell’organizzazione estremamente vincolante del precedente carcere: corridoi e scale, le aule e gli altri spazi di studio nonché una sequenza di celle riadattate, ma ancora perfettamente visibili, avevano mantenuto quell’atmosfera claustrofobica caratteristica dei luoghi di pena. Le aperture, alte ancora provviste di inferiate, si aprivano su scorci di cielo senza che lo sguardo potesse dirigersi verso l’intorno del contesto urbano. Un luogo di studio con spazi compressi, chiuso ed estraneo alla città».

Chi ha fatto Cosa

Committenza: Università degli Studi di Firenze
Localizzazione: Firenze, via della Mattonaia
Progetto architettonico e definitivo: prof. arch. Alberto Breschi; collaboratori: arch. Francesco Deriu, arch. Alessio Gai, arch. Claudia Giannoni, arch. Martino Piccioli
Progetto unitario e progetto esecutivo 1° stralcio: prof. arch. Alberto Breschi (www.breschistudio.com); collaboratori arch. Francesco Deriu, arch. Alessio Gai, arch. Claudia Giannoni, arch. Martino Piccioli
Aggiornamento del progetto esecutivo: arch. Claudia Giannoni
Collaboratori: arch. Niccolò Bassi, arch. Michela Mezzanotte
Progetto varianti in corso d’opera: prof. arch. Alberto Breschi
Collaboratore: arch. Gianluca Chiostri
Progetto strutturale definitivo ed esecutivo 1° stralcio: prof. ing. Andrea Vignoli
Aggiornamento del progetto strutturale esecutivo: ing. Claudio Consorti
Progetto impiantistico 1° stralcio e aggiornamento progetto esecutivo: prof. ing. Enzo Giusti
Piano della sicurezza 1° stralcio: arch. Adolfo Baratta
Piano della sicurezza dell’aggiornamento del progetto esecutivo: arch. Tommaso Chiti
Progetto antincendio l’elaborazione progetto esecutivo 1° stralcio: ufficio tecnico
Progetto antincendio di aggiornamento progetto esecutivo: ing. Pietro Scarpino
Indagini geologiche: dott. geol. Paolini e dott. geol. Roberto Checcucci
Direzione dei lavori 2012-2016: cav. ing. Riccardo Falcioni
Direttore operativo per le opere architettoniche (fino dicembre 2014): arch. Carla Mauceri
Direttore operativo per le opere architettoniche: prof. arch. Alberto Breschi con collaborazione di arch. Gianluca Chiostri
Direttore operativo per le opere impianti elettrici e speciali: ing. Alessandro Bertelli
Direttore operativo per le opere impiantistiche (fino dicembre 2013): p. i. Riccardo Russo
Direttore operativo per le opere impianti meccanici e idrotermosanitari: ing. Francesco Melani
Coordinatore sicurezza in fase di esecuzione e gestione contabilità: arch. Gianmarco Maglione
Ispettore di cantiere: geom. Ilario Cipriani

Collaudi

Presidente della commissione e collaudatore T. A.: arch. Gianni Lachina
Collaudatore opere strutturali: ing. Giuseppe Gennaro D’Agata
Collaudatore opere impiantistiche: ing. Filippo Diana
Responsabili del procedimento: arch. Vito Carriero (2006 – giugno 2008); arch. Giuseppe Fialà (giugno 2008 – maggio 2010); arch. Francesco Pilati (maggio 2010 – fine lavori 2016)

Imprese esecutrici

Raggruppamento temporaneo imprese, Cooperativa Archeologia – Mida srl – Ctc (assegnatrice Idrotermica ed Archeologia)
Direttore Tecnico di cantiere: arch. Alessia Lorenzi, arch. Andrea Gualtierotti
Capo commessa Rti: arch. Alessia Lorenzi
Ditte subappaltatrici: Inside srl; B. P. Benassi srl; Nuova Ccn srl; Zecchi Roberto srl; Cse Termoidraulica srl; Cs Impianti srl; Isol Termoacustici srl; Menci snc; Bertoc Project Di Bertocci Marco & C. snc; Puddu Barbara

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