Edilizia Storica | Milano

Restauro e valorizzazione di Palazzo Reina

Per lunghi anni di proprietà pubblica, Palazzo Reina ritorna al suo originario splendore grazie a un prezioso intervento di restauro che restituisce alla città di Milano un pezzo della sua storia e nello stesso tempo offre alle insegne della moda e del design un’ulteriore opportunità di avere un posto centrale nel Quadrilatero della Moda milanese con ampie vetrine su via Bagutta, ben visibili da Monte Napoleone, sulla corte interna e sull’esclusivo giardino retrostante. La nuova autorimessa interrata è stata realizzata in corrispondenza dell’intero fabbricato del civico n. 10. Per consentire lo scavo è stato necessario realizzare preliminarmente delle barriere perimetrali con micropali che sono state oggetto di uno specifico progetto costruttivo.

Palazzo Reina, ubicato in via Bagutta 12 a Milano, è composto da due fabbricati attigui con relativi accessi e prospetti fronte strada indipendenti a comporre un’unica facciata. Il fabbricato principale ha un impianto planimetrico simmetrico a corte con accesso decentrato direttamente visibile da via Montenapoleone. I due corpi di fabbrica paralleli a via Bagutta risultano a doppia campata (con muratura di colmo centrale) mentre i corpi di collegamento trasversali hanno campata unica di minore larghezza.

Facciata su via Bagutta a termine dei lavori, il palazzo è stato restituito alla città non solo nel suo aspetto oroginario ma anche notevolmente implementato sotto l’aspetto energetico, qualitativo e di attrattività. Il palazzo internamente è caratterizzato da un cortile di pregievole fattura e proporzioni, aperto su via Bagutta. Durante le operazioni di cantiere è stato utilizzato come unica area di stoccaggio merci per non intralciare il traffico pedonale del quadrilatero della moda.

Nella parte retrostante al palazzo è presente un’area a giardino, accessibile dal solo corpo di fabbrica interno, delimitata da una muratura di confine in adiacenza alla quale è presente un tempietto esterno. Il secondo fabbricato (civico 10) è costituito da tre porzioni ortogonali a campata unica con ballatoi esterni che identificano uno sviluppo planimetrico a «C» con la porzione di maggiore lunghezza in adiacenza all’edificio principale (civico 12). Lo spazio delimitato (secondo cortile) è chiuso da una muratura di confine ed è accessibile dalla strada tramite un ingresso carrabile adiacente al confine. Entrambi i fabbricati si sviluppano per la quasi totalità dell’impronta al terreno sopra un livello interrato costituito da locali tecnici e cantine.

Caminetto in marmo di candoglia con erse in bronzo dorato a restauro completato.

Per garantire accessi separati alle due differenti funzioni d’uso (commerciale e terziario), il secondo accesso (civico 10) è stato ampliato e dedicato ai percorsi distributivi indipendenti di uffici, autorimessa e aree comuni. Per rendere gli spazi commerciali liberi da impedimenti nell’accesso alle aree in profondità, il vano scala «monumentale» adiacente all’ingresso principale, è stato preservato in considerazione del valore architettonico e della relativa tutela in tema di beni culturali e reimpiegato come via di fuga secondaria delle aree destinate a uffici. Il progetto ha previsto l’inserimento di un nuovo vano scala e un ascensore e la modifica e integrazione di quelli esistenti. Per rendere più funzionale l’autorimessa interrata la si è stata dotata di un sistema automatizzato di parcheggio.

Durante le operazioni di descialbo sono riemersi gli antichi affreschi di pregievole fattura. Pareti impreziosite dalla fascia in marmorino.

Restauro conservativo delle facciate

Le parti di facciata a intonaco sono state oggetto di restauro conservativo mediante le operazioni di:

  1. preconsolidamento delle porzioni d’intonaco in distacco con utilizzo di consolidante e isolante acrilico nanotecnologico ad alta penetrazione in microemulsione acquosa (Consacrilic, Cir);
  2. pulitura degli strati superficiali di coloritura sino alla base della tinta originale;
  3. reintegro delle parti mancanti d’intonaco con materiali del tutto simili agli originali in buono stato di conservazione;
  4. ripresa degli scialbi con integrazione delle tinte originali;
  5. reintegro dei bugnati e degli elementi in cemento decorativo esistenti previo trattamento con Idrostop new, restauro delle porzioni in pietra con conglomerati e tassellature dello stesso materiale.

Sulla porzione di palazzo a tempietto sono state condotte operazioni di pulizia superficiale e rimozione carbonatazione e sali affioranti consolidamento degli elementi lapidei, in cotto e degli intonaci, ricostruzione e integrazione degli elementi e protezione.

La maggior parte dei soffitti voltati presenta pitture ed elementi geometrici di particolare pregio messi in dalle operazioni di restauro.

 

Nuove pavimentazioni interne e battuto alla veneziana

Le poche pavimentazioni originali esistenti all’interno degli ambienti del palazzo erano in seminato alla veneziana o in medoni di cotto riconducibili alla prima fase edilizia del civico 12. Ove possibile si è proceduto con il loro restauro attraverso:

  • integrazione delle lacune con semina o malta conforme all’esistente;
  • levigatura leggera;
  • protettivo finale neutro.

Le pavimentazioni databili invece alla seconda metà del XX secolo o non conformi al disegno globale (parquet, linoleum, gres porcellanati) sono state sostituite con pavimentazioni in seminato alla veneziana, antica tecnica antica che utilizza pietre e marmi italiani (bardiglio imperiale, bianco carrara, giallo siena, rosso di verona, rosso di levanto, verde alpi) all’interno della semina. I decori e le composizioni delle semine sono state scelte in accordo con le cromie originali riscontrate su pareti o volte.

Operativamente si è proceduto attraverso:

  1. getto di massetto di sottofondo in gabbia grossa e cemento armato con rete elettrosaldata strutturale;
  2. fissaggio di profili metallici come giunti di frazionamento e di separazione da altre pavimentazioni;
  3. stesura del conglomerato composto da cemento, granulato di marmo fine e ossidi coloranti, semina manuale del granulato di maggiori dimensioni, rullatura incrociata fino al completo assestamento del seminato, asportazione del legante affiorante in eccesso e lisciatura finale a frattazzo;
  4. dopo adeguato periodo di stagionatura, si è proceduto alla levigatura con macchine levigatrici, stuccatura con boiacca cementizia e additivo acrilico per sigillatura di eventuali sgranature superficiali, levigatura in fino e lucidatura con polvere lucidante a base di acido oxalico;
  5. trattamento finale con cera grassa in pasta strofinata con tampone di lana di acciaio.
Negli ambienti restaurati il riscaldamento è stato posato a pavimento.

Restauro delle superfici interne

Il restauro delle superfici decorate interne è iniziato nei primi mesi del 2016 con una serie d’indagini stratigrafiche su pareti e soffitti di ogni sala, che hanno evidenziato la natura del supporto murario, le tinte originali e le successive ridipinture; all’interno delle indagini sono state portate avanti prove di pulitura e descalbo con bisturi. Il restauro conservativo è stato eseguito nei vari livelli del palazzo su venti soffitti decorati e le relative cornici in gesso, due sale con pareti in marmorino ocra, zoccolature, imbotti e cornici finestre dipinti a finto marmo di diverse colorazioni e tipologie. Lo scalone è stato completamente descialbato e ricostruita la zoccolatura in finto marmo bardiglio chiaro con modanature, pareti in stucchino a calce terra di siena non cerato e sottorampa riquadrati e filettati in chiaroscuro.

Una volta realizzata la berlinese si è proceduto alla realizzazione dei muri in calcestruzzo armato a contrasto delle murature esistenti. Viste le dimensioni ridotte il ferro è stato lavorato per la maggior parte direttamente in loco.
Solo dopo aver completato la messa in sicurezza della parete da reggere, si è proceduto sempre attraverso mini automezzi, allo sbancamento della terra di riporto sotto le fondamenta originarie.

Le pareti e le zoccolature in finto marmo sono state oggette di particolari lavorazioni; laddove le superfici erano ricoperte da superfetazioni di vario tipo, come carta da parati e ridipinture, queste son state rimosse mediante descialbo e pulitura con l’asportazione di colla e colorazioni non originali. La ricostruzione delle lacune, la chiusura delle crepe e delle parti mancanti son state eseguite con stuccature e ricostruzione pittorica integrativa. Le decorazioni dei venti soffitti, dipinti a secco con colori a calce, costituiscono la parte più interessante dell’impianto decorativo dove si trovano composizioni con ornati e grisaille con medaglioni che contengono le effigi di poeti o soggetti mitologici presenti nel linguaggio neoclassico. Probabilmente eseguiti da decoratori provenienti dalla scuola di Ornato di Brera fondata da Giocondo Albertolli, collaboratore del Piermarini. Le superfici e le cornici sono state pulite dal particellato atmosferico, rimuovendo i sali ove necessario con impacchi di acqua distillata ed Edta bisodico, mentre il consolidamento è stato eseguito con velinature e Ac33 in diluizione 1/10. Le fessurazioni sono state sigillate con maltine a calce di granulometria compatibile con l’originale, previe iniezioni di grassello di calce e polvere di marmo mentre il ritocco pittorico delle lacune è stato eseguito con colori minerali.

Il pavimento in battuto alla veneziana in fase di restauro e finito.

Nuova autorimessa interrata

La nuova autorimessa interrata è stata realizzata in corrispondenza dell’intero fabbricato del civico n. 10. Per consentire lo scavo è stato necessario realizzare preliminarmente delle barriere perimetrali con micropali, che sono state oggetto di uno specifico progetto costruttivo. I micropali hanno anche avuto localmente funzione di sostegno dei pesi propri e dei carichi permanenti dovuti all’edificio superiore esistente che sono stati sostenuti nelle fasi di scavo con barellature in acciaio su appoggi puntiformi.

L’autorimessa interrata e automatizzata è stata realizzata mediante carpenteria metallica attraverso la tecnica top down.

Le barellature in acciaio sono state posate ai lati della muratura da sostenere a una quota inferiore di 30 cm rispetto al rustico del nuovo piano terra; realizzando delle carotature passanti nella muratura, sono stati posati degli spezzoni di profilato atti a contrastare i martinetti di precarico delle barellature stesse. Il precarico della barellatura consiste nel deformare i profilati delle barellature mediante martinetti applicandovi un carico equivalente a quello che dovrà poi sostenere; operando in tal modo l’edificio,in fase transitoria di «taglio» dei muri di fondazioni, è stato posato su profilati già deformati, evitando le possibili sovratensioni interne alle murature, scongiurando così potenziali lesioni dovute all’elasticità dell’acciaio. Le estremità delle barellature sono state appoggiate in sommità a gruppi di pali realizzati allo scopo.

Completata al rustico la superficie del cortile di servizio è divenuta area preziosa di cantiere per l’approvvigionamento e l’allontamento di materiale edile.

Una volta che l’edificio è stato completamente sostenuto dalle barellature si è potuto procedere con lo scavo del terreno e la demolizione delle fondazioni: in questa fase l’edificio scaricava direttamente sul nuovo gruppo di pali alle estremità delle barellature. Ultimata la palificata perimetrale e il taglio delle fondazioni, è iniziato lo scavo in top down del volume dell’autorimessa per una profondità di circa 12 metri dal piano campagna. Giunti al fondo scavo, realizzata la platea di fondazione di spessore pari a 50 cm, sono state realizzate le pareti in c.a. e i solai intermedi e di piano terra in calcestruzzo armto con spessori 26 cm che, oltre a costituire i piani della futura autorimessa, staticamente fungono da contrasto definitivo delle strutture perimetrali. A fine lavori, il fabbricato esistente, collegato al blocco in calcestruzzo armato dell’autorimessa interrata, ha ultimato la fase transitoria di «sospensione» su barellature.

Cortile di servizio a lavori completati, all’interno del recinto metallico vi è il meccanismo automattizzato per il parcheggio delle autovetture ai piani interrati.

Impianti elettrici e meccanici

Gli impianti elettrici e meccanici a servizio del palazzo sono stati oggetto di completa rimozione e rifacimento per consentire il miglior utilizzo degli ambienti interni con una maggiore efficienza energetica globale, comfort ambientale, sia in regime estivo sia in regime invernale oltre a quello di assicurare tutti i livelli di sicurezza. È stato adottato un sistema in grado di fornire e smaltire il calore all’interno dell’edificio in modo che gli inquilini potessero a loro volta essere autonomi nella gestione del comfort ambientale.

  • Circuito centralizzato di condensazione. La gestione del prelievo e distribuzione del fluido termovettore di condensazione avviene in modo centralizzato con contabilizzazione della portata alle utenze. Tutti gli organi di gestione centralizzata del circuito di condensazione sono stati alloggiati nella centrale tecnologica sita nell’interrato. Sono stati cantierizzati 2 pozzi di prelievo, con una portata massima di 90 mc/h di picco per ciascuno, sufficiente a soddisfare il fabbisogno energetico dell’intero edificio con un delta T sul circuito acqua di falda non maggiore di 2,5°C (stagione estiva). Ogni pozzo è dotato della propria pompa di prelievo in grado di garantire la circolazione dell’acqua di falda attraverso gli scambiatori e la successiva reimmissione in falda. A valle degli scambiatori di calore, 8 pompe gemellari a inverter, garantiscono la circolazione dell’acqua di condensazione alle varie utenze. Inoltre nella determinazione delle portate del circuito secondario si è dovuto necessariamente valutare la disponibilità dei sistemi condensati ad acqua, caratterizzati nelle potenze medio piccole, da ridotta modularità di potenza. Le dorsali dei circuiti acqua di condensazione sono state realizzate con tubazioni in pead (polietilene alta densità) posizionate a pavimento del piano primo interrato del corpo di fabbrica del civico 12 di via Bagutta in un apposito cavedio; le tubazioni sono state isolate termicamente con una guaina in neoprene di 13 mm con funzione anticondensa.
  • Impianto elettrico. Gli interventi più consistenti hanno riguardato: l’installazione di nuovi avanquadri consegna energia elettrica da porre accanto al contatore A2A posto al piano interrato, entro locale dedicato, per: utenza di bassa tensione a servizio delle parti comuni e dell’autorimessa; utenza di bassa tensione a servizio degli uffici del piano secondo; utenze in bassa tensione a servizio delle unità immobiliari di piccole dimensioni; utenze di bassa tensione a servizio delle unità commerciali principali. Da questi quadri si diramano le linee che alimentano il quadro generale di ogni singola attività. Gli impianti elettrici e gli impianti speciali delle parti comuni sono indipendenti rispetto agli impianti elettrici degli uffici al piano secondo. Le unità immobiliari di piccole dimensioni sono indipendenti dal punto di vista dell’alimentazione elettrica.
  • Impianto rivelazione incendi. È stata sviluppata una soluzione di rivelazione mista utilizzando rivelatori collegati con cavo resistente al fuoco dove non erano presenti vincoli architettonici e del tipo Wi-Fi dove si era in presenza di soffitti vincolati dalla Soprintendenza. Sono stati scelti rivelatori puntiformi di fumo installati a soffitto; pulsanti manuali; rivelatori di monossido di carbonio e vapori di benzina a protezione delle aree dell’autorimessa interrata.
Realizzazione dei pozzi di emungimento e di restituzione dell’acqua di falda.
Anche per il sollevamento dei materiali si è optato per l’utilizzo di gru cingolata «ragno» in grado di adattarsi agli modesti spazi a disposizione.

La Storia Di Palazzo Reina

Il palazzo fu realizzato nel 1830 su progetto dell’arch. Nicola Dordoni su commissione della nobile famiglia milanese Reina. L’edificio fu impiegato dal nobile e letterato Luigi Bolis Gualdo per intrattenere i suoi ospiti provenienti da tutta Europa. Successivamente passò di proprietà entrando nel patrimonio della famiglia Litta Modignani che nel 1921 lo cedette al Comune di Milano con il vincolo di destinarlo a ospitare associazioni. Il palazzo è caratterizzato da una facciata neoclassica su tre piani composta da un basamento a grosse bozze di arenaria con cinque arcate (di cui una forma il portale d’ingresso) su cui si sviluppa un ordine gigante di otto mezze colonne doriche, tipo molto diffuso nella prima metà del XIX secolo. Dall’androne a volta si accede a un cortiletto con portico a tre arcate su grossi pilastri a bozze sempre voltato. Il retro del palazzo ha una facciata ancora più monumentale e imponente di quella su via Bagutta che guarda su un grande giardino di proprietà.

Inquadramento urbanistico e vincoli

Il palazzo risulta ubicato in zona B1 e insiste su un lotto con destinazione urbanistica residenziale (R). Relativamente all’aspetto urbanistico-edilizio i riferimenti di base sono il Prg di Milano approvato dalla Regione Lombardia il 26.2.1980 e il Regolamento edilizio entrato in vigore il 20.10.1999. In particolare la normativa di riferimento è richiamata dall’art. 31 delle Nta del Piano delle Regole in vigore come da Piano di Governo del Territorio approvato in via definitiva in data 22 maggio 2012.
I vincoli:

  • Palazzo Reina del XIX secolo sito in Milano in via Bagutta 12 è sottoposto a tutela ai sensi del dlgs 42.4 art 10 con dm agosto 1944;
  • giardino e tempietto sono sottoposti a tutela con dr del 6.5.2010;
  • sull’area è presente un vincolo archeologico di centro storico e, pertanto, ogni scavo o intervento nel sottosuolo è stato sottoposto alla preventiva approvazione della Soprintendenza Archeologica lombarda.

Idrostop New | Protettivo idrorepellente

A base di silossani oligomeri solubilizzati in acqua, il prodotto è caratterizzato da una bassa viscosità che ne permette un’ottima penetrazione nel materiale da trattare conferendogli spiccate proprietà idrorepellenti che impediscono all’acqua e ai sali inquinanti (responsabili del degrado lapideo) in essa disciolti di penetrare al suo interno. Il diametro nanometrico delle sue particelle permette al prodotto di penetrare all’interno del supporto con una profondità finora impossibile da raggiungere con i comuni protettivi silossanici a base acqua. L’azione protettiva non modifica la traspirabilità del supporto, non diminuisce la sua permeabilità al vapore d’acqua, non modifica l’aspetto cromatico dei materiali trattati e presenta una elevata resistenza ai raggi Uv. (produzione Circhimica)

Consacrilic | Consolidante e isolante acrilico

Prodotto a base di resine acriliche micronizzate in micro-emulsione acquosa, particolarmente indicato per il trattamento isolante e consolidante di superfici minerali assorbenti sfarinanti e decoese. Grazie alla sua particolare composizione e al diametro estremamente ridotto delle sue particelle, presenta un elevato grado di penetrazione ed esplica un’importante azione riaggregante, sia corticale sia profonda, agendo da legante sul materiale ed eliminando i problemi dovuti allo sfarinamento. Ha la capacità di rendere estremamente omogeneo l’assorbimento del supporto promuovendo l’adesione e ottimizzando eventuali operazioni di sovra-verniciatura e finitura. Il prodotto non altera l’aspetto cromatico del supporto e non modifica in maniera sostanziale la sua traspirabilità e permeabilità al vapore acqueo, oltre a presentare un’ottima resistenza ai raggi Uv (produzione Circhimica).

Sandro Favero | F&M Ingegneria.

Chi ha fatto Cosa

Proprietà dell’area: Fraer Leasing spa
Committente: Lsgi Italia srl, Gruppo Generale Immbiliare Italia srl
Progettista, coordinamento generale e direzione lavori: p+p Studio srl
Responsabile del progetto: ing. Stefano D’Amelio e arch. Filippo Della Lucia
Progettista e direttore lavori: arch. Ermanno Previdi
Progettazione e direzione lavori strutture: ing. Gianni Gambaro
Progettazione e direzione lavori impianti elettrici, meccanici e speciali: Climosfera srl
Coordinamento della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione: F&M Ingegneria (Pozzi: progettazione e direzione lavori), progettazione fondazioni speciali
Appalto per le opere di restauro e finiture di pregio: Aurora Restauri srl
Restauro finiture pittoriche interne: Marco Catenazzi

di Corrado Colombo

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