Restauro | Casa Canonica di Sissa, Parma

Messa in sicurezza post sisma e valorizzazione dell’immobile

Nel corso del sisma del 23 dicembre 2008 la casa canonica della chiesa parrocchiale dell’Assunzione di Maria Vergine in Sissa, a Parma, subisce notevoli danni strutturali in seguito ai quali, in accordo con gli organi di tutela del Mibac si è avviato il cantiere di restauro e consolidamento dell’edificio nel rispetto dell’evoluzione storica della costruzione, mentre il restauro delle finiture superficiali dei fronti esterni ha permesso di valorizzare l’assetto volumetrico storico della fabbrica e degli ambienti al piano terra con decorazioni novecentesche.

Prossima alla chiesa parrocchiale dell’Assunzione di Maria Vergine in Sissa (Parma) è posta la casa canonica, costruita come edificio di testa dei fabbricati sorti sul sedime dell’antico perimetro difensivo sul bordo ovest del centro storico di Sissa.

La fondazione dell’edificio non è documentata, ma la sua origine si deve far risalire al passaggio fra XVI e XVII sec. quando anche nel parmense è imposto l’obbligo della residenzialità del clero titolare di parrocchialità.

Con il venir meno della funzione militare del circuito difensivo medievale del borgo dalla seconda metà del XVI sec., quando Sissa entra stabilmente nella compagine ducale farnesiana, all’antico muro sono addossate civili abitazioni, che progressivamente occupano tutto il sedime degli antichi spalti.

Sembra questa anche la vicenda costruttiva della canonica di Sissa: al nucleo centrale, sono poi addossati a nord e sud altri locali, così come a ovest, occupando parte delle aree ortive dell’antico fossato perimetrale al borgo murato.

Il nucleo generatore del fabbricato è costituito dall’attuale androne d’ingresso con i locali attestati sul lato sud: si è in presenza di un impianto classico di casa a schiera. Questo volume edificato originario era isolato, prospettante a sud e a nord su aree ortive che lo separavano dalla sequenza degli edifici prospettanti sul piazzale della chiesa. Al nucleo originario è addossato a sud un’intera sequenza di locali, con la formazione di giunti in corrispondenza dell’innesto dei setti murari ortogonali al fronte sud dell’edificio precedente, come si rileva dal paramento murario semplicemente addossato e non ammorsato alla muratura antica.

Fronte dopo i lavori.

In un secondo tempo anche sul fronte nord è costruito un volume di tamponamento, con spessori delle murature ridotti, che completa in sequenza la cortina edificata attestata su via della Chiesa.

I nuovi setti murari di completamento però non sono ammorsati alle precedenti murature d’ambito dell’edificio, ma semplicemente sono accostate senza formazione di asole di connessione. Infine, la terza fase costruttiva riguarda il corpo edilizio a L con loggia addossato al fronte ovest e il prolungamento del portico attestato sul lato nord.

Anche in quest’ultimo volume le murature d’ambito sono semplicemente accostate ai fronti dell’edificio precedente, senza formazione di connessioni murarie. Tutte queste fasi edilizie sono difficilmente collocabili in un quadro cronologico documentato, anche se il fabbricato è rilevato planimetricamente con l’ingombro attuale nella planimetria catastale di età napoleonica, a conferma di come l’edificio attuale sia sostanzialmente frutto di un intervento edificatorio attuato per fasi da far risalire sostanzialmente al XVII-XVIII sec.

Nel primo Novecento la canonica è oggetto di un progetto di ristrutturazione relativo soprattutto ai locali interni del piano terra con il rifacimento delle pavimentazioni in assito ligneo e marmette di graniglia, la decorazione dei soffitti in cannucciato con motivi decorativi floreali e la realizzazione di porte interne con la ripresa di motivi decorativi liberty.

Anche i fronti esterni dell’edificio sono uniformati dal punto di vista decorativo con la realizzazione di scenografiche corniciature dipinte con timpano e una meridiana sul fronte sud, come attesta una fotografia del primo dopoguerra.

I danni del sisma del 2008

Nel corso del sisma del 23 dicembre 2008 l’edificio subisce notevoli danni strutturali, accentuando i dissesti in corrispondenza delle principali criticità della fabbrica, rilevabili in particolare sui fronti in corrispondenza delle giunzioni fra i diversi corpi di fabbrica, con l’accentuarsi dei fuori piombo e dei distacchi dei fronti dalle connessioni con i solai intermedi dell’edificio.

In accordo con gli organi di tutela del Mibac si è avviato il cantiere di restauro e consolidamento dell’edificio, procedendo in primo luogo con la risarcitura delle discontinuità murarie, sia sui fronti esterni, sia sulle partizioni murarie interne. I lavori eseguiti hanno permesso di consolidare l’assetto statico dell’intero edificio, nel rispetto dell’evoluzione storica della costruzione, mentre il restauro delle finiture superficiali dei fronti esterni ha permesso di valorizzare l’assetto volumetrico storico della fabbrica e degli ambienti al piano terra con decorazioni novecentesche.

Sequenza delle lavorazioni

La sequenza delle lavorazioni ha previsto dapprima l’apprestamento delle opere provvisionali, poi l’esecuzione delle opere di messa in sicurezza e di pre-consolidamento delle strutture murarie lesionate, quindi la realizzazione degli interventi veri e propri di consolidamento dell’edificio, rimandando all’ultima fase di cantiere la realizzazione delle opere di restauro architettonico sui fronti murari.

L’intervento di consolidamento e miglioramento sismico ha affrontato i temi del ripristino del danno subito a seguito del sisma del 2008 e del miglioramento della risposta sismica complessiva della costruzione attraverso un insieme sistematico di interventi rivolto a presidiare il formarsi e/o l’evolversi di meccanismi di danno tipici riscontrati nel corpo della fabbrica, quali il ribaltamento dei fronti e lo sfilamento delle strutture lignee dagli appoggi.

Le azioni di consolidamento e miglioramento sismico sono state individuate sia ricorrendo alle tecniche tradizionali, quali l’inserimento di tirantature metalliche o gli interventi di cuci-scuci, metodiche già ampiamente utilizzate nella pratica edile storica, sia adottando soluzioni tecnologiche contemporanee, quali la placcatura estradossale dei solai. I principali interventi strutturali realizzati nel corso del cantiere sono così riassumibili.

IL CANTIERE

Fronti esterni

Sui fronti esterni, dopo aver risolto i gravi problemi statici con l’inserimento del nuovo sistema di tirantature metalliche al livello dei solai e nel sottotetto, l’intervento ha previsto principalmente la ripresa delle lesioni murarie con il ripristino della finitura intonacata superficiale. L’intervento sui fronti esterni è stato il ripristino del paramento a intonaco e della finitura cromatica, con tonalità (rosacee per i fondi e avorio per le parti a rilievo e le riquadrature delle finestre) individuate attraverso l’esecuzione di apposite campionature e saggi stratigrafici.

Si sono sostituiti gli intonaci attuali perché completamente staccati dalla muratura e gravemente compromessi dall’umidità di risalita e dalla mancata esecuzione di opere di manutenzione, con altri a calci naturali di tipo traspirante nella fascia basamentale, per contrastare l’umidità di risalita capillare, e intonaci tradizionali a calce di tipo idraulica nelle restanti parti dei prospetti. Inoltre, si è eseguito il ripristino della finitura cromatica superficiale con la stesura a due passaggi di pittura a latte di calce colorata con terre naturali con ripristino del disegno compositivo cromatico sette-ottocentesco dell’edificio.

Coperture

Sulle coperture si è conservata la preesistente configurazione delle falde, ma si è realizzata una ristrutturazione del pacchetto di copertura per rendere utilizzabili i locali del sottotetto, dotandoli di un’adeguata coibentazione. Le opere hanno compreso lo smontaggio del manto in coppi, la completa sostituzione dell’orditura secondaria e del tavellonato in laterizio, sostituendo quest’ultimo con assito ligneo, conservando l’orditura primaria, previa verifica degli appoggi e il consolidamento o la sostituzione delle parti ammalorate.

Il progetto di consolidamento dell’orditura lignea ha previsto di conservare sostanzialmente l’attuale struttura portante con travature appoggiate sulle murature d’ambito dell’edificio, collegando fra loro tutte le travature trasformando l’intero impalcato ligneo di copertura in un sistema collaborante con le travature ancorate tra loro e solidarizzate alle murature d’ambito dell’edificio, previa sistemazione e completamento con regolarizzazione del bordo murario delle stesse.

Interni

Nei locali interni l’intervento ha previsto la ripresa delle lesioni murarie con un esteso intervento di ricucitura delle partizioni murarie delle murature d’ambito con la tecnica del cuci-scuci murario al fine di dare solidità all’intera scatola muraria dell’edificio e con il rifacimento di tutte le finiture sulle murature con la realizzazione degli intonaci a malta di calce tradizionale con realizzazione della finitura a tinteggio superficiale con tinte chiare a latte di calce.

Per i solai a orditura lignea del piano terra, integralmente conservati, si è attuato un intervento conservativo di restauro con la pulizia e la spazzolatura dell’orditura lignea per eliminare le patine e le pitturazioni superficiali non pertinenti al recupero, si è quindi eseguito un trattamento biocida e consolidante delle fibre lignee con stesura di prodotti tixotropici a imbibizione dei legnami trattati, completando l’intervento con la stesura di una mordenzatura scurente e una patinatura a cera d’api superficiale.

Sono stati totalmente conservati anche i controsoffitti in cannucciato eseguendo il consolidamento della struttura ancorando le trame delle cannucce con viti con rondelle alla struttura lignea di supporto, risarcendo le lesioni, eseguendo poi il discialbo delle pitture soprammesse che ricoprivano le decorazioni originarie primonovecentesche in alcuni vani del piano terra, completando poi l’intervento di restauro con la ripresa ad acquerello delle decorazioni pittoriche e completamento dell’ornato figurativo in analogia con le parti conservate.

Consolidamento strutturale

In termini sommari si nota come l’intervento di consolidamento è stato rivolto in termini generali a consolidare il funzionamento scatolare dell’edificio, ottenuto sostanzialmente irrigidendo nel piano gli orizzontamenti, inserendo una cordolatura metallica in copertura e alcune catene a livello dei solai; contestualmente agli interventi in elevazione era previsto un consolidamento dell’apparato fondale mediante la formazione di una soletta a piano terra connessa alle murature e irrigidita da nervature in corrispondenza dell’angolo sud-ovest nel quale si era nel tempo verificato un consistente cedimento fondale.

In sintesi, gli interventi strutturali previsti erano finalizzati a risolvere le seguenti criticità: cedimento fondale dell’angolo sud-ovest; in generale mancanza di ammorsamento tra la porzione ovest e i corpi principali interni; quadro diffuso di lesioni nelle murature interne, in particolare in presenza di aperture, innesti o canne fumarie; distacco con fuori piombo della porzione al primo piano della muratura nord della facciata est; sconnessione tra elementi lignei della copertura e murature portanti. In funzione di quanto sopra si sono proposti i seguenti interventi:

  • realizzazione di una soletta in c.a. controterra al piano terreno, ammorsata nelle murature e irrigidita da nervature in corrispondenza della porzione est;
  • riparazione del danno con interventi di cuci-scuci diffusi;
  • realizzazione di cappe armate in calcestruzzo alleggerito sui solai in legno, con connettori a taglio su travi e travetti;
  • inserimento di catene trasversali con andamento est-ovest al primo e secondo solaio, attestate sulle pareti esterne;
  • realizzazione di una cordolatura metallica leggera in corrispondenza della copertura e controventatura del piano di falda con tavolato e bandelle metalliche diagonali.

L’insieme delle indagini hanno in primo luogo evidenziato la bassa qualità dell’apparato murario, spesso privo di ammorsature negli angoli e/o con pareti a due teste formate da due paramenti distinti privi di diatoni; la rimozione degli intonaci ha consentito inoltre di apprezzare la vera estensione dello stato fessurativo che si è rivelata ben più importante di quanto visibile in superficie, proprio in virtù delle carenze costruttive sopra richiamate.

Interventi sulle murature

Esteso utilizzo degli interventi localizzati di cuci/scuci, utilizzati in maniera diffusa per dare maggior continuità all’apparato murario. In particolare, un saggio eseguito alla base della parete su strada verso la chiesa ha evidenziato come il muro originale sia stato ridotto a una testa per inserire un’impermeabilizzazione con lastra in vetroresina; tale scasso, unitamente all’assenza di ammorsamenti con le pareti trasversali, ha innescato la forte rotazione della sovrastante porzione della parete verso l’esterno del fabbricato.

La situazione della parete, in equilibrio estremamente precario, ha imposto particolari opere provvisionali in fase esecutiva per scongiurare il pericolo di crolli improvvisti, e sostanzialmente consistenti in una tirantatura aggiuntiva a contrasto con la parete opposta.

Oltre all’intervento alla base della parete si è eseguita una placcatura esterna della parete stessa, in zona tesa, con bandelle verticali intessuto di carbonio in matrice inorganica applicata sottointonaco; riparazioni/integrazioni localizzate di murature per ovviare a eccessivi fuoripiombo rilevati e/o carenze individuate; sostituzione dei voltini a piattabanda sulle aperture con voltini resistenti a trazione.

Interventi sui solai

Utilizzo di un sistema tecnologico certificato per il consolidamento dei solai composto da connettori tubolari cilindrici sulle travi principali e da connettori continui con profilo a omega avvitato sui travetti secondari. Tale sistema è stato adottato visti gli esiti delle prove resistografiche, non sempre ottimali, eseguite sulle membrature lignee principali e secondarie.

Il sistema, utilizzato su tutti i solai è formato nel dettaglio dai seguenti elementi: connessione a taglio con le travi principali, realizzato con rimozione tavelle in corrispondenza delle travi con eventuale rifilatura dei travetti, inserimento connettore a taglio trave/cordolo tipo Flap 70 lunghezza 200 mm con infissione 40 mm e passo 110 mm, getto in concomitanza con quello della soletta; connessione a taglio con i travetti secondari realizzato con profilo omega 40 mm tipo Lpr40 o similari, viti 100 mm passo 80 mm, posa a travetti alternati; getto di soletta in calcestruzzo alleggerito C25/30 spessore 5.5 cm armata con rete elettrosaldata d5/ 15×15; connettori con paramenti murari esterni realizzati con tiranti con contropiastra esterna sotto intonaco.

Inoltre al fine di ottimizzate il collegamento con le murature perimetrali si sono adotti dei connettori passanti con contropiastra esterna, mentre le solette delle campate interne degli ambienti sono collegate tra loro da armature passanti nei vani delle porte o in appositi scassi in prossimità degli angoli; utilizzo di particolari accorgimenti per la connessione solette/pareti perimetrali, con inserimento di barre passanti lo spessore della muratura e piatti o piastre esterne sotto intonaco di ancoraggio; realizzazione al piano sottotetto di una campata di solaio in quota con le altre per dare continuità al secondo orizzontamento, mantenendo contestualmente l’esistente struttura lignea di particolare valore storico/testimoniale; è stato quindi necessario adottare una soluzione autoportante in fase di getto (data la presenza del sottostante solaio ligneo) composta da travi metalliche, lamiera grecata, connettori a taglio e getto collaborante in calcestruzzo alleggerito.

CHI HA FATTO COSA

Progetto di restauro e direzione lavori: Studio di Architettura Bordi, Rossi, Zarotti: arch. Alberto Bordi, Sauro Rossi, Marco Zarotti con ing. Giovanni Scauri
Progetto di consolidamento strutturale e direzione lavori strutturale: Studio Ar.Tec srl, ing. Paolo Landini
Analisi geologiche e petrografiche: Studio Geofaber, dott. Geol. Giovanni Michiara
Opere edili: Cooperativa Edile Artigiana scarl, geom. Luca Dall’Aglio
Alta sorveglianza: Mibac – Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Parma e Piacenza: arch. Luciano Serchia, Soprintendente; arch. Marina Ferrari, Cristian Prati, funzionari incaricati; Diocesi di Parma – Ufficio Bb. Cc.: don Alfredo Bianchi; arch. Sabrina Giorgi
Finanziamento: Cei-Fondo ottoXmille; Diocesi di Parma – Parrocchia di Sissa

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