Rete Irene | Virginio Trivella

Rafforzamento dell’Ecobonus già nel decreto di aprile?

Gli Ecobonus possono essere un potente driver della ripresa ma non devono uccidere le imprese. Rete Irene ha inviato un appello alle associazioni della filiera dell'edilizia affinché si promuova insieme una modifica che preservi l'equilibrio finanziario delle imprese che accettano di essere pagate con i crediti d'imposta. La soluzione è rendere molto più veloce il trasferimento delle detrazioni alle imprese e consentire la loro immediata cessione successiva.
Rete irene | Ecobonus riqualificazione energetica.

Il Mise ha intenzione d’introdurre nel decreto di aprile un provvedimento per rafforzare l’ecobonus, con particolare riferimento alle riqualificazioni a pieno edificio.

La logica con cui il Mise pare intenda affrontare la questione è però quantitativa, agendo sull‘intensità delle detrazioni per contrastare la tendenza al ribasso della domanda, in questa fase di congiuntura drammaticamente negativa.

Non sfugge che la domanda sarà stimolata non solo da percentuali di detrazione altissime, ma anche (e soprattutto) dalla prospettiva di evitare di dover affrontare l’anticipazione delle risorse finanziarie necessarie, per mezzo del ricorso ai meccanismi di trasferimento dei crediti d’imposta.

Rete Irene da tempo cerca di promuovere gli interventi integrati, e anche in questa occasione ha sottolineato l’importanza di individuare meccanismi che stimolino la combinazione delle diverse attività che di solito si affrontano in momenti diversi: involucri opachi, serramenti, impianti, pertinenze condominiali o esclusive.

Questa impostazione può dare impulso al lavoro delle diverse filiere (edilizia, serramenti, impianti termoidraulici, fonti rinnovabili), che possono trovarvi un interesse comune.

Virginio Trivella | Coordinatore Comitato tecnico scientifico Rete Irene

Virginio Trivella | Coordinatore Comitato scientifico Rete Irene.

«Abbiamo fatto presente, direttamente e tramite l’ Ance, che aumentare solo le detrazioni non è sufficiente perché, in assenza di provvedimenti risolutivi dei problemi anche dell’offerta, si determinerà uno stress finanziario ulteriore per le imprese, in questo momento già stremate, con la probabile conseguenza di favorire fenomeni inflazionistici, quando va bene, se non anche la criminalità organizzata.  La soluzione finanziaria promossa da molti, di consentire la cessione delle detrazioni ai soggetti finanziari, oltre ad essere avversata dalla Ragioneria generale dello Stato probabilmente è anche inutile. Le banche, per quanto ne so, non sono interessate a ingessare i propri bilanci con crediti fiscali decennali. Il loro interesse sarebbe condizionato alla facoltà di cartolarizzare i crediti fiscali acquisiti, ma si tratta di una soluzione talmente radicale che nessuno la propone nemmeno. È noto che il trasferimento di titolarità delle detrazioni, che oggi si avvera solo il 10 di marzo dell’anno successivo all’esecuzione dei lavori (salvi i ricorrenti ritardi imposti dall’Agenzia delle entrate) ha tempistiche del tutto incompatibili con l’equilibrio finanziario delle imprese. Le banche, infatti, non sono disponibili a finanziare in misura sufficiente le imprese nella fase preliminare al trasferimento dei crediti d’imposta. Analogamente, i soggetti industriali disponibili all’acquisto delle detrazioni non accettano di pagarle prima del loro trasferimento formale, salvo assumere la qualifica di contraenti principali e relegare imprese e installatori a un inaccettabile ruolo ancillare. L’unica soluzione a portata di mano che si intravede è quella di rendere molto più veloce il trasferimento dei crediti, al massimo entro tre mesi dall’emissione della fattura, in tempi compatibili con quelli del regolamento delle transazioni commerciali che le imprese devono onorare. Non è difficile. A rigore non servirebbe nemmeno una legge, ma se una legge lo disponesse l’Agenzia non potrebbe esimersi dal regolamentare di conseguenza».

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